![]() Da "Umanità Nova" n.28 del 17 settembre 2000 LettureArditi del popolo, Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922) di Eros Francescangeli, pp. 320, lire 30.000, Odradek edizioni
Negli anni 1921-1922, prima dell'avvento del fascismo e della chiusura forzata di Umanità nova, sulle pagine di questa testata, accanto alle terribili cronache degli assalti fascisti e degli scontri che avvenivano in tutt'Italia tra gli squadristi di Mussolini e i proletari "sovversivi", venivano costantemente ospitati i comunicati degli Arditi del Popolo a favore dell'organizzazione dell'autodifesa. Sulla breve e dura esperienza degli Arditi del Popolo, la prima organizzazione antifascista, soltanto negli ultimi anni sono state avviate ricerche storiche che hanno finalmente iniziato a colmare tale rimozione dai libri della storia ufficiale e di partito, rimozione protrattasi a lungo se si eccettuano le importanti eccezioni rappresentate da Paolo Spriano e Renzo Del Carria e, in particolare, da Ferdinando Cordova col suo "Arditi e legionari dannunziani" (Marsilio, Padova 1969). Adesso, a tre anni dalla pubblicazione del lavoro di Marco Rossi "Arditi, non gendarmi!" Dall'arditismo di guerra agli arditi del popolo" (BFS, Pisa 1997), giunge un altro approfondito e correttissimo contributo alla conoscenza degli Arditi del Popolo grazie agli studi compiuti da EROS Francescangeli. Fondati nel giugno del 1921 da Argo secondari, ex tenente dei reparti d'assalto, di tendenza anarchica, col preciso intento di difendere le sedi proletarie e popolari colpite dalla controrivoluzione, gli Arditi del popolo divennero nel giro di poche settimane, un'organizzazione ramificata e temibile a livello nazionale. Vi aderirono migliaia di giovani e di lavoratori di varia tendenza politica (comunisti, socialisti, anarchici, repubblicani, sindacalisti rivoluzionari, ma anche cattolici dannunziani) che videro nel movimento un efficace strumento di opposizione alla violenza delle camicie nere. Le vittoriose difese di Viterbo, Sarzana e Roma dagli attacchi fascisti, organizzate dagli Arditi del Popolo nei tre centri, misero in crisi quella che sembrava una compagine imbattibile: i due fascismi, quello urbano (più politico e disponibile alla trattativa) e quello agrario (ferocemente antiproletario ed irriducibile ad ogni compromesso), sono ad un passo dalla scissione. Ma, violentemente osteggiata dal governo presieduto da Bonomi, la prima organizzazione antifascista non ebbe - eccezion fatta per i terzinternazionalisti del PSI a l'area libertaria - il sostegno dei gruppi dirigenti delle forze del movimento operaio. La direzione del PCd'I richiamerà all'ordine tutti i suoi membri, minacciandoli addirittura d'espulsione nel caso si fossero inquadrati nelle formazioni degli Arditi del Popolo. Ormai dovunque semidistrutti e praticamente fuorilegge, solo in pochissime realtà (tra le quali Parma, con le sue memorabili cinque giornate), gli Arditi del Popolo riusciranno ad opporsi efficacemente all'offensiva finale fascista. Francescangeli compiendo uno studio meticoloso, spesso su fonti inedite, ripercorre la storia dell'associazione antifascista da ben prima della sua costituzione fino alla clandestinità e alla scomparsa dopo la marcia di Roma, delineandone la fisionomia e la diffusione territoriale, partendo da d'Annunzio per giungere a Secondari, l'autore mette in discussione il teorema, consolidato dalla storiografia tradizionale, che identifica il ribellismo post-bellico dei ceti medi con l'illegalismo reazionario antipopolare. Viene così messo in risalto il ruolo giocato dal combattentismo democratico o di sinistra nella lotta antifascista a fronte della sua capacità di collegarsi con le organizzazioni del movimento operaio. Le studio della simbologia dell'organizzazione (bandiera rossa e nera, teschio col pugnale fra i denti), il testo dei suoi Inni e un preziosissimo elenco nominativo di circa 1.500 Arditi del Popolo completano l'opera che - con la sua considerevolissima documentazione - costituisce davvero un insostituibile apporto per quanti studiano o vogliono conoscere le vicende del primo antifascismo e ne fornisce un'interpretazione comunque stimolante e mai settariamente di parte. erremme
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