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Da "Umanità Nova" n.38 del 26 novembre 2000
Da Nizza a Palermo
Contro gli stati e i loro gendarmi
Pochi giorni separano le scadenze di Nizza, quando si riuniranno i vertici
dell'Unione europea per approvare una Carta dei diritti, e di Palermo, quando i
capi di stato riuniti nell'Onu si daranno appuntamento per siglare una
Convenzione contro la criminalità transnazionale.
Sono due appuntamenti diversi, e dislocati in luoghi abbastanza lontani per
sospettare una convergenza di massa, dalle regioni continentali italiane ed
europee, verso la ridente città della Costa azzurra, penalizzando un
poco la stupenda città siciliana. Eppure, appena il secolo scorso, mille
individui, sognanti in parte, forse consapevoli del destino di annessione ai
Savoia, comunque partirono alla volta della Sicilia. A Palermo li riaspettiamo
ancora...
Nizza e Palermo si differenziano dagli appuntamenti precedenti avviati a
Seattle, questa volta la mobilitazione popolare non si scaglia contro i padroni
"illegittimi" del pianeta - ossia le oligarchie economiche e finanziarie che si
autorappresentano a Davos o nelle riunioni del Wto, della Banca mondiale, del
Fondo monetario. Questa volta la mobilitazione è politica, contro il
progetto di una Unione europea tutta costruita dall'alto di negoziati, e contro
una Organizzazione delle Nazioni Unite che, lungi dall'essere ineffettuale,
possiede al proprio interno l'unico organo di potere mondiale decisionale, quel
Consiglio di sicurezza dominato da cinque potenze nucleari mondiali, e sopra
quelle da una superpotenza politica, economica, culturale: gli Stati Uniti.
Ebbene, la posta è la legittimità tutta politica di gestire
dall'alto le nostre esistenze, accentrando sempre più la catena
gerarchica decisionale, rarefacendo i passaggi di delega come pure esigerebbe
una concezione rappresentativa della democrazia, poiché anche la
politica si sta tecnicizzando riservandosi ad una élite che non sopporta
più nemmeno il fastidio di farsi eleggere con elezioni che ormai, per
definizione, sono manipolate e manipolabili a livello tecnico (modalità
del voto, tecnicismi delle regole elettorali), a livello culturale (il
linguaggio politichese), a livello intellettuale (la capacità ottenuta
da una formazione insufficiente di farsi una propria opinione senza delegare il
cervello ai mezzi di disinformazione di massa), a livello politico stesso
(autonomia dei partiti dalla vita quotidiana, rinchiusi come sono nei palazzi
delle istituzioni).
Lo stato, i governi, i regimi politici ritornano paradossalmente a essere i
bersagli di una critica radicale che investe la civiltà politica stessa,
dell'Europa in via di costruzione (Nizza) e del mondo per come è
ordinato (Palermo).
Ecco perché è importante essere a Nizza e a Palermo, specialmente
per noi anarchici che non ci illudiamo sul declino degli stati nazionali a
favore delle oligarchie economiche e finanziarie, in quanto sicurezza, ordine
pubblico e forza restano saldamente nelle mani del nemico pubblico n. 1: lo
stato.
Salvo Vaccaro
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