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Da "Umanità Nova" n.37 del 19 novembre 2000

Balôn libero!
Torino: la giunta di sinistra vuole chiudere il Balôn

Troppi sono gli interessi e gli appetiti che si accavallano intorno all'area che si snoda da Porta Palazzo sino alla piazza dell'Arsenale dove settimanalmente, da circa due secoli, si tiene il Balôn, tradizionale mercato torinese delle pulci.

A due passi dal palazzo del comune, praticamente nel cuore della città, con la sua disordinata confusione e animazione, è sempre stato una spina nel fianco di tutte le giunte, sia di destra che di centro che di sinistra, che vorrebbero per lo meno regolamentarlo e controllarlo, in una parola snaturarlo. Le spinte in questa direzione non mancano: da un lato vi sono i residenti che - poveretti - al venerdì sera non possono parcheggiare l'auto sotto casa, poi vi sono i proprietari che vorrebbero "bonificare" la zona per veder aumentare il valore catastale del loro immobile, seguono i commercianti dei negozietti antiquari che si cullano nell'illusione di far diventare, una volta cacciati gli stracciaroli, la zona un luogo chic in cui i "ricchi" della collina scendano a frotte ad acquistare le loro merci. A tutta questa mala genia negli ultimi tempi si è aggiunto il cacicco, investito di santa madre chiesa, signore di Borgo Dora e dintorni (fiumi e giardini compresi) Ernesto Olivero, insediatosi (grazie all'intercessione del padrino Andreotti) con il Sermig proprio sulla piazza dell'Arsenale. Come tutti i potenti non si vede mai, ma - si sa - trama nell'ombra con banche, giunte e faccendieri vari. Il progetto di risanamento del Balôn è inserito nella logica del Potere di cacciare i poveracci dai centri delle metropoli (che devono diventare i salotti di rappresentanza della borghesia, grande e piccola) relegandoli nelle estreme periferie. È evidente che tale progetto fa gola a tutti gli amministratori, poiché prevede cambiamenti drastici, appalti, ruspe, mazzette, favori agli amici, voti futuri ecc. ecc.

Il sindaco Castellani, ormai alla fine del mandato con l'impossibilità di rielezione, troppo occupato a pensare come dividere la torta delle Olimpiadi del 2006, non si occupa di questo affaruccio e lascia carta bianca al suo vice, il caporale dei granatieri DS Carpanini, il quale, da vecchia volpe della politica, sa bene che il problema non si può affrontare di petto ma con larghi giri. Una chiusura del Balôn causerebbe la rivolta di tutti i rivenditori: italiani, zingari, arabi, ecc. la cui sopravvivenza dipende dal mercato. Come fare? Questa volta la provvidenza lo aiuta (dopo la caduta del muro di Berlino sembra che dio aiuti anche gli ex comunisti) con una bella alluvione, che causa un po' di danni ai negozi della zona costringendo, a causa dei lavori di ripristino, alla chiusura forzata per due settimane del mercato (più una a causa della pioggia).

Che cosa pensa allora il nostro baldo vicesindaco? Se la gente che vende sulla piazza non ha lavorato per tre settimane senza protestare contro l'alluvione, perché dovrebbe aversela a male se il mercato lo spezzo in due? Si sa, la vista di troppi film di Rocky fa questo effetto sui pidiessini. E qui gli scappa un'ordinanza. Per decreto di sua maestà Carpanini la piazza Borgo Dora e le vie annesse non sono più zona mercato, che verrà relegato in piazza dell'Arsenale e nella parte adiacente Porta Palazzo: in mezzo: tante auto parcheggiate, desolazione, vigili e sbirri in quantità. Il primo sabato il giochino non riesce poiché alcuni venditori, dopo aver effettuato un blocco stradale a singhiozzo, aprono lo stesso. Il sabato successivo, dopo una trattativa del "bere o affogare" la maggior parte dei venditori di piazza Borgo Dora accetta di farsi rinchiudere in una riserva appositamente predisposta dal generale Carpanini. La politica del divide et impera ha sempre dato i suoi frutti. Questa volta la presenza di sbirri e caramba sarà moltiplicata in modo che a nessuno venga in mente di uscire dalla riserva. Alcuni irriducibili, una decina di ragazzi delle case anarchiche occupate, se ne fregano del vicesindaco e dei suoi divieti, improvvisano una bancarella di cose vecchie esponendo la scritta "Balôn liber". Prontamente accorrono una decina di vigili a chiedere i documenti che nessuno vuol dare, viene chiamato il 7deg. Cavalleria e sono circondati da numerosi sbirri che minacciano di portare in caserma chi non vuol dare le generalità. Un ragazzo, il quale aveva affermato che le due o tre paia di jeans sdruciti sequestrati dai vigili erano suoi, viene multato per la modica somma di dieci milioni di lire. La cosa è talmente assurda e demenziale che quando si cerca di far circolare la notizia siamo costretti ad esibire il verbale, poiché nessuno ci crede.

La Stampa del giorno successivo esalta l'operato del vicesindaco, ormai non si parla più di alluvione ma di ordine pubblico. Carpanini gioca a carte scoperte. Il suo sporco disegno non passerà. Il Balôn non si tocca.

Tobia



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