unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.33 del 22 ottobre 2000

Bolivia
Un vulcano sociale

La crescente miseria in Bolivia ha portato ad un inasprimento della lotta di classe ed a un'estensione dell'azione diretta dei lavoratori nelle città e nelle zone rurali con il fine di porre termine al governo fascistoide di Banzer. Infatti malgrado le apparenze sembra ormai aver perduto il controllo della situazione.

Il clima è stato sempre più teso a partire dal mese di aprile: si sono scatenati scioperi dappertutto, a tal punto che il 21 settembre il governo ha fatto intervenire la polizia e l'esercito al fine di sgomberare le strade bloccate dai manifestanti. Le forze armate hanno tolto pietre, alberi e diversi oggetti che costituivano prima decine di barricate innalzate in tutti i paesi dai diversi settori della popolazione che erano in lotta per i loro diritti: insegnanti, studenti, medici, contadini, produttori di foglie di coca, ecc... Questi ultimi hanno affrontato apertamente la polizia nella vallata di Cochabamba: questi incidenti sono stati causa di decine di feriti, 6 morti e 4 dispersi. I militari hanno usato le armi contro i manifestanti disarmati. Bisogna ricordarsi che questi produttori rivendicano la fine dello sradicamento della loro sola risorsa di sopravvivenza (la foglia di coca), il blocco della costruzione di edifici militari nella loro regione, una modificazione della riforma agraria e l'annullamento definitivo della legge che porterebbe alla privatizzazione dell'acqua.

Il coordinamento per la difesa dell'acqua ha completamente paralizzato la città di Cochabamba con delle barricate. I contadini più combattivi hanno anche organizzato dei posti di blocco sulla strada Cochabamba- Santa Cruz. Sono delle barricate che non cessano di moltiplicarsi da quando sono state teatro dei più gravi incidenti con l'esercito. Numerosi testimoni hanno denunciato l'uso di armi di guerra da parte delle forze repressive inviate da Cristal Mayu e che conterebbero 800 militari e 200 uomini della polizia nazionale. Da parte sua la piattaforma permanente per i diritti dell'uomo ammette la natura criminale e selvaggia degli incidenti e chiede le dimissioni del prefetto di Cochabamba per le sue responsabilità, nonchè il ritiro di tutte le forze armate da tutta la zona produttrice di foglie di coca.

UN MOVIMENTO GENERALIZZATO DI PROTESTA E DI RIVENDICAZIONE

In altri tre dipartimenti come quello d'Oruro, la più popolata e produttiva regione di queste zone agricole, sono state alzate delle barricate. Nonostante che sia stata decretata la militarizzazione di queste vie di collegamento, tuttavia il governo non è riuscito a tenerle sotto controllo. Nei fatti non ci sono più collegamenti nel paese. Ciò determina la mancanza di derrate alimentari che mettono in ginocchio le città bloccate dai dimostranti. Attraverso la camera nazionale di Commercio gli imprenditori si fanno minacciosi e denunciano "la totale assenza del governo".

Nel dipartimento di Santa Cruz, contadini e operai hanno occupato cinque campi petroliferi dell'Enron-Shell e dell'Exxon. Da parte loro gli indiani Yuracare che vogliono impedire che le multinazionali si impossessino dei loro territori sono entrati in lotta.

Gli insegnanti, che chiedono un aumento dei loro salari, in ogni loro manifestazione sono duramente repressi, licenziati ed immediatamente rimpiazzati. Gli studenti in lotta, solidali con gli insegnanti, sono in agitazione a Santa Cruz, La Paz e Sucre. In queste città i camionisti hanno bloccato le strade per denunciare, con gli studenti ed i lavoratori, l'accordo che vuole privatizzare la principale fabbrica della regione. La maggior parte delle arterie stradali sono controllate dai contadini.

A metà settembre, dei giudici corrotti sono stati sequestrati; il 21 settembre alcune banche hanno dovuto chiudere le loro porte sotto gli assalti dei manifestanti che lanciavano pietre su queste cattedrali dell'avvento del Denaro.

LA REPRESSIONE RADICALIZZA IL MALCONTENTO POPOLARE

Il governo deve dunque far fronte ad una fronda radicale e generalizzata del popolo boliviano e ha imparato a proprie spese che la repressione radicalizza le posizioni ed il malcontento popolare. I giovani libertari della Bolivia denunciano la preparazione di un piano repressivo del governo. Inoltre sono già iniziati alcuni arresti: Wilma Plata, una sindacalista è stata arrestata il 26 settembre, mentre altri dirigenti sono entrati nella clandestinità per sfuggire alla repressione. La principale centrale sindacale del paese, la Centrale Operaia Boliviana, COB, decreterà lo sciopero generale per trenta giorni. In diversi comparti, la base supera le parole d'ordine sindacali in modo spettacolare: la vettura del dirigente sindacale Santos è stata bruciata da dei contadini arrabbiati. I salariati di una fabbrica di cemento della città di Sucre hanno proclamato uno sciopero ad oltranza ed hanno occupato l'aeroporto della città. Altri settori della città a loro volta hanno promosso scioperi nelle diverse città.

Il contesto difficile ha condotto il ministro dell'economia boliviana a rinunciare a partecipare al summit del F.M.I. a Praga, dal momento che diversi gruppi , tra cui gruppi anarchici, hanno promosso una mobilitazione internazionale il 26 settembre contro il F.M.I.. Le forze armate hanno garantito al presidente il loro sostegno, mentre diversi organismi di difesa dei diritti dell'uomo hanno denunciato lo stato d'assedio nel quale si trova il paese. I nostri compagni della Gioventè Libertaria Boliviana proclamano l'autogestione operaia delle fabbriche del paese, la libertà di coltura e commercio della foglia di coca, la terra a chi la lavora, la fine della privatizzazione dell'acqua, il diritto all'educazione, alla sanità e al lavoro e l'abolizione della proprietà privata. E soprattutto chiedono che la solidarietà internazionale si mobiliti per sostenerli in questo momento.

Relazioni Internazionali della Fèdèration Anarchiste

(liberamente tradotto da Le Monde Libertarie n. 1215 da J.E.)



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org