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Da "Umanità Nova" n.30 del 1 ottobre 2000

Scienza disumana
Intorno alla vicenda degli 8 gemelli nati a Milano

Sicuramente la medicina sta raggiungendo negli ultimi anni livelli tali, per cui entra sempre più nel merito di problematiche estremamente complesse, e, per così dire, intime. Curioso il fatto che ciò è possibile grazie allo sviluppo di tecnologie estremamente raffinate, in nome delle quali si vanno invece d'altro canto sempre più elidendo proprio quelle capacità di ascolto e riflessione di sé e degli altri che il raggiungimento di determinati confini renderebbe invece compagne di strada essenziali...

La vicenda dei gemelli siciliani (ma nati a Milano, capitale "morale" e "tecnologica") ha posto una serie di questioni di fondo a mio parere da puntualizzare. È anche vero che la maternità e la paternità sono appunto aspetti che attualmente vengono vissuti a mio parere in maniera abbastanza acefala, e che dunque una vicenda che ripropone il problema in maniera anche cruda, sia da trattare con la minor dose possibile di ideologismo e moralismo. Mi limiterò dunque, non avendo facili soluzioni in tasca, a evidenziare alcune problematiche su cui varrebbe la pena di soffermarsi.

Nascono 8 gemelli perché in donne che non hanno abbastanza ovulazioni, o non ne hanno per niente, si attua una stimolazione ovarica farmacologica, mediante ormoni, che nella pratica risulta provocare ovulazioni multiple, soprattutto per alcuni mesi dall'inizio della terapia. Se in quel periodo si hanno rapporti sessuali non protetti, si può avere una fecondazione multipla, e dunque la nascita di un numero elevato di gemelli. Non credo, per quanto questo genere di affermazioni mi risulti sempre un po' difficile, che un corpo umano femminile sia atto a portare avanti una gravidanza di 8 gemelli, e forse nemmeno di 6 o di 5. E questo fatto credo sia confermato dalla nascita di bambini estremamente piccini di dimensioni (intorno ai 500 - 600 grammi!), e soprattutto immaturi in alcuni apparati vitali come quello respiratorio e circolatorio (ma anche altri), che hanno dunque grosse difficoltà a sopravvivere. Mi dispiace che degli 8 gemelli ne siano già morti 3, ma credo che fosse inevitabile. Nasce dunque una sorta di collaterale perverso dell'accanimento terapeutico: si mettono al mondo esseri con difficoltà tali, che poi bisogna praticare accanimento terapeutico per mesi e per anni, forse per tutta la vita. Ecco una prima contraddizione, veramente cruda e crudele: in nome di una tecnologia avanzatissima, quale l'Uomo mai ha conosciuto, si riduce lo Stesso a una animalità che invece forse non ha mai conosciuto; nella savana o nella jungla gli animali partoriscono molti cuccioli perché è legge di natura che molti soccomberanno; ne nascono molti, perché nel numero alto di individui, ci saranno quei pochi forti che sopravviveranno alle asperità della vita, e garantiranno la continuità della specie. Ma non si sta parlando di animali, con tutto il rispetto, si sta parlando di esseri che pretendono, proprio nell'entusiasmo degli scienziati, di avere cominciato a soggiogare la Natura nei suoi segreti più nascosti, per emancipare l'Umanità proprio dalle crudeli leggi della Natura... E, per quanto la vita sia dura, non si è nemmeno nella jungla o nella savana, almeno non in Italia.

Sembrerebbe dunque che la "colpa" di queste gravidanze multiple fosse tutta dei coniugi in questione, dato che i medici avvertono i pazienti di non avere rapporti sessuali durante i primi mesi della stimolazione ovarica, fino a che non si sia stabilizzata la situazione. Sarebbero dunque i coniugi incontinenti la pietra dello scandalo. Ma non mi pare credibile. Si tratta infatti di persone che desiderano grandemente di procreare. Mi pare davvero strano che non ottemperino alle indicazioni (tutti, poi), quando si sottopongono a ogni genere di fatica, sacrificio e stress.

Mi viene in mente invece una domanda: e se il problema stesse altrove? Se la gravidanza plurigemellare fosse legata comunque al tipo di cure, alla stimolazione abnorme fatta sull'ovaia, e non alla mancata astinenza? Non mi stupirei se la scienza non si abbassasse a considerare importanti aspetti così "umani".

Ecco dunque un altro punto: questa scienza che si è dimenticata di essere umana, e si accanisce nelle scoperte, nelle sperimentazioni, con la pretesa di fare del bene all'umanità stessa, che arriva a giustificare la produzione di cloni umani, come può essere davvero al servizio dell'Umanità? Ovviamente non intendo qui discutere la buona fede degli individui, e tanto meno delle persone che si sottopongono speranzose a cure che ritengono poter loro risolvere un problema; ma c'è qualcosa che non mi convince. La prima cosa che mi viene in mente è ovviamente il business, i soldi, gli interessi che muovono sempre queste cose.

Naturalmente non posso fare a meno anche di notare come la privacy in questi casi sia un'opinione. Giornalisti, fotografi, risse per riprendere una madre in carrozzella stremata dallo stress di una gravidanza e un parto del genere. Illazioni appunto sui rapporti sessuali tra i due, dettagli quanto meno sgradevoli, per non dire macabri, sui morti e i sopravvissuti, e la passerella di esperti di ogni genere che si sentono in dovere di dire la loro. Compreso quello che, dicendo che bisogna incoraggiare chi si cimenta con un'impresa così eccezionale, afferma contemporaneamente che le probabilità di rimanere vivi per i 5 superstiti sono scarsissime. E per chiosa, dopo tutta questa baraonda, la direzione sanitaria che impone il black out a tutti, anche al giornale e alla televisione cui la famiglia aveva venduto l'esclusiva delle immagini. Per non dire del ministro Veronesi che parla di eccesso di efficienza. Che tristezza!

In effetti questi bimbi dovranno rimanere almeno alcuni mesi in ospedale, e spesso crescono gracili e pieni di problemi di ogni genere. C'è in tutto questo un accanimento alla vita, che mi pone un altro dubbio ancora: con tutti i bambini che nascono al mondo, che potrebbero essere sani e robusti, se solo avessero condizioni di vita e di alimentazione decenti, non sarebbe meglio facilitare adozioni sicure, per esempio anche da parte di coppie di fatto, o di singles o di omosessuali, voci fuori dal coro che sono nel nostro paese e spesso anche nel resto del mondo ancora ampiamente discriminati e penalizzati, piuttosto che ricercare una procreazione forzata in quel modo? Mi rendo conto che la paternità e la maternità "di sangue" sono un desiderio profondamente umano. Ma, a parte la considerazione che alla base della millenaria oppressione dell'uomo sulla donna c'è proprio l'originario e atavico desiderio da parte del maschio di avere la garanzia della progenie, aspetto che per ovvie ragioni biologiche implica una violenza e una discriminazione di cui le donne sanno bene, non mi risulta che tutti gli esseri umani debbano per forza procreare. In sostanza prolungando la speranza di vita (riuscendo, grazie a innovazioni farmacologiche e tecnologiche a garantire la vita a individui che solo pochi decenni fa sarebbero ineluttabilmente morti), si pretende anche di garantire la possibilità di procreare; mi sembra un atteggiamento "infantile" da parte della scienza, pretendere questo. Nulla contro il fatto che si riesca a garantire un'esistenza, magari preoccupandosi che sia anche decente, a molte persone. Ma non si può pensare di standardizzarne a un ideale essere perfetto le possibilità di queste persone. È preoccupante, perché tra l'altro questo indica che la scienza non ha un cervello collettivo, una riflessione comune, che non sia il profitto, e sappiamo quali danni quest'ultimo sia in grado di fare...

Paolino



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