Da "Umanità Nova" n.38 del 26 novembre 2000
Criminalità di stato
A Palermo il 12 dicembre contro il crimine globale
Dall'11 al 15 dicembre, Palermo ospita un Vertice delle Nazioni Unite per
siglare una Convenzione contro la criminalità transnazionale. Il sindaco
Orlando e la sua Giunta, il Prefetto e le Autorità nazionali stanno
predisponendo il meglio per assicurare che l'incontro si realizzi con tutti i
comfort per i nostri illustri ospiti, tra i quali si annoverano fior fiori di
criminali, che hanno sulle coscienze crimini senza dubbio non inferiori a
quelli mafiosi. Grandi risorse e grandi investimenti sono destinati per
abbellire la nostra città - si parla di 90 miliardi di lire - senza che
qualcosa rimanga sul suolo in maniera permanente. Infatti chi ci governa ha
deciso di spenderli in opere di maquillage.
Gli immigrati che vivono a Palermo - malamente perché lontani dalle loro
terre e dai loro cari, e malamente perché non sempre Palermo li accoglie
con simpatia e li mette in condizioni di poter lavorare dignitosamente, senza
sfruttamento - abitano in un centro storico, il più grande d'Europa, che
si è svuotato dei palermitani anni orsono perché fatiscente e
degradato. E ancora oggi lo è. Colpevolmente.
Da anni promettono investimenti per il risanamento, tuttavia le case abitate
dagli stranieri, le condizioni igieniche in cui sono obbligati a vivere, non
sono del tutto decorose. Ebbene, per questo vertice dell'ONU nessuna lira
è destinata per offrire una condizione di decenza per chi abita il
centro storico, probabilmente perché la cosa non riguarda pochi
palermitani doc, e invece riguarda i non-cittadini sebbene residenti e persino
integrati da anni.
Anche per questo il 12 dicembre protesteremo per le strade di Palermo.
Ci inquieta inoltre l'abuso di potere che viene attuato senza risparmio di
energie. Quelli che, eufemisticamente, vengono chiamati "disagi" in concreto
potrebbero essere rappresentati da qualche esponente delle forze di sicurezza
intruso in casa propria, che chiede conto e ragione dei propri spostamenti,
delle proprie abitudini, frequentazioni, esigenze quotidiane,
dell'attività lavorativa. Da alcuni giorni, infatti, sono fortemente a
rischio la nostra privacy, la nostra libertà di movimento in
città, già messa a dura prova non tanto dai cortei che
quotidianamente ci ricordano quali siano i veri problemi di una città
del sud come Palermo, quanto dai numerosissimi lavori stradali che impegnano
buona parte dei miliardi piovuti a Palermo per abbellire palazzi privati e
edifici pubblici, quando di ben altra, migliore e permanente destinazione
avremmo avuto bisogno.
Per tutelare la sicurezza dei potenti della terra, che già sono in grado
di orientare i satelliti per spiarci dentro i nostri appartamenti, finiremo col
dover ospitare cecchini sui nostri tetti e nei nostri balconi, e magari ci
capiterà di dover fornire i nostri dati personali a qualche cervellone
del Ministero per una immensa schedatura di massa che nemmeno ai tempi del
duce...
Che fine faranno i dati presi? Potremo entrare e uscire liberamente dalle
nostre case? Potremo andare al lavoro come ogni giorno? Potremo accompagnare i
nostri bimbi nei pochissimi parchi o giardini della nostra città? Saremo
in grado di fare normalmente la spesa? Potremo ospitare chi vogliamo tra le
mura delle nostre case?
Le Autorità nazionali e locali - per quello che contano, visto che l'ONU
ha inviato i suoi "boys" per tutelare la sicurezza di Lor signori, i quali
temono per i crimini commessi nelle guerre che scatenano, per la povertà
cui non destinano le stesse risorse che invece deviano verso l'acquisto di armi
sempre più sofisticate e micidiali, per gli embarghi che decretano
affamando e uccidendo bambini, per la pena di morte che infliggono rincorrendo
tendenze elettorali incivili o addirittura tutelando esclusivamente la propria
sopravvivenza al potere - ci rassicurano dicendo che occorre ripulire la
"vetrina". Ma quale città normale sarà presentata dal sindaco ai
potenti della terra, se sarà assediata e militarizzata come mai prima di
ora, se sarà svuotata dei cittadini, se avrà vissuto giorni di
sospetti verso quell'extracomunitario, verso quel fuori sede universitario,
invitato a ritornarsene a casa, verso quel ragazzo a cui viene suggerito di non
andare a scuola, verso quel commerciante che già sa della chiusura del
centro scoraggiando qualunque affare.
Siamo realmente inquieti delle misure militari prese per fare pulizia,
perché ci ricorda l'apartheid in Sudafrica, perché ci ricorda la
pulizia nei Balcani; e ora Palermo viene "invitata" a fermarsi una settimana, e
i suoi cittadini a subire disagi quali perquisizioni, schedature, controlli
spionistici, investigazioni mirate per potenziali sospetti che intendano
dissentire dalle celebrazioni dei potenti della terra. Per non parlare delle
cariche contro i disoccupati, privati non solo del lavoro ma persino del
diritto di urlare la propria disperazione e la propria rabbia verso una
società ingiusta e divisa.
Anche per questo, martedì 12 dicembre protesteremo per le strade di
Palermo.
Ma vi saremo anche per altre ragioni.
Ciascuno degli immigrati residenti a Palermo proviene da una terra, da una
nazione, da uno stato, che in pratica li ha costretti a emigrare, a trovare
lavoro e sopravvivenza lontano dalle loro case. Povertà, guerre,
miseria, oppressione, sono queste le ragioni della condizione migrante nel
mondo oggi. Non che ieri fosse diverso, solo che oggi per noi si tratta di una
novità - ieri "esportavamo" emigranti, oggi "importiamo" immigranti -
mentre per molti oggi il destino sembra essere perenne.
Questa situazione epocale a livello globale non è fatale, checché
ne dicano i sacerdoti di qualunque dio vendicativo. I responsabili della
miseria, della povertà, delle guerre, dell'oppressione da cui fuggono i
migranti, hanno nome e cognome. Sono le grandi potenze del mondo, sono i regimi
dittatoriali e post-coloniali, sono le Nazioni Unite in un sistema che rafforza
la divisione nord/sud.
Ebbene, questi responsabili verranno a Palermo per cercare di rifarsi una
credibilità abbondantemente persa in tutti questi anni in cui nulla
hanno fatto per rimediare alla fuga dalle terre dei vari sud del mondo, anzi
hanno dato corso all'emigrazione in parte perché costretti dalle forme
attuali di dominazione economica, in parte perché complici nella corsa
all'arricchimento personale che ogni élite nazionale pratica in un
gigantesco effetto mimetico con i ricchi del pianeta.
I responsabili di queste nazioni saranno a Palermo nel mese di dicembre per il
vertice dell'ONU: quale migliore occasione per ricordare loro, qualora
l'avessero dimenticato, che esistono anche i migranti, quelli che sono fuggiti,
quelli che sono partiti in cerca di migliore fortuna, che sono stati costretti
a inventarsi una vita altrove? Quale migliore occasione per ricordare ai loro
nuovi padroni che una società plurale e piena di differenti non è
uno spauracchio se non per le élite che intendono continuare ad
arricchirsi alle loro spalle, alle nostre spalle?
Anche per questo, martedì 12 dicembre protesteremo per le strade di
Palermo.
Il Coordinamento- Action Against Global Crime 2000 che agisce a Palermo per
protestare contro una spartizione del mondo ad opera dei grandi potenti della
terra, organizza la manifestazione di protesta del 12 dicembre per le vie della
città. È un'opportunità per dar voce alla metà
della popolazione mondiale che, casualmente, vive nei mille sud del pianeta. E
Palermo è uno di questi.
Se credete in questa possibilità, se pensate di cogliere
l'opportunità della presenza a Palermo dei responsabili dei delitti e
dei crimini del pianeta, tra cui la necessità di una emigrazione che
sradica dalle proprie case, ebbene il 12 dicembre è un appuntamento
importante per dar vita ad una grande festa cittadina che rovini la festa ai
padroni della terra.
Da due documenti del Coordinamento -Action Against Global Crime 2000 -
Palermo
Per contatti: quasi tutti i pomeriggi allo 091-349192. Fax: 091-349250. E-mail
è: agcpalermo@interfree
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