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Da "Umanità Nova" n.28 del 17 settembre 2000

Strategia della tensione elettorale

É in corso una guerra. Combattuta a colpi di dossier e relazioni. Il tutto finalizzato alle prossime elezioni politiche. I due schieramenti (centrosinistra e centrodestra) vogliono screditare l'avversario. Così un fronte della lotta - costituito dalla famosa strategia della tensione. é iniziata con la relazione di maggioranza in Commissione stragi. Egemonizzata dai DS, la maggioranza ha ricostruito gli anni Sessanta e Settanta mettendo in evidenza i legami tra MSI e terrorismo neofascista. E ovviamente sottolineando il ruolo dei servizi segreti americani. Cose ormai arcinote. Ma altrettanto ovviamente, i discendenti del PCI tendono a "dimenticare" le numerose ambiguità (per non dire peggio: utile a questo proposito il dettagliato saggio di Aldo Giannuli sul n.1/1999 di Libertaria) del partito guidato da Luigi Longo, prima, ed Enrico Berlinguer, poi. Insomma, il solito uso della storia per fini politici e di partito.

A questa bordata, peraltro ampiamente documentata, anche se con i difetti accennati, hanno recentemente risposto gli uomini di Alleanza Nazionale presenti in Commissione stragi con una relazione di minoranza. Titolo Per una rilettura degli anni Sessanta. Sottotitolo: Prima di piazza Fontana. Gli attentati anarchici, il "lavoro riservato" del PCI, il ruolo di Feltrinelli: dal rapimento del viceconsole spagnolo a Milano agli Iconoclasti di Pietro Valpreda.

E che si tratti di una "rilettura" ad usum partiti - proprio vero. La tesi di fondo, mai sostenuta da una vera concatenazione di fatti e con affermazioni a volte totalmente gratuite, - questa: gli anarchici, soprattutto quelli di Milano fin dai primi anni Sessanta hanno imboccato la strada del terrorismo. Cominciano con il rapire il viceconsole Isu Elias nel 1962 e proseguono fino al 1969 con una sequenza di attentati. Il tutto sotto la regia di Giangiacomo Feltrinelli. A questo punto come non pensare che Valpreda abbia effettivamente deposto la bomba alla Banca nazionale dell'agricoltura il 12 dicembre 1969?

Che poi questa disamina degli anni Sessanta non regga a un'analisi neppure tanto approfondita non - importante. Con queste mosse si cerca di agitare il caso sui mass-media. Poi la cosa cadrà, ma che importa? Si sarà gettata un'accusa non provata, ma ripresa con attenzione dai giornali (oggi sempre più sensibili alle pernacchie del centrodestra ritenuto quasi sicuramente il vincitore delle prossime elezioni).

Altro particolare non irrilevante. Al processo in corso a Milano contro Delfo Zorzi (imputato di molti attentati tra cui quello del 12 dicembre), Carlo Maria Maggi (capo di Ordine Nuovo nel Triveneto), Giancarlo Rognoni (leader del gruppo La Fenice di Milano) e Carlo Digilio (l'armiere di gruppi veneti di Ordine Nuovo e da anni gran pentito) le cose stanno andando maluccio per la destra e soprattutto per l'alleato elettorale del Polo: Pino Rauti e il suo partito MSI-Fiamma tricolore.

Franco Freda e Giovanni Ventura (anche se non possono essere più condannati perché assolti con sentenza definitiva) ne escono con le ossa rotte: - lampante la loro responsabilità nelle bombe del 12 dicembre oltre a quella per gli attentati del 25 aprile 1969 alla stazione Centrale e alla Fiera campionaria di Milano. Ma per questi ultimi attentati erano già stati condannati. E quindi anche il loro capo Rauti non fa una gran bella figura, anzi.

Ecco allora la mossa di AN: ritirare in ballo gli anarchici. Con affermazioni al di là del ridicolo. Nella Rilettura degli anni Sessanta, gli esponenti di AN (Alfredo Mantica, Vincenzo Fragalà e Pier Angelo Maurizio) arrivano a scrivere: "c'é da chiedersi quale rete protettiva, istituzionale ed extra-istituzionale, sia scattata e si sia rinsaldata nel corso degli anni non tanto a tutela degli anarchici quanto dei motivi, dei fini, delle menti della strategia in base alla quale, ad un certo punto, si - deciso di dare una scossa alla tranquilla società italiana". E poco più avanti: "1) Non - possibile arrivare ad una verità storica condivisibile su piazza Fontana fino a quando non si ricostruiscono, non si collocano in un quadro storico gli episodi apparentemente minori ma in tutto simili che hanno preceduto la strage, non si stabiliscono le proporzioni del fenomeno dell'eversione di sinistra in Italia a partire dai primi anni Sessanta. E a questo proposito c'é da chiedersi: 2) Perché in sede storico-politica, in sede giudiziaria ma anche nell'ambito della stessa attività della Commissione stragi, non si - mai indagato sugli anarchici presunti tali, che cosa ha impedito tale opera di approfondimento".

Arrivare a scrivere che sugli anarchici non si - indagato non - neppure ridicolo: - fatto che si smentisce da solo. Ma la perla in questa rilettura - l'azione svolta dal KGB sovietico. Visto che prove e documenti provano l'intervento attivo di CIA e servizi segreti della Nato nella strategia della tensione, quale migliore carta da giocare se non rovesciare la frittata e tirare in ballo il KGB collegata all'azione degli anarchici? Leggiamo ancora: "La totale mancanza di approfondimenti ma anche di pubblicizzazione circa i contatti rilevati dal controspionaggio nel `65 tra KGB e Federazione internazionale anarchica". Breve precisazione: nel 1965 non esisteva nessuna Federazione internazionale anarchica e l'Ifa (Internazionale delle Federazioni Anarchiche) viene costituita nel 1968.

Insomma, - in corso una guerra a colpi bassi e in questo clima spunta fuori la fotografia del riconoscimento il 15 dicembre 1969 di Valpreda tra quattro poliziotti in giacca e cravatta. Una foto che la dice lunga sui metodi della polizia quando vuole incastrare qualcuno. Ebbene, subito i giornali della destra, primo in testa il belusconiano Il Giornale gridano alla patacca, al falso. E sapete perché? Molto semplice: quella foto non - del 1969, ma del 1974. Poco importa che riprenda Valpreda e poliziotti con abiti analoghi a quelli del famoso riconoscimento, poco importa che le facce siano le stesse. No, deve essere una patacca. L'importante - alzare fumo. Almeno fino alle elezioni. Poi quando il Polo sarà al potere questa storia tornerà nel dimenticatoio. Perché troppo scomoda.

Luciano Lanza



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