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Da "Umanità Nova" n.39 del 3 dicembre 2000

Chi ci pensa alle pensioni?

Il tema delle pensioni è scomparso dalle prime pagine dei giornali. Anche una ghiotta occasione, la presentazione della legge finanziaria per l'anno prossimo, è passata senza che i pennivendoli al soldo dei capitalisti abbiano lanciato la solita campagna contro i mali del sistema pensionistico italiano.

L'anno scorso non passava giorno senza che giornali e televisione vomitassero attacchi al sistema pensionistico, secondo i desideri di Governo e Confindustria, e chiedessero di anticipare la verifica della riforma Dini.

Oggi invece niente, nonostante che il 2001 sia l'anno della verifica della riforma Dini, nonostante che il 2001 sia l'anno delle elezioni politiche.

L'unica spiegazione è che, chiunque vinca le lezioni, l'accordo c'è di già, per un ulteriore peggioramento delle condizioni per chi andrà in pensione, per il lancio dei fondi pensione e per l'utilizzo del TFR. Meglio allora non attirare l'attenzione, non suscitare preoccupazioni che si potrebbero trasformare in iniziative di lotta contro l'ennesimo furto ai danni del reddito proletario.

Del resto un garante, e ai più alti livelli dello Stato, la borghesia ce l'ha già.

In un intervento presso l'Unione Europea, pochi giorni prima della sua elezione a presidente della repubblica, Ciampi aveva attaccato duramente la previdenza, le pensioni, e tutti i meccanismi che ostacolano lo sfrenato sfruttamento dei capitalisti. Con questo intervento, anche se snobbato dai partner europei, Ciampi si poneva alla testa dell'alleanza fra Governo e capitalisti che, mentre gli aerei dell'alleanza occidentale bombardavano la Jugoslavia, bombardava la previdenza.

Di passaggio, ricordiamo che il primo a fare il nome di Ciampi è stato Bertinotti...

Non bisogna credere, comunque, che con Ciampi presidente della repubblica, con una probabile intesa informale tra Confindustria e sindacati di stato sulla gestione della previdenza integrativa, con i partiti impegnati a fare delle pensioni una merce di scambio del mercato della politica, i giochi siano fatti.

Se le classi dominanti hanno interesse a far passare la cosa sotto silenzio in attesa dell'estate per fare l'ennesimo accordo balneare con le fabbriche chiuse, bisogna riaccendere i riflettori su questo argomento, se i partiti politici vogliono una campagna elettorale che nasconda i temi della lotta fra le classi, bisogna stimolare i lavoratori e i pensionati alla lotta, a far sentire la propria voce.

Solo una forza politica estranea ai giochi di potere, che vede nello Stato il principale nemico del proletariato, può sottrarre il movimento dei lavoratori all'influenza di chi vede il proprio futuro nei compromessi con i partiti parlamentari, solo un movimento operaio autonomo può difendere i diritto di tutto il proletariato. Le pensioni possono essere un buon terreno di lotta contro i padroni e il Governo, un terreno vincente.

Tiziano Antonelli

t.antonelli@tin.it



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