|
Da "Umanità Nova" n.01 del 14 gennaio 2001
Contro lo scioglimento di Forza Nuova
Azione diretta antifascista
Con la stessa determinazione con cui in questi anni ci siamo opposti a Forza
Nuova, comprendendone sin dal suo apparire la pericolosità politica e
sociale, oggi va decisamente respinta la proposta di dichiarare
"fuorilegge" questa formazione fascista, così come
richiesto da diverse parti (segreteria nazionale della CGIL, Comunisti
Italiani, Udeur...) dopo i recenti fatti avvenuti a Roma.
Tale provvedimento, simile ad altri già presi in passato ed analogo a
quello discusso in Germania mirante allo scioglimento per legge del principale
partito neonazista quale è l'NPD, non solo non risolverebbe il problema
dell'eterno ritorno sulle scene europee del fascismo e del razzismo, ma si
rivelerebbe persino controproducente - come puntualmente denunciato dai
compagni tedeschi delle organizzazioni ANTIFA - in quanto poi il governo
avrebbe mano libera nell'attuare speculari misure liberticide contro
l'opposizione extraistituzionale e la sinistra antagonista col pretesto di
colpire gli "opposti estremismi", mentre i nazifascisti
potrebbero come sempre contare su servizi segreti compiacenti,
complicità nell'apparato militare-repressivo e coperture politiche nei
partiti parlamentari di destra, per riorganizzarsi clandestinamente e
continuare le proprie attività sotto nuove sigle.
Infatti, come dichiarato dallo stesso segretario nazionale Roberto Fiore nel
corso di una conferenza stampa, preoccupano molto di più le venti sedi
di Forza Nuova (su 42) colpite in questo ultimo anno dagli
"anarcocomunisti" che l'eventualità di una loro chiusura
per ordine del governo.
Questa peraltro è già la storia stessa di Forza Nuova, dentro cui
si ritrovano personaggi e strutture di raggruppamenti che negli ultimi decenni
erano stati già dichiarati fuorilegge oppure erano nati
nell'illegalità in quanto gruppi clandestini; è questo il caso di
Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, NAR, Terza Posizione, Movimento Politico e
Meridiano Zero (formalmente autoscioltosi per evitare l'imminente decreto di
scioglimento), da cui provengono in buona parte i quadri dirigenti di Forza
Nuova, ossia i vari Fiore, Morsello, Boccacci o Graziani, così come
anche Insabato, il fascista-integralista rimasto ferito nell'attentato a Il
Manifesto aveva militato in Terza Posizione.
E, in modo altrettanto chiaro, dalle dichiarazioni di alcuni esponenti politici
e istituzionali s'intuisce quale pericoloso precedente costituirebbe oggi
l'applicazione formale delle controverse disposizioni costituzionali contro
"la riorganizzazione del partito fascista sotto qualsiasi forma"
(negli anni '70 ai tempi della campagna per il "MSI fuorilegge",
se la memoria non ci inganna, persino Lotta Continua subì delle
denunce-boomerang) oppure della Legge Mancino che consente lo scioglimento
d'autorità di qualunque movimento che "diffonda idee fondate
sulla superiorità o sull'odio razziale ed etnico".
Tra questi politici si è certamente distinto Roberto Maroni, dirigente
proprio di quella Lega Nord che se la Legge Mancino dovesse essere applicata
coerentemente sarebbe stata da tempo chiusa, che ha "suggerito"
al Ministro dell'Interno Bianco di sciogliere anche "quelle associazioni
ritenute violente e pericolose che rientrano nella categoria dei centri
sociali" (Giornale di Sicilia, 29.12.00), mentre secondo l'autorevole
parere dell'ex-presidente della Corte Costituzionale Caianello "la
libertà non è assoluta: se ci si associa per mettere bombe
davanti ai giornali di sinistra oppure per dare l'assalto a Mc Donald's, questo
è vietato" (Il Manifesto, 29.12.00).
Evidentemente però, tra revisionismi e pacificazioni, certa
"sinistra di governo" continua a coltivare l'illusione
legalitaria che lo Stato, con la sua polizia e le sue leggi, possa contrapporsi
al fascismo e alle logiche di dominio a cui i fascisti sono asserviti,
dimenticando che fu proprio questa tragica illusione la principale causa
dell'affermarsi della "controrivoluzione preventiva" attuata
dagli squadristi di Mussolini in Italia e di Hitler in Germania, ed un segnale
che quelle pagine di storia sono tutt'altro che archiviate ci è stato
recentemente offerto nelle scorse settimane quando, a Ventimiglia e a Roma, si
sono visti agenti della Celere in servizio di ordine pubblico esibirsi in
perfetti saluti fascisti.
Archivio Antifascista
| |