Da "Umanità Nova" n.30 del 1 ottobre 2000
La follia del sistema
TSO: un caso di abuso psichiatrico in Sicilia
Erano i primi di agosto e Rocco Morra, anarchico palermitano da alcuni anni
impegnato nella denuncia degli abusi psichiatrici e volontario al "Telefono
Viola", un'associazione presente in varie località italiane che si
occupa degli abusi della psichiatria, si trovava in auto con i suoi tre figli
diretto ad un ristorante per la cena. Una telefonata gli segnala il caso di
Melina Ceppalonga, una donna di Monreale ricoverata all'ospedale Ingrassia per
un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) perché i vicini di casa non
sopportavano l'abbaiare dei suoi cani. Rocco volta subito l'auto in direzione
dell'ospedale, pensando di risolvere la faccenda in pochi minuti e poter poi
trascorrere tranquillo la serata.
Se una persona viene ricoverata per un TSO, è sufficiente dichiari per
iscritto la propria disponibilità a seguire una terapia perché il
trattamento abbia termine. Ma, in questo caso la faccenda assume ben altra
piega. Rocco trova Melina particolarmente prostrata, piena di lividi per i
quali la donna rivolge esplicite accuse a vari paramedici lì presenti;
ella inoltre dichiara di essere stata poc'anzi afferrata per i capelli ed
tenuta con la testa contro il pavimento.
Melina dichiara la propria intenzione di avviare la procedura di interruzione
del TSO e di voler firmare il modulo per l'accettazione delle cure. Dopo la
firma della donna, il foglio viene consegnato al dottor Cuffaro, il medico di
turno, che, anziché prenderne atto, inveisce violentemente contro la
donna e rifiuta di dar corso alla procedura di sospensione del TSO. Non solo:
medici e paramedici impediscono a Rocco ed ai suoi figli di uscire pretendendo
minacciosamente la consegna della copia del modulo rimasta nelle sue mani. Lui
ed i suoi bambini restano di fatto sequestrati a loro volta all'interno della
struttura sanitaria. La discussione si protrae per ore, Rocco chiede consiglio
telefonicamente ad un legale ed infine interviene la polizia. Solo a questo
punto Rocco riesce ad uscire dall'Ingrassia: non senza, tuttavia, che il medico
di turno gli abbia strappato il modulo dalle mani accartocciandolo.
Il giorno successivo Rocco, l'avvocato Fulvio Vassallo ed un gruppetto di altri
compagni fecero ritorno all'Ingrassia ma venne loro impedito l'accesso.
Melina sarà liberata solo l'11 agosto, dopo che l'istanza di sospensione
del TSO era stata presentata dall'avvocato Bellia. La sua vicenda sarà
ripresa da parecchi quotidiani locali.
Il caso di Melina non è che uno fra tanti: la lunga storia di
sopraffazione e violenza della psichiatria continua anche dopo la chiusura dei
manicomi. È la perdurante follia del sistema.
Marianna
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