Da "Umanità Nova" n.28 del 17 settembre 2000
Bologna TPO
Per un pugno di dollari
Si é svolta l'annunciata manifestazione, a Bologna, il 9 settembre u.s.,
per protestare contro lo sgombero del Teatro Polivalente Occupato. Oltre 2000
compagne e compagni hanno sfilato per le vie della città partendo da
Piazza Maggiore per passare davanti all'ex-TPO, in via Irnerio e finire in via
Mazzini dove c'è l'Euraquarium (dismesso e assegnato al gruppo di
gestione del TPO).
Noi non c'eravamo e con noi molti compagni e compagne che del TPO e delle "tute
bianche" hanno imparato a conoscere il ruolo politico e sociale che questi
soggetti svolgono.
Ci sarà chi dirà che queste sono beghe fra gruppi politici, come
é stato detto dopo i giorni contro l'OCSE a Bologna. I motivi per i
quali non c'eravamo sono determinati dal fatto che non ci interessa manifestare
sotto le bandiere di comitati elettorali e gruppi affaristici che del
centrosocialismo hanno fatto ragione di potere.
Molti fra i compagni e le compagne che hanno partecipato alla manifestazione
non erano a conoscenza delle trattative felicemente concluse fra la giunta di
Guazzaloca ed il TPO che assegna a quest'ultimo lo spazio dell'Euraquarium in
comodato per un anno.
Nella vicenda sono entrati tutti i personaggi di grido della politica
bolognese: Guazzaloca (sindaco), Salizzoni (vice-sindaco), Monteventi
(Rifondazione Comunista, consulente del sindaco per le questioni legate alla
sinistra), Bragaglia (capo di gabinetto del sindaco), per passare poi al
nazionale Dario Fo, Giovanna Melandri, ai provinciali ed ai regionali che hanno
condito la frittata con finanziamenti culturali.
Immancabile Luca Casarini a suggellare l'accordo politico.
Per chi non lo sapesse, lo sgombero é stato "fittizio" (come fittizia
é stata la rioccupazione del vecchio spazio dell'Accademia dove era nato
il TPO, rappresentato durante il corteo) visto che il tavolo della trattativa
per TPO, Link e Livello 57 é aperto da mesi e prevede (da allora)
l'assegnazione di aree alternative a quelle attualmente occupate. L'azione del
questore di porre i sigilli in agosto é stata una forzatura nei tempi di
conclusione delle trattativa, niente di più. D'altro canto la funzione
sociale di queste "imprese" ha perso ogni carattere antisistemico e si pone in
perfetta sintonia con le politiche sociali e culturali dei governi locali. In
questi locali "trasgressivi" si paga la birra come al bar, si paga il biglietto
di ingresso come al cinema e chi ci lavora, come al bar e al cinema, prende
poche migliaia di lire all'ora, in nero e riga. La logica dell'impresa (sociale
o privata a questo punto poco importa) imperversa con tutte le ricadute
classiche dell'economia capitalistica: stratificazione salariale e decisionale.
Sarà per questo che da un po' di tempo in qua questi signori
centrosocialisti vanno a bracceto con la CGIL.
redb
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