Da "Umanità Nova" n.34 del 29 ottobre 2000
Scioperi/16 ottobre
Migliaia di lavoratori nelle piazze
I recenti importanti scioperi nella scuola, nei trasporti, nelle
telecomunicazioni e nel pubblico impiego hanno visto il sindacalismo di base
dividersi rispetto alle date ed agli obiettivi. I due pezzi che pubblichiamo
rispecchiano queste divisioni: riteniamo tuttavia possano rappresentare uno
stimolo per la riflessione e per il dibattito.
Ventimila lavoratori della scuola erano in piazza a Roma
lo scorso 16 ottobre. Le adesioni allo sciopero sono state mediamente del 15% ,
secondo dati forniti dal Ministero rilevati sulla prima ora di lezione. In
realtà, dalle rilevazioni che l'Unicobas sta facendo, la percentuale
è sensibilmente più alta.
Un risultato più che soddisfacente, nonostante i limitati presupposti di
riuscita che la giornata poteva avere, a causa della tormentata genesi di
questo sciopero.
Ignorata la proposta Unicobas di convergere su uno sciopero nella prima decade
di ottobre, i vertici Cobas e Gilda hanno individuato la data del 16 ottobre,
sulla quale, per non rischiare la frammentazione del sindacalismo di base,
anche l'Unicobas ha poi spostato la propria indizione di sciopero.
Il risultato è stato quello di mettere a disposizione dei sindacati di
stato una data appetibile come quella del 9 ottobre, consentendo loro di
anticipare il sindacalismo di base e di raccogliere quel diffuso malcontento
che, in una categoria assai poco sindacalizzata (38%) e poco incline a
schierarsi utilizza come canale la prima data disponibile.
In ogni caso, anche per le evidenti differenze nelle piattaforme e nelle
rivendicazioni, la categoria, nel suo complesso, è stata in grado di
mobilitarsi due volte nel giro di una settimana, anzi tre, considerando anche
l'appuntamento CUB del 13 ottobre. Il che non è poco: significa che
praticamente tutti hanno scioperato.
Un segnale importante, su cui sarebbe utile che il sindacalismo di base
riflettesse, anziché perdersi in logiche deleterie e settarie, che si
manifestano non solo nelle opzioni ma anche nella prassi delle dirigenze. Basti
ricordare che le dirigenze Cobas e Gilda - ultimamente assai affiatate - non
hanno consentito all'Unicobas l'intervento al comizio conclusivo della
manifestazione del 16 ottobre, accordando invece la parola alla CISAL, che non
aveva nemmeno indetto sciopero.
Nello scorso febbraio, organizzato dai sindacati di base, si è avuto un
imponente sciopero contro la differenza salariale per merito. Ora la partita si
gioca principalmente sugli aumenti salariali, che per il sindacalismo di base
reale - quello che evidenzia le funzioni di tutti quanti i lavoratori della
scuola, di qualsiasi ordine e mansione - significa aumenti per tutti.
La rivendicazione economica è fondamentale, soprattutto nel momento in
cui sta per essere varata la finanziaria; lo sa bene il Governo, che proprio
nei giorni successivi allo sciopero ha emanato un decreto che riduce le
assunzioni dei precari, fornendo così ai sindacati di stato la
scappatoia ad una vertenza che si è fatta incalzante e, insieme,
l'occasione per poter trattare al ribasso: In altre parole: o gli aumenti o le
assunzioni, senza considerare che il taglio delle assunzioni è
già stato decretato, mentre sugli aumenti è nebbia fitta. In ogni
caso un ricatto di nessun valore per chi chiede aumenti salariali e di
organici, ma balordamente utilizzabile per chi, come i sindacati di stato, si
cala in una vertenza importante in modo puramente strumentale, con un occhio
alle prossime elezioni delle RSU ed un altro alla difesa delle
compatibilità finanziarie.
Sta quindi al sindacalismo di base riuscire a dare segnali forti alle categoria
ed imporre una svolta decisiva alla vertenza.
Patrizia
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