Da "Umanità Nova" n.33 del 22 ottobre 2000
Morte della politica
Il circo equestre elettorale si anima
Le ultime settimane hanno visto, sul versante dei rapporti interni al ceto
politico, il verificarsi dell'accelerazione di alcune dinamiche che giungeranno
a piena definizione, con ogni probabilità, a primavera.
Il centro destra, penalizzato dal fallimento del tentativo di far svolgere in
anticipo le elezioni, vede con preoccupazione la ripresa di vivacità del
centro sinistra che si prepara a raccogliere consensi, soprattutto nei gruppi
sociali dominanti ma anche in quote di elettorato popolare, sulla Legge
Finanziaria.
Nello stesso tempo, il prolungarsi della fase pre elettorale rischia di mettere
a repentaglio la pace provvisoria che caratterizza quel vero e proprio campo di
Agramante che è, come lo è il centro sinistra, il Polo.
La recente, e ripugnante, iniziativa della Lega Nord contro una moschea ha
infatti reso evidente:
- che la Lega deve, comunque, caratterizzarsi su alcuni temi precisi quali
l'ostilità di carattere xenofobo contro gli immigrati;
- che le operazioni che conduce sono inaccettabili per i settori del centro
destra che vogliono conquistare settori di elettorato moderato.
Se, in aggiunta consideriamo, che il padronato riconosce ormai apertamente
l'opportunità di avere una quota di immigrati regolari da utilizzare
nelle proprie aziende che persino l'UGL (il sindacato postfascista) si propone
di organizzare sindacalmente questa quota di forza lavoro, appare evidente come
un razzismo rozzo ed esplicito è disfunzionale allo sviluppo di una
destra moderna e liberale.
In queste contraddizioni dell'area berlusconiana la sinistra può
inserirsi per trarne qualche vantaggio elettorale e per riprendere le vecchie e
gloriose bandiere dell'antirazzismo, bandiere peraltro sin troppo spesso
lasciate cadere nel fango.
Nel campo del centro sinistra, prosegue il tentativo di dar vita ad una
credibile seconda gamba dell'alleanza, una seconda gamba "moderata" e centrista
capace di sottrarre voti al Polo e di accreditare un'immagine del fronte
progressista non subalterno ai DS.
È sin troppo evidente che il ceto politico centrista dell'area
"progressista" è pletorico, frantumato, privo di ogni capacità
progettuale ma, in fondo, questo non è un vero problema.
La leadership di Rutelli è volta proprio a miscelare un beverone
composto da ex democristiani, ex socialisti, ex qualsiasi cosa uniti solo
dall'esigenza di porgersi all'elettorato come uno schieramento moderno,
piacente, accattivante.
Un ulteriore, se ve ne fosse bisogno, esempio di morte della politica se per
politica si intende un'attività, magari deplorevole, ma almeno fondata
su programmi identità, tradizioni, radicamento.
La fine della politica parlamentare, il suo esplicito ridursi ad avanspettacolo
apre la strada al diretto esercizio del potere da parte delle corporazioni e
degli apparati che detengono il controllo dell'economia e della comunicazione
ma pone anche all'ordine del giorno spazi nuovi per la critica della mediazione
politica e per una ripresa di iniziativa sociale.
Quale sarà la dinamica dominante non dipende certo da noi ma anche la
nostra azione concorrerà a definire lo scenario sociale e politico dei
prossimi mesi.
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