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Da "Umanità Nova" n.32 del 15 ottobre 2000
La notte delle vacche nere
Carabinieri, licenza di spiare e...
La notte in cui tutte le vacche sono nere, secondo il filosofo tedesco Hegel,
rappresenta l'assoluto indistinto, nell'accezione più negativa del
termine, in cui nulla è più comprensibile. Nel tempo la massima
hegeliana ha assunto, anche tra in non addetti ai lavori, il valore di metafora
per indicare un'idea o un fatto che sono totalmente inconoscibili, per
definizione confusi. La storia che vi racconterò nel prosieguo si svolge
in una di quelle famose notti.
"Dopo 70 anni l'Arma trova una più moderna definizione e un più
moderno assetto." La definizione del ministro Mattarella, assegnato al
dicastero della Difesa, sembra piuttosto perentoria. Vediamo nel dettaglio
questa moderna rivoluzione occorsa ai Carabinieri. Formalmente l'Arma
dipenderà dal ministero dell'Interno, collocata autonomamente tuttavia
nell'ambito del ministero della Difesa, e non dal Dipartimento di pubblica
sicurezza, diventando la quarta forza armata del paese. Dunque controllo pieno
sui propri ufficiali (carriere, avanzamenti, arruolamenti). Ma non soltanto:
dipendenza diretta in caso di controversie di qualsiasi genere dal tribunale
militare, amministrazione interna totalmente autonoma, dotazione militare in
piena regola; un piccolo esercito, in buona sostanza, se teniamo conto della
capillare presenza sul territorio dei militi tricolore, meglio sarebbe dire,
ormai, dei militari tricolore.
Ma c'è di più. "È con eccezionale spudoratezza" ha
commentato Antonio Di Pietro, che un po' di Carabinieri e Polizia se ne
intende, "che il ministro della difesa ha voluto inserire in questi
provvedimenti, palesemente al di fuori della delega ricevuta, norme che
legalizzano sbrigativamente l'Ucsi (un servizio segreto illegale, censurato fin
dal 1995 dal Comitato di controllo sui servizi) e che affidano all'Arma poteri
informativi di polizia militare sottratti ad ogni forma di efficace verifica
esterna. È stato costituito di fatto un nuovo servizio segreto occulto."
Potenza delle parole. Sul termine occulto, infatti, ci sarebbe da mettersi a
ragionare, giacché l'unico sensibile cambiamento nell'attività
dei Carabinieri, alla luce dei nuovi tre decreti varati dal consiglio dei
Ministri, consiste nella legalizzazione ufficiale di operazioni di intelligence
variamente configurate che si svolgono da almeno cinquant'anni. La politica che
Di Pietro rappresenta ci aiuta esclusivamente a ricevere questa notizia
amplificata dai mass media; non è poco ma esiste, come in moltissime
vicende dell'Italia contemporanea, qualche difetto di memoria e il grande
regista di Tangentopoli si è utilmente servito, all'epoca, anche dei
buoni uffici dei Carabinieri per le sue serratissime indagini.
"L'Arma ci spia" aveva dichiarato Valerio Mattioli, appuntato scelto della
Benemerita, che dal 1998 ha cominciato una personale battaglia contro il suo
Comando generale, finita regolarmente su giornali e riviste, Umanità
Nova compreso, denunciando una schedatura, questa sì occulta, di oltre
70 milioni tra associazioni, partiti e singoli cittadini. Mattioli è
stato sospeso per "scarso rendimento" ed è a un passo dal licenziamento.
Aver scomodato addirittura il Garante per la privacy, Stefano Rodotà,
è cosa che negli alti gradi è stata considerata molto disdicevole
rispetto allo stile di vita che un sottufficiale deve mantenere se è
davvero "fedele nei secoli". Vecchio vizio, questo del controllo a distanza e
della compilazione di schede personali, un vizio che risale agli anni
dell'originaria costituzione del Patto Atlantico, quando il maccartismo
italiano vedeva rossi dappertutto. Fino alla metà degli anni '60 gli
stessi compiti dell'Ucsi (Ufficio centrale per la sicurezza) erano svolti
dall'USPA (Ufficio sicurezza del Patto Atlantico), che il generale De Lorenzo,
di cui abbiamo già raccontato in questi fogli, definì collaterale
del Sifar (Servizio informazioni forze armate).
L'insieme di queste notizie è disponibile nel volumetto "Primo rapporto
sul sistema di informazione e sicurezza", edito da Laterza nel 1995. Il
rapporto è stato redatto dal Comitato parlamentare per i Servizi di
informazione e sicurezza e per il segreto di Stato, ricostituitosi nel 1994,
nella XII legislatura. Il 6 aprile del 1995 Massimo Brutti, presidente del
Comitato, comunicava al presidente della Camera Irene Pivetti e per conoscenza
a quello del Senato Carlo Sconamiglio che era stato deliberato di presentare al
Parlamento la relazione del Comitato approvata nella seduta del 22 marzo 1995.
"Il Presidente del Consiglio dei Ministri, al quale il documento è stato
sottoposto," scriveva Brutti "non ha inteso apporre il vincolo del segreto
riconoscendo conclusivamente, con nota del 4 aprile 1995, all'organismo
parlamentare il potere di disporre in ordine alla pubblicità della
relazione..." Un documento talmente pubblico che è diventato persino un
libro. Da qui in poi le citazioni che sottopongo alla vostra lettura saranno
tratte dall'edizione Laterza.
"L'Ufficio centrale per la sicurezza (UCSI) assolve a compiti direttivi, di
coordinamento, di controllo per l'applicazione delle procedure di sicurezza
derivanti direttamente da norme interne o dagli accordi internazionali NATO e
comunitari. [...] La dottrina ha individuato la sua competenza fondamentale,
sulla base degli scarsi elementi di cognizione disponibili, nel `rilascio del
Nulla osta di sicurezza - così scrive Giovanni Cocco in un libro 1980 -
cioè di una forma di benestare che non solo condizionava l'accesso a
fonti riservate..., ma condizionava di fatto l'accesso ad una serie di
incarichi e di funzioni importanti fino a quelle ministeriali'. Va segnalato
che la formula `Nulla osta di sicurezza', qui riferita, è dubbia e,
almeno nell'ordinamento attuale, non esatta. Infatti, nelle norme regolamentari
riservate oggi in vigore, alla sigla NOS si fa solitamente corrispondere
l'espressione `Nulla osta di segretezza'." (pagg. 43 e 44) Un problemino mica
da poco, a rifletterci bene. Ma allora che cosa sono esattamente i NOS?
"Si tratta di una abilitazione (deliberata dall'ANS [Autorità nazionale
per la sicurezza, n.d.r.]) che concede ad una persona o ad una impresa (e
specificamente a determinate persone che la rappresentano) l'accesso a notizie,
documenti o materiali ai quali è attribuita una classifica di
sicurezza." (pag. 45) Come potete immaginare, ci stiamo addentrando in un
terreno viscido e pericoloso che ha a che fare con gare d'appalto per lavori
nei quali vi siano problemi di sicurezza, che certamente abbraccia
attività e affari di molte imprese e che ha condotto a partire dal 1993
allo scandalo delle tangenti Sisde (Servizio segreto sicurezza democratica,
quella parte degli 007 nostrani che vestivano abiti civili). Il rapporto di
Brutti e del Comitato parlamentare non esita a descrivere nei particolari tutta
la serie di anomalie che nel corso degli anni avevano trasformato in procedura
standard un sistema di "regole condivise" sulle quali esistevano riserve tali
da farle diventare oggetto addirittura di un'indagine del Parlamento. Oggi,
dunque, l'Ucsi passa in mano ai Carabinieri con annessi e connessi: l'articolo
8 del decreto di riordino della quarta forza armata stabilisce, a quanto
riporta La Stampa di qualche giorno fa, che i Carabinieri forniranno
all'Ufficio centrale tutte le informazioni necessarie per il rilascio dei NOS.
Informazioni esclusivamente in ambito di sicurezza militare e attività
collegate. La faccenda non è ovviamente chiara, perché se i NOS
corrispondono alla descrizione offerta dal Comitato di controllo, c'è
poco da insistere sulla natura squisitamente militare dell'acquisizione di
notizie. "Per l'Arma" ha soggiunto Mattarella "era importante adeguare il suo
regolamento del 1934. In questi settanta anni è cambiato il Paese e sono
cambiati anche i carabinieri. Non ci sono compiti nuovi, piuttosto la
varietà molteplice di compiti trova ora una definizione sistematica e
razionale."
Ed è questa la verità che sta sullo sfondo a sorreggere l'intera
impalcatura; una razionalizzazione, sancita da leggi dello Stato, per un'opera
costante, rigorosa, inarrestabile di acquisizione di informazioni, che vanno ad
aggiungersi alle decine di migliaia già possedute. Nella completa
libertà d'azione e all'interno di una struttura assolutamente svincolata
da qualsiasi norma di pubblica sicurezza.
Quanto all'onorevole Brutti, che all'epoca fu onorato di portare all'attenzione
del pubblico la sua relazione, indicando perentoriamente gli affanni di un
complesso sistema di procedure che non erano certamente in linea con i principi
ispiratori di una democrazia, la sua recente valutazione sulla riforma
dell'Arma e della Polizia suona così: "È stata portata a termine
un'operazione ambiziosa. Ai Carabinieri viene riconosciuta più
autonomia, alla polizia maggiore flessibilità. Certo, c'è una
forte conflittualità sindacale, ma bisogna rispondere con la pazienza e
il confronto." Nella notte delle vacche nere è sempre possibile dire
tutto e il contrario di tutto senza nemmeno accorgersene.
Mario Coglitore
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