![]() Da "Umanità Nova" n.29 del 24 settembre 2000 Inform@zione
Bologna La Giunta "di sinistra" della Regione Emilia Romagna (Democratici di sinistra, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, Verdi, Popolari, Democratici e Rinnovamento Italiano) ha deliberato, "a voti unanimi e palesi", l'affitto di 42 lavoratori con contratto interinale. Ricordiamo che i lavoratori interinali sono costretti, ad affittare le proprie braccia e le proprie capacità intellettuali per un tempo definito al termine del quale tornano disoccupati: dei veri e propri lavoratori usa e getta. La Giunta regionale, a pochi giorni di distanza dall'accordo nazionale siglato dall'Aran e da CGIL, CISL e UIL il 9 agosto scorso, si è così assunta il ruolo di prima della classe accreditandosi quale "buon esempio da seguire" nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni e non solo del territorio regionale. La "situazione di urgenza" necessaria per affittare questi lavoratori non è minimamente sostenibile in quanto dovranno svolgere l'attività di coordinatori per il prossimo censimento agricolo che si tiene ogni 10 anni; altro che urgenza! La RER avrebbe potuto benissimo adottare il sistema usato ogni anno per le rilevazioni statistiche che i dipendenti regionali svolgono su base volontaria o, avendone avuto tutto il tempo e l'opportunità, assumerli con contratti normali. Ha invece prevalso la volontà tutta politica di affermare la fine del diritto al posto di lavoro "stabile e sicuro" in ossequio al neoliberismo confindustriale. L'assunzione dei primi lavoratori interinali segna anche un indebolimento del potere contrattuale dei lavoratori assunti a tempo indeterminato i quali ora saranno coscienti di potere essere sostituiti con chi, a causa della propria condizione di "affittato", non avrà alcun potere di rivendicazione. Ma non è finito qui: l'amministrazione avrebbe avuto l'obbligo di consultare le organizzazioni sindacali preventivamente ed invece solo oggi abbiamo saputo che il voto della Giunta è arrivato il 5 settembre scorso prima della conclusione della consultazione sindacale. Per questo motivo impugneremo la delibera per comportamento antisindacale e ne chiederemo l'annullamento. Le RdB che si sono sempre battute contro la precarizzazione del lavoro e per la difesa dei diritti e della dignità dei disoccupati e dei lavoratori, considerano la decisione della RER una vera e propria provocazione e nei prossimi giorni mobiliteranno i delegati di tutti i settori della pubblica amministrazione per respingerlo al mittente. Infine facciamo notare che il ricorso al lavoro interinale costerà all'Amministrazione regionale il 10% in più rispetto al lavoro "normale". Infatti all'agenzia interinale andranno L. 96.000.000 per reperire i 42 "coordinatori" con la raccomandazione contenuta nella delibera (è incredibile ma vero) di reclutarli fra i partecipanti al corso di formazione svolto dallo IAL (ente di formazione CISL). Per R.d.B Massimo Betti
Torino Il 31 agosto 2000 il professor Valerio Bertello, insegnante di matematica e fisica e delegato sindacale della CUB Scuola presso il Liceo Classico Gioberti di Torino, ha iniziato l'anno scolastico in maniera alquanto difforme rispetto ai colleghi e a quanto egli stesso avrebbe gradito. Ha, infatti, ricevuto copia di una "Relazione Ispettiva", stesa dell'Ispettore Tecnico Alessandro Militerno e datata 5 luglio 2000, avente per oggetto una "richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale". Il testo della relazione è a disposizione di chi voglia farsi un'idea precisa dei costumi e dei convincimenti di molti Dirigenti Scolastici e dell'attitudine dell'amministrazione quando si determinano contrasti fra dirigenti ed insegnanti.
Ci limitiamo a riportare alcune frasi tratte dalla relazione stessa: "Il prof. Bertello è fortemente influenzato da una visione collettivo-proletario-rivoluzionaria (sic) del mondo, della società e della scuola; si intuisce subito una forte insofferenza del docente per tutto ciò che è ordine strutturato gerarchico (la Preside Suppo, efficiente e determinata a migliorare l'istituto che dirige, è per il Bertello la (sic) incarnazione scolastica del potere." "...la Preside Suppo ed i suoi docenti..." "Mantenere il Bertello al Gioberti è assolutamente privo di significato." "...ad una sua 'particolare' visione di quello che generalmente possiamo chiamare 'potere', da lui concepito come 'strutturalmente' perverso, sotto qualunque sua forma, anche quelle apparentemente più neutre" (questa frase è tratta dalla testimonianza di Antonio Famà, Collaboratore Vicario del Preside ed insegnante di religione riportata nella relazione e fatta propria dal Militerno) La CUB Scuola ha, da anni, denunciato gli effetti perversi che avrebbe avuto l'assegnazione della Dirigenza ai Capi di Istituto. Dobbiamo riconoscere che questa relazione va oltre le nostre aspettative. L'esplicito riferimento a reali o presunte opinioni politiche e sindacali del professor Bertello e l'immagine caricaturale che ne viene fornita sono si configurano come la negazione dell'elementare diritto ad esporre le proprie opinioni ed ad opporsi alla conduzione della scuola azienda. Sembrerebbe che l'Amministrazione o, almeno, la Preside Suppo e l'Ispettore Militerno vogliano decidere anche nel merito di quali siano le posizioni culturali e sindacali compatibili dal punto di vista ambientale. Cosimo Scarinzi In seguito alla conferenza stampa indetta per il 12 settembre dalla CUB scuola i quotidiani torinesi hanno pubblicato diversi articoli.
Il caldo luglio massese A metà luglio era quasi fatta: il sindaco Pucci era riuscito a scippare al confronto pubblico la decisione di concedere il permesso per un cogeneratore alla Bario-Solvay prendendo la decisione nelle chiuse stanze della giunta e pochi giorni dopo ci sarebbe stata a Roma la Conferenza sui Servizi, e quale miglior servizio alla lobby inceneritorista, alla Termomeccanica (anche Fiat) che costruisce inceneritori, ai Berlusconi e mafie varie che "smaltiscono" i rifiuti, se non essere orgogliosamente riuscito a piegare la volontà della popolazione di Massa e Carrara a meno di 10 anni dall'abbattimento dell'inceneritore interno alla Farmoplent? Ma nonostante il clima estivo le associazioni e i cittadini che avevano preso parte alle lotta di un decennio addietro non avevano abbassato la guardia. Il cogeneratore è notoriamente uno specchietto per allodole: una volta concesso il permesso per produrre energia (e si sa in tempi di privatizzazioni non si può impedire alle industrie di mettersi in proprio, poverine), se poi a produrla sarà il "pulito" metano o le "fonti rinnovabili" come le bricchette risultanti dalla compattazione dei rifiuti solidi urbani, chi potrà far revocare la licenza? Di questo trucchetto dobbiamo esser grati a Ronchi quand'era ministro dell'ambiente e alle giunte regionali che hanno prontamente recepito la direttiva ed emanato appunto le leggi che includono fra le fonti rinnovabili le famigerate bricchette. Nel caldo luglio massese ben due consigli comunali sono stati dedicati quasi per intero al cosiddetto cogeneratore. Al termine del secondo, alle due di notte, dopo che nei giorni precedenti la città era stata tappezzata di manifesti con la sua effigie e le sembianze di un corvo, finalmente l'ostinato Pucci ha gettato temporaneamente la spugna e la concessione del "parere" è stata rinviata a tempi migliori. Nel frattempo due-tre volte la settimana i quotidiani locali terrorizzano la popolazione con la prospettiva che la Bario finirà con l'essere costretta a trasferirsi, la zona industriale a trasformarsi in deserto, la disoccupazione e la fame dilaniare le famiglie. A dire il vero anche da questo lato vi è stato un po' d'impaccio quando ad agosto si è venuti a sapere che nel frattempo la stessissima Bario aveva inquinato l'ambiente e le acque con una fuoriuscita di sostanze velenose. Ma queste sono cose che i media fanno presto a far dimenticare, ora si è tornati alla grancassa dei posti di lavoro. Ancora una parziale vittoria per il movimento ambientalista dunque, anche se bisogna prepararsi ad altri agguerriti attacchi. A. N.
Bologna - Vigili urbani "speciali" Violento pestaggio ad una ragazza da parte dei corpi speciali di polizia urbana istituiti e diretti dal fascista Preziosa Giovanni Preziosa, oggi assessore alla "sicurezza" della giunta Guazzaloca, ieri vicequestore e capo del commissariato di P.S. del Pratello, ha prodotto l'atteso pestaggio. I suoi uomini dopo una serie di gaffe si sono prodotti nella rambissima spaccata di naso ad una giovane "punk", colpevole, secondo la polizia municipale di: a) essere punk; b) dormire sotto i portici di piazza Verdi; c) di aver risposto per le rime ai vigili che la volevano allontanare dalla sua "dimora" e, poi, identificarla. Le squadre speciali di Preziosa avevano già combinato guai alcuni giorni prima: per eccesso di zelo si erano intrufolati in affari che non competevano loro (traffico di droga nel quale s'era infiltrato l'immancabile carabiniere) mandando all'aria l'intelligence dell'arma. Guazzaloca, malato, é su tutte le furie. Dopo aver tenuto Preziosa in frigorifero per alcuni mesi (ben sapendo i casini che avrebbe combinato) era stato costretto dalle pressioni di Alleanza Nazionale (nelle cui liste Preziosa é eletto) e di Forza Italia a dargli finalmente gabinetto e carta igienica. Sono passati pochi mesi, serviti per assestare la struttura, durante i quali non sono mancate scaramucce con altri assessori per invasione di campo e con il capo dei Vigili Urbani che non poteva dipendere da due assessori, in contemporanea, che gli dicevano di fare l'uno il contrario dell'altro. Passato il rodaggio, Preziosa si é lanciato nell'agone: arruolando consulenti esterni di sua fiducia (250 milioni), assegnando l'appalto delle casa delle donne ad una associazione di destra che vuole curare (é letterale) "anche chi usa violenza" e spronando gli arruolati vigili (che prendono una gratifica supplementare per questo loro servizio) a rambeggiare in giro per la città. Dopo la frittata di piazza Verdi, ovviamente, tutti hanno preso le distanze costringendo il capo-rambo a fronteggiare i giornalisti da solo. Poi qualche comunicato di circostanza da AN e FI, nemmeno l'improvvido vice-sindaco Salizzoni (CCD, che ne ha combinate di cotte e di crude, una per tutte, la vicenda Forza Nuova) é riuscito a ricucire lo strappo. Così Guazzaloca rientrato in anticipo dalla malattia (una grave malattia che lo tiene lontano per lunghi periodi dai suoi uffici) sembra pensare ad un rimpasto. La voce ufficiosa é ripresa dalla stampa locale e, sempre secondo queste indiscrezioni, le maglie nere sono proprio Preziosa, Salizzoni e la Deserti (FI, assessorato alla cultura) che ha creato problemi con la trattativa dei centri sociali, ha mandato all'aria il programma culturale di Bologna 2000 (finanziato dalla UE che sta chiedendo i rendiconti) e, come Preziosa, ha speso 420 milioni per "consulenze esterne". Il risultato positivo di tutta questa triste vicenda é che di fronte agli eccessi di "tolleranza zero" la canea reazionaria ha dovuto tacere per alcuni giorni. Ci ha pensato l'arcivescovo e cardinale Biffi con le sue sparate a ridare fiato ai tromboni, forse, per salvare i trombati. redb
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