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Da "Umanità Nova" n.30 del 1 ottobre 2000

Adunata padana
Vedi Venezia e poi muori

L'adunata padana a Venezia, celebrata anche quest'anno col rito "celtico" dell'ampolla d'acqua del Po versata in Laguna da ignari bambini, ha confermato che la Lega Nord è all'affannosa ricerca di una diversa identità e di un nuovo spazio nel mercato politico che le permetta di sopravvivere nello scontro tra centrosinistra e centrodestra.

Infatti, se da un lato la scelta obbligata di schierarsi con Berlusconi ha permesso a Bossi di salvare il proprio partito dalla bancarotta economica, grazie alle fideiussioni miliardarie dell'ex-piduista in carriera, di contro adesso si trova ad affrontare i problemi conseguenti, a partire dalla ridefinizione della propria linea politica.

"Famiglia eterosessuale, figli, popolo e devolution" sono le nuove parole d'ordine dettate da Bossi, nel momento in cui immigrazione e federalismo, questioni tradizionalmente strategiche per la Lega, sono diventati temi quantomeno problematici. Sul federalismo i "governatori del Nord" del Polo, a partire da Formigoni, sembrano aver tolto l'iniziativa alla Lega Nord, forti anche delle posizioni "di sinistra" da anni sostenute da Cacciari; mentre in materia d'immigrazione, la Lega deve adesso conciliare gli interessi di quegli imprenditori, parte rilevante del blocco sociale del centrodestra a Nord, che famelicamente chiedono manodopera "estracomunitaria" per far funzionare sottocosto le proprie aziende e incrementare così i propri margini di profitto nella logica del liberismo più spinto.

Tra l'altro, il silenzio di Forza Italia a riguardo appare più che eloquente, specie dopo le dichiarazioni della Confindustria favorevole ad una regolazione dei flussi migratori, ma non certo alla chiusura delle frontiere.

Impossibilitata quindi a spingere oltre un certo livello la propria opposizione all'immigrazione e stretta dalle posizioni sbirresche di Alleanza Nazionale e Forza Italia in materia di sicurezza e ordine pubblico, la Lega Nord sta conducendo così la battaglia anti-immigrazione sul piano "culturale", incontrandosi su questo terreno con le "preoccupazioni" della Sacra Romana Chiesa nei confronti della "islamizzazione" dell'Occidente.

La lotta contro la globalizzazione made in USA,la difesa "dell'identità cristiana dell'Europa", l'etnicizzazione della comunità contro ogni possibile "mescolamento", divengono allora i cardini di questa kulturkampf bossiana.

La Lega Nord, nonostante la sua autorappresentazione (né di destra né di sinistra), sta quindi di fatto collocandosi sempre più tra quei movimenti populisti di destra che qualcuno ha definito Internazionale etnico-nazionalista. Essa si trova quindi in buonissima compagnia di formazioni europee, in particolare dell'area subalpina, quali il Fpoe di Haider e l'Udc dello svizzero Blocher, le cui parole d'ordine sembrano letteralmente fotocopiate da Bossi. Come sempre facile alle più diverse "suggestioni" teoriche, peraltro maneggiate con una notevole approssimazione, Bossi non rinuncia pure ad attingere dalle teorie "differenzialiste" elaborate della "Nouvelle Droite" francese di Alain de Benoist. Per quanti non conoscessero l'essenza di tali teorizzazioni, si può dire che questo filone ideologico della Nuova Destra, partendo dal rifiuto della modernizzazione e della globalizzazione, esalta le differenze etniche e le tradizioni culturali dei popoli dentro un'idea, antistorica quanto reazionaria, di ritorno ad un mitico passato di "naturali" comunità definite dal legame di "Sangue e suolo". In altre parole, ognuno se ne stia a casa sua, per il bene di tutti: l'Africa agli Africani, la Francia ai Francesi...

Riferimenti ben evidenti di questa impostazione ideologica si sono puntualmente ritrovati nel discorso di Bossi a Venezia che ha attaccato il "nazismo rosso" della sinistra che, col proprio egualitarismo universalista, si sposerebbe con la globalizzazione economica, contaminando i sacri valori della famiglia cattolica, insidiati dalla società multirazziale, dalla libertà sessuale e, ovviamente, dal comunismo. Le scelta di de Benoist, piuttosto che quella di altri sostenitori del razzismo biologico, indica la volontà di sottrarsi alla "criminalizzazione" in quanto organizzazione razzista. Da qui il tentativo della Lega di erigersi ad improbabile paladina dei diritti dei "nuovi schiavi" e delle diversità culturali, ovviamente da coltivare ognuno a casa propria, alimentando l'equivoco che una cultura possa svilupparsi in modo autarchico senza gli apporti di altre culture, chiusa tra le mura domestiche e blindata dentro le frontiere nazionali siano queste padane, italiane o europee.

La scelta di Bossi non modifica però i termini della questione e comunque situa ideologicamente il leghismo tra l'estrema destra europea, in quanto questa ha ormai quasi totalmente sposato il "razzismo differenzialista" per meglio penetrare nell'attuale contesto sociale e culturale, nazisti compresi; ma assieme a questo dato di fatto va osservato che proprio per tale deriva, prima o dopo le elezioni, la Lega Nord se non vorrà entrare in rotta di collisione con l'anima ultraliberista di Forza Italia dovrà, per l'ennesima volta, rinnegare se stessa.

Corrispondenza da Venezia



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