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Da "Umanità Nova" n.32 del 15 ottobre 2000

Il contratto di settore delle comunicazioni
I lavoratori dicono no

Il contratto di settore delle comunicazioni: i padroni lo propongono, CGIL-CISL-UIL lo sottoscrivono, i lavoratori lo bocciano

È di una gravità eccezionale il comportamento dei vertici Confederali che hanno discusso e firmato con la controparte confindustriale il rinnovo del cosiddetto Contratto del settore delle Telecomunicazioni, in assoluta prevaricazione dei lavoratori interessati. Non solo si sono sottratti alle più elementari regole di una dovuta consultazione preventiva, ma non hanno neanche predisposto una adeguata informazione. Un esempio per tutti: del Contratto Nazionale firmato il 28 giugno è stata data comunicazione ufficiale un mese dopo. Cioè quando è stato firmato l'accordo aziendale Telecom, il 19 luglio.

Evidentemente un rinnovo contrattuale che pone al centro la riduzione dei costi e l'aumento della competitività aziendali, attuando la riduzione dei salari, l'aumento dell'orario di lavoro, una fortissima flessibilità, per i nuovi assunti il doppio regime e l'estensione dei contratti precari, ben difficilmente poteva avere l'approvazione preventiva da parte dei lavoratori. Per cui si è preferito farli trovare di fronte al fatto compiuto, sperando nella loro rassegnazione. Ciò è stato possibile anche grazie al ruolo svolto dalle strutture sindacali intermedie che fino all'ultimo hanno negato, nelle poche assemblee svoltesi, la portata reale delle trattative in corso, definendole semplice ricerca di punti generali di intesa tra le parti. È patetico l'atteggiamento di molti di costoro che assumono un atteggiamento critico dell'ultima ora, dimenticando con troppa facilità le responsabilità avute nella vicenda.

L'ELENCO DELLE PERDITE

È molto lungo. Lo scopo dichiarato dalle Confederazioni è quello di abbassare i costi, naturalmente a spese dei lavoratori, per fare in modo che le numerose aziende costituitesi recentemente nel campo delle gestioni delle telecomunicazioni, ciascuna delle quali hanno adottato un contratto di categoria diverso (metalmeccanici, commercio, ecc.) alcune se lo sono costruito in proprio, possano aderire, per convenienza di costi e di flessibilità, volontariamente al nuovo Contratto della Telecom, che allo stato attuale comprende aziende del gruppo Telecom (Telecom, Tim, Telesoft).

Non è una battuta affermare che in questo Contratto non troviamo una sola voce di miglioramento come giustamente ci si aspetterebbe, ma solo una lunga lista di riduzioni di diritti acquisiti in anni di lotte. Questo peggioramento è stato tutt'altro che recuperato, come si era preannunciato, all'interno dell'accordo aziendale, la cosiddetta "armonizzazione" che ha lasciato invece pezzi sostanziali fuori. L'elenco delle gravi perdite sarebbe lunghissimo. Ne riportiamo gli aspetti principali: i contratti precari (apprendisti, interinali, a termine...) fino al 35% del personale al sud e al 30% al centro nord. Il salario aumenta di 75 642 lire medie, in due anni, di cui una parte viene data a gennaio del 2001 e l'altra parte a gennaio del 2002. Per la copertura del 2000 (periodo 1 anno) viene data una "una tantum" di 1 200 000, di cui 600 000 ad ottobre e 600 000 a gennaio del 2001. La quattordicesima viene "congelata" ed esclusa dalla liquidazione. l salario minimo subisce un abbassamento di circa il 20% in applicazione del nuovo Contratto di Settore, che recupera nell'accordo aziendale, istituendo un apposito "superminimo ad personam" che i nuovi assunti, assieme ad altre voci, non percepiranno (nuovo regime). Questo "superminimo" assieme a ciò che resta della "ex quattordicesima" non sarà preso in considerazione nel ricalcolo dei futuri aumenti contrattuali. L'orario di lavoro che nel Contratto di Settore viene portato a 40 ore settimanali, con 72 ore di permessi annui, mantiene le 38,10 in Telecom/Tim nell'accordo aziendale, mentre la flessibilità dell'orario di lavoro è estesa a tutti, prevedendo un'ulteriore generalizzazione dei turni e la possibilità per le aziende di richiedere una differente collocazione degli orari giornalieri "informando" 48 ore prima le RSU. Il trattamento di malattia subisce un peggioramento. Si rende più facile all'azienda licenziare un lavoratore. L'elenco potrebbe continuare a lungo, ma crediamo sia sufficiente per dare l'idea dell'operazione confederale.

LA CONSULTAZIONE: UN BOOMERANG

Alla fine CGIL-CISL-UIL hanno deciso di affrontare i lavoratori convocando delle assemblee di consultazione, dove ogni regione ha adottato un metodo diverso di votazione, dalla alzata di mano, alla scheda nell'urna. In tale consultazione si poteva prendere in considerazione solo l'accordo aziendale, mentre si escludeva categoricamente il pronunciamento sul Contratto di settore, appannaggio esclusivo dei vertici confederali. I sindacati di base presenti (FLMUniti-CUB, Slai-Cobas, CobasTlc) hanno lanciato un appello per la raccolta di firme per indire un referendum tra i lavoratori sia sul Contratto di settore sia sull'accordo aziendale, esprimendo diffidenza sulla consultazione di CGIL-CISL-UIL. Questa iniziativa ha raggiunto un primo obiettivo con la consegna di 4.000 firme da parte di un corteo di circa 500 lavoratori a Roma nella mattinata del 26 settembre, all'Azienda e alle sedi sindacali di CGIL-CISL-UIL che, dopo una resistenza iniziale, hanno dovuto accettare la consegna, come forma di protesta. Nel frattempo altrettante firme sono state raccolte, per cui si provvederà ad un ulteriore "consegna".

Le assemblee di consultazione promosse da CGIL-CISL-UIL hanno comunque espresso un pesante giudizio negativo, registrando una bocciatura dell'accordo, con percentuali che vanno dal 75 all'80%, che suona anche come una pesante condanna e delegittimazione dell'operato dell'intera politica confederale degli ultimi mesi, quale l'accordo Telecom del 28 marzo (CIGS, mobilità, esternalizzazioni), oltre al Contratto di Settore. Lo stesso dissenso è stato espresso anche nelle altre aziende interessate: oltre la Telecom, la Tim e la Telesoft.

È in conseguenza di ciò che le organizzazioni del sindacalismo di base (FLMUniti-CUB, Slai-Cobas, Cobas Tlc) hanno proclamato uno sciopero generale per la giornata del 13 ottobre, con manifestazione a Roma, contro il contratto firmato dai confederali e contro la pesante ristrutturazione già in atto da parte dell'azienda a spese dei lavoratori della Telecom e della Tim. Viene posto in evidenza anche l'obiettivo di una immediata elezione dei delegati dei lavoratori, senza quote riservate, con il compito principale, in questo momento, di rilanciare una piattaforma contrattuale che nasca dalla reale volontà dei lavoratori.

Enrico Moroni



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