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Da "Umanità Nova" n35 del 5 novembre 2000

Praga
Libertà per tutti gli arrestati

A Praga 11 prigionieri sono stati rilasciati, altri restano in galera o risultano scomparsi. Pubblichiamo il resoconto fatto circolare in rete dal gruppo di assistenza legale che sta lavorando per il rilascio di tutti i compagni incarcerati a seguito della manifestazione del 26 settembre.

11 prigionieri sono stati rilasciati nei giorni scorsi: 1 danese, un tedesco, due spagnoli, 7 ungheresi. Il compagno tedesco e la compagna ungherese sono stati rilasciati senza che alcuna accusa fosse formulata contro di loro: le tre settimane trascorse nelle galere ceche non trovano quindi alcuna motivazione ufficiale.

Le accuse emesse nei confronti degli altri vanno da quelle del tutto ridicole (come tirare una pietra per rompere una finestra) a quelle più serie come aggressione a pubblico ufficiale. Ma per lo più si tratta di persone picchiate dalla polizia che vengono accusate di aggressione per aver tentato di sottrarsi alle botte.

Havel ha appena firmato l'amnistia per Andreas Leitner, un austriaco sedicenne che ha trascorso un intero mese in galera per aver spaccato un vetro del costo di 8.000 corone (circa 190 dollari). Il suo caso è un eccellente esempio della crudeltà e della mancanza di garanzie esistente nella Repubblica ceca.

Continuiamo a lavorare per la liberazione degli ultimi compagni arrestati dopo la manifestazione del 26 settembre.

Sono ancora in galera un danese, accusato di aver assalito la polizia, un inglese e un polacco cui viene imputata la distruzione dell'insegna di un McDonald's, ed un ceco di cui si ignora l'identità e la cui liberazione appare più difficile di quella degli stranieri.

Scomparsi

Risultano scomparsi ancora due rumeni e un americano la cui presenza nelle galere ceche era menzionata nella conferenza stampa rilasciata all'inizio di ottobre dall'ambasciata ceca a Londra ma dei quali oggi il Ministero della Giustizia dichiara di non sapere nulla.

Non si sa più nulla di due curdi portati con altri al centro di detenzione di Balkova ma non rilasciati con quelli: di loro non sappiamo nulla perché non ne conosciamo neppure i nomi.

C'è anche un'ucraina estranea alle proteste del 26 settembre ma fermata perché senza passaporto, trasportata con la forza a Balkova e in procinto di essere espulsa.

Al centro di detenzione di Balkova, già in passato oggetto di denunce per violazione dei diritti umani e per abusi, è stata impedita la visita persino al Consiglio per i diritti umani, che essendo un organismo governativo, avrebbe dovuto avere libero accesso.

Gruppo di sostegno legale di Praga



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