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Da "Umanità Nova" n.01 del 14 gennaio 2001

La carta di identità elettronica
Verso il controllo totale

L'introduzione, seppure ancora in fase sperimentale, della carta di identità elettronica rappresenta un ulteriore passo nel cammino verso una società sempre più controllata dai poteri polizieschi dello Stato gendarme.

Nello scorso dicembre é stato dato il via al progetto, partito nel 1997, che prevede l'introduzione di un nuovo tipo di documento che sostituisce l'attuale carta di identità, modificandone in modo sostanziale le funzioni.

Per adesso la sperimentazione riguarda solo una piccola parte della popolazione, sono poco più di ottanta le città già autorizzate a rilasciare il tesserino plastificato, ma in breve tutti saremo coinvolti in quella che si presenta come una modifica epocale nella storia dei documenti di riconoscimento.

Non si tratta solo di sostituire il supporto di carta con quello di plastica, ma di fornire alle persone un vero e proprio computer individuale capace di funzionalità che vanno ben oltre quelle fino ad oggi possedute dalla carta di identità che tutti conosciamo. Il tesserino, grande come un bancomat, avrà infatti sia una banda magnetica (una striscia nera come quella delle schede telefoniche) che un microchip (quel quadrato dorato presente su alcune carte di credito) oltre ai più classici dati stampati: foto, nome e cognome, data di nascita ed indirizzo, codice fiscale ed impronta dell'indice destro. E sono solo questi ultimi i dati che il possessore potrà controllare direttamente ed immediatamente, per tutti gli altri occorrono apposite apparecchiature in possesso solo degli Uffici comunali e delle Questure.

Grazie all'uso massiccio delle tecnologie informatiche il nuovo documento sarà pronto a svolgere molteplici funzioni in diversi campi: dall'uso per i pagamenti di multe e tasse comunali alle funzioni di tessera sanitaria, da documento in grado di certificare un determinato status a carta per ottenere determinati servizi. Queste ed altre funzionalità che sarà molto più facile aggiungere in futuro visto che - per adesso - le capacità già previste sfruttano solo in minima parte quelle disponibili.

Anche se si tratta di una "rivoluzione" non bisogna dimenticare che la vera novità sta quasi esclusivamente nella velocità con la quale sarà possibile, per coloro in grado di "leggere" la carta, ottenere tutte le informazioni relative al suo titolare, un processo che attualmente può essere lungo e non privo di intoppi, ma che in futuro diventerà velocissimo e molto più facile da utilizzare per le forze del disordine statale.

Questo naturalmente non significa, come vorrebbero farci credere, che la carta sia "a prova di errore", in quanto si basa, ancora in modo massiccio sul lavoro di uomini e donne in carne ed ossa e su computer e programmi tutt'altro che "sicuri". Certamente il romanticismo del falsario che artigianalmente riproduce timbri, punzoni e firme é destinato a scomparire, ma solo per lasciare il posto al mito dell'hacker in grado di riprogrammare un badge di plastica fornendo al suo possessore una "nuova" identità a prova di controllo elettronico.

I principali beneficiari di questo nuovo documento di riconoscimento saranno, nemmeno a dirlo, tutte le strutture preposte al controllo ed alla repressione che saranno sempre più velocemente in grado di gestire il flusso di dati provenienti da un posto di blocco, un fermo per accertamenti o un semplice controllo su un treno. Le principali vittime saranno i "devianti", i senza fissa dimora, gli irregolari, i clandestini e tutti coloro che non potranno provare immediatamente di essere dei "bravi" cittadini.

Non é un caso che, quasi contemporaneamente, sia stato approvato il provvedimento che prevede l'adozione del cosiddetto "braccialetto elettronico" per chi é agli arresti domiciliari, un marchingegno che sembra uscito direttamente da un incubo fantascientifico ma che, in alcuni paesi, é già da tempo una realtà. E sono molte le affinità fra il "braccialetto" e la carta di identità elettronica: entrambe sono personalizzate e anche la seconda può essere facilmente utilizzata per controllare le azioni e gli spostamenti del suo possessore, cosa che già fanno, agevolmente e da tempo, le carte di credito.

In tutti i casi lo scopo principale, che non viene certo tenuto nascosto, è il controllo degli individui e delle attività anche solo potenzialmente pericolose per l'ordine costituito, e questo grazie alla complice approvazione delle maggioranze, sempre meno silenziose, terrorizzate dall'aumento del "crimine" anche quando le statistiche ufficiali dicono che é in diminuzione.

Questi nuovi sistemi di controllo comporteranno anche la creazione e lo sviluppo di una serie di strutture e di addetti responsabili delle loro gestione, un numero sempre maggiore di persone coinvolte nel processo di creazione e di mantenimento degli standard di sicurezza, sempre più alti, richiesti dal funzionamento di meccanismi di questo tipo.

Lo scenario futuro che si prepara non é certo misterioso: una società nella quale una piccola parte della popolazione possiede gli strumenti tecnologici capaci di controllare la maggioranza. La differenza sta nel fatto che, più si va avanti su questa strada, e più difficile sarà liberarsi per una generazione che sarà abituata, fin dalla più tenera età, alla perdita di qualsiasi angolo di riservatezza; che crescerà in un più o meno comodo ma enorme campo di concentramento nel quale sarà sempre più difficile sfuggire alle fotoelettriche che ne illuminano ogni angolo a giorno.

Nell'ottocento durante le rivolte si bruciavano gli archivi amministrativi, nel prossimo futuro questo servirà davvero a poco e bisognerà di conseguenza individuare delle valide alternative.

Pepsy



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