unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.40 del 10 dicembre 2000

Senza Frontiere
Brevi dal mondo

Bangladesh - ennesimo assassinio del capitale: 50 operai morti in fabbrica

In Bangladesh 2000 fabbriche tessili, in cui lavorano un milione e mezzo di operai, soprattutto donne e bambini, producono, con l'esportazione in Europa e Stati Uniti, il 70 per cento dell'intero introito annuale del paese in valuta pregiata, circa 11mila miliardi di lire.

Le condizioni di lavoro in queste fabbriche, che in media hanno fra i 500 e i mille operai, sono pessime: nessuna norma di sicurezza, nessun interesse alle condizioni di lavoro.

Il 26 novembre, nell'ennesimo incendio di una maglieria, in cui lavoravano più di 500 persone, almeno 50 operai, per la maggior parte donne e bambini assunti contro ogni regola, sono morti soffocati dal fumo e bruciati prima che i pompieri potessero sfondare la porta d'ingresso, sbarrata per ragioni di "sicurezza".

Centinaia anche i feriti, specie tra chi ha cercato di salvarsi gettandosi dalle finestre o precipitandosi dalle scale in fondo a cui ha trovato la porta chiusa.

Sono nuove vittime che vanno ad accumularsi alle altre centinaia degli ultimi dieci anni: teatro della tragedia un'azienda di Narshingdi, cinquanta chilometri a nordest di Dhaka, la capitale del Bangladesh.

Mozambico - centinaia in piazza ai funerali di un giornalista

Diverse centinaia di persone hanno preso parte il 24 novembre a Maputo, ad una marcia silenziosa indetta per protestare contro l'assassinio del giornalista Carlos Cardoso, ucciso giovedì pomeriggio nel centro della capitale del Mozambico. Cardoso era nato 49 anni fa a Beira da genitori portoghesi e si era distinto per la qualità del suo giornalismo investigativo e la difesa della libertà di stampa. Il suo impegno civile e politico lo aveva portato, durante gli studi universitari compiuti in Sudafrica, a scendere in campo contro la politica di segregazione razziale. Fu espulso dal Paese dell'apartheid nel 1974, per aver sventolato la bandiera del Frelimo (Fronte di liberazione del Mozambico) durante una manifestazione tenuta all'università di Witswatersrand. Tornato in Mozambico, Cardoso contribuì alla lotta contro il colonialismo portoghese e, una volta proclamata l'indipendenza del Paese, rimase a Maputo. Al momento della sua morte dirigeva il quotidiano "Metical" che stava pubblicando i nomi delle persone coinvolte in una truffa, compiuta ai danni della Banca centrale del Mozambico e fruttata oltre 360 miliardi di lire.

Spagna: repressione contro i nonsottomessi in carcere

I nonsottomessi incarcerati nel carcere militare di Alcalà de Henares (Madrid) denunciano varie rappresaglie che la direzione del carcere ha intrapreso contro di loro per le loro idee.

Raúl Alonso (Valladolid) e Carlos Perez (Valencia), antimilitaristi del Movimiento de Objeción de Conciencia che partecipano alla campagna di "nonsottomissione nelle caserme", stanno scontando una condanna a due anni, quattro mesi e un giorno di carcere e hanno ricevuto da parte del colonnello e direttore del carcere Avelino Lopez il rifiuto di un beneficio penitenziario previsto dalla legge e consistente nell'anticipazione di cinque mesi del periodo di libertà condizionale.

Secondo il colonnello il rifiuto è dovuto al fatto che "il trattamento ha avuto scarso esito" perché "continuano a sostenere che per la difesa delle idee, nell'ambito di uno Stato Sociale e Democratico di Diritto, è legittimo disobbedire alle norme".

[...] Per i nonsottomessi disertori questa decisione rientra nell'ambito di una serie di misure repressive destinate ad indurire le loro condizioni di vita come, ad esempio, la requisizione con conseguente denuncia di alcuni fogli informativi sulla nonsottomissione e l'antimilitarismo a Jose Manuel de la Fuente, o l'imposizione ai reclusi di pulire i bagni dei secondini perché "tutta la prigione è di uso comune"(?).

Secondo i nonsottomessi, "certamente consideriamo legittima, radicalmente democratica ed addirittura necessaria la disobbedienza civile, perché è aperta, pubblica, nonviolenta e fa appello a valori socialmente condivisi. Vogliamo rivendicare l'abolizione dell'esercito e segnalarlo fra i veri nemici della nostra società [...]".

Fino ad oggi sono stati 16 i nonsottomessi che sono passati attraverso il carcere militare dal 1997, anno di inizio della nonsottomissione nelle caserme. Dieci di loro sono a tutt'oggi incarcerati (8 dei quali in semilibertà). [...] In totale sono 33 gli antimilitaristi "nonsottomessi nelle caserme" nello stato spagnolo.

MOC Valladolid
trad. a cura della Cassa di solidarietà antimilitarista

Per scrivere ai nonsottomessi detenuti: Jesús Belascoaran e José maria Trillo, Prisión Militar, 28870 Alcalá de Henares, Madrid - Spagna



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org