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Da "Umanità Nova" n35 del 5 novembre 2000
Senza Frontiere
Brevi dal mondo
Escalation di violenze a Papua Occidentale
È trascorso meno di un anno da quando Abdurramah Wahid si
è insediato alla presidenza dell'Indonesia. Fra i primi provvedimenti
tesi a calmare il diffuso clima di ribellione delle popolazioni indigene che
abitano Irian Jaya (la parte occidentale dell'isola di Papua), da sempre in
lotta per l'indipendenza, vi era stato il consenso ad esporre la loro bandiera
sotto quella indonesiana. Ma evidentemente i piani di pacificazione, con
relativa concessione dell'autonomia ai nativi dell'isola, sono stati
accantonati. Agli inizi di ottobre è giunto l'espresso ordine del nuovo
capo della polizia di Giacarta, generale Surojo Bimantoro, di rimuovere il
vessillo indipendentista. L'ingiunzione era stata preceduta dall'invio nelle
zone centrali dell'isola, abitate prevalentemente dai Dani, di sei aerei da
guerra con alcune migliaia di soldati, di rinforzo alle truppe di stanza
sull'isola.
A Wamena, 300 km dalla capitale Jayapura, le popolazioni native hanno
accompagnato l'ammainabandiera con un fitto lancio di sassi. I militari hanno
risposto con le armi causando due morti e numerosi feriti. Immediata è
stata la reazione: nei giorni seguenti vi sono stati nella zona incendi di
abitazioni e l'uccisione di immigrati giavanesi, di cui alcuni con il taglio
della testa. Una manifestazione di 2.000 nativi, che si è diretta verso
un posto di polizia, è stata accolta a colpi d'arma da fuoco con altri 4
morti fra i manifestanti e 8 poliziotti feriti.
(a cura di A.N.)
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