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Da "Umanità Nova" n.28 del 17 settembre 2000

Ricordando...

Vertice Persici

Il nostro amico Vertice Persici è morto a Nizza martedì 18 luglio 2000. Il suo corpo è stato donato alla facoltà di medicina secondo i suoi desideri più volte manifestati. Nato il 1 marzo del 1931 a Bologna, non aveva ancora 77 anni ma negli ultimi tempi aveva dovuto lottare contro la malattia che, alla fine, ha avuto l'ultima parola.

Vertex, come lo chiamavamo noi, era figlio e nipote di compagni e compagne anarchici, (e non è da tutti!). I suoi nonni, in effetti, tanto dal lato paterno che da quello materno sono stati militanti attivi nel movimento a Bologna. Inoltre, in questa grande famiglia, numerosi zii, zie, nipoti, cugini, etc., molti sono stati simpatizzanti per le nostre idee. D'altra parte, Vertice, fedele "guardiano" della memoria anarchica, ultimamente era impegnato per far pubblicare i manoscritti di suo nonno Primo Proni, che aveva fondato il primo Gruppo di Studi Sociali a Bologna.

Suo padre, Celso (morto a Nizza a l'età di 93 anni nel 1993) e sua madre Libertaria (morta a Bologna nel 1973 all'età di 75 anni) hanno conosciuto l'esilio dal 1923 e la strada difficile di tutti coloro che sono obbligati a vivere più o meno clandestinamente, senza documenti, senza denaro e ogni giorno alla mercé del più piccolo colpo della sorte. A quell'epoca quelli che si impegnavano nelle lotte sociali erano necessariamente vittime di persecuzioni. Entrambi vissero in Francia, (e soprattutto a Parigi, Brest e soprattutto a Marsiglia dove Vertice trascorse una buona parte della propria giovinezza), in Belgio, in Spagna (durante la rivoluzione), poi in Africa del Nord.

Questi continui cambiamenti di residenza non hanno affatto turbato il nostro amico e neppure l'hanno disgustato nei confronti dell'impegno e delle idee dei suoi genitori. Egli inoltre diceva che la sua famiglia era circondata da altri validi militanti, come Gino Balestri, Eduardo Angeli, i fratelli Gilioli, Mastrodicasa, Emilio Predieri, Pio Turroni e tanti altri che meritano di essere salvati dall'oblio. Lui stesso trascorre una giovinezza militante, in Italia, nell'immediato dopoguerra. Egli milita con Pier Carlo Masini alle file dei GAAP (Gruppi Anarchici d'Azione Proletaria), poi, nel 1947, torna a Marsiglia, dove i suoi genitori erano andati ad abitare.

Da allora, membro del SUB (sindacato Unico dei cantieri navali), frequenta per anni la Vecchia Camera del Lavoro, via dell'Accademia, dove la CNT francese aveva due piccoli locali. Egli aderirà alla Fedération Anarchiste locale con André Arru (scomparso nel gennaio dello scorso anno) fra i principali animatori. Sempre attento nei confronti di coloro che, con un pretesto o l'altro, volevano imporre le loro regole in nome di una cosiddetta maggiore efficacia, lui resta comunque fedele ad una concezione pluralista dell'anarchismo malgrado il fatto che ciò sia a sua volta criticato. Egli inoltre partecipa sul piano locale alla ricostituzione della Federazione Anarchica dopo lo sventurato episodio dell'"affare Fontenis". È stato membro del Gruppo della F.A. Marsiglia Centro sino al suo scioglimento nel 1969. A quei tempi fu, assieme ad una quindicina di altri compagni, fondatore del C.I.R.A. (Centro Internazionale di Ricerche sull'Anarchismo) di Marsiglia del quale è stato membro fedele per tutti questi anni e al quale ha donato a più riprese un gran numero di documenti (libri, opuscoli, giornali vari, fotografie, etc...). In seguito, verso la fine degli anni '70, si è trasferito per lavoro a Nizza, dove si è interessato ed ha sostenuto le attività militanti locali pur mantenendo un costante rapporto con le sue amicizie marsigliesi.

Noi rivolgiamo i nostri fraterni pensieri alla sua compagna Éliane, ai suoi due figli (Libero ed Hermano, ai suoi nipotini e a tutti quelli a lui vicini, noi serberemo il ricordo della sua generosità, del suo buon umore, e delle sue risate comunicative.

Ciao, Vertice!

René Bianco


Carlo Zeni "Manon"

Il Circolo Malatesta di Gragnana comunica la scomparsa di Carlo Zeni "Manon", avvenuta lo scorso 7 luglio, all'età di 71 anni.

Dopo aver lavorato alle cave fin da ragazzo, anche per "Manon" non è stato possibile godersi gli anni di pensionamento a causa della malattia che lo ha costretto a mille tribolazioni ed infine condotto alla tomba. Durante tutta la sua vita è stato sostenitore dell'attività del Circolo ed in particolare di Umanità Nova, ed è stato accompagnato col consueto corteo con le bandiere e le nostre musiche. Esprimiamo il cordoglio dei membri e dei frequentatori del Circolo ai figli, alla moglie ed ai parenti, fra cui si annoverano vari compagni.



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