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Da "Umanità Nova" n.01 del 14 gennaio 2001

inform@zione

Bologna - Liceo scientifico in agitazione
La misconosciuta A cerchiata.
Cronache di altri tempi dal liceo scientifico "Copernico" di Bologna. La scuola è in agitazione perché il preside dell'istituto ha redarguito alcuni studenti rei di portare magliette con l'A di anarchia (regolarmente cerchiata) dipinta a mano oltre che trasgressivi jeans tagliati e sfrangiati. Il signor dirigente scolastico (nuova veste funzionale, stipendiale e gerarchica dei desueti presidi) non sa che l'anarchia è una griffe di alta moda (come si evidenzia dal successo del noto profumo "l'anarchiste"). Interrotto il trend, il preside si becca il sit-in, l'okkupazion e l'autogestion.

Se non fosse per lo sfondo di costume la notizia non varrebbe una breve. Potrebbe essere che il democratico funzionario del ministero della pubblica istruzione abbia voluto provocare un po' di agitazione nelle sonnolente masse studentesche bolognesi. Studiare sì, rispettare la disciplina si deve, i contenuti sono quelli ministeriali ma la griffe "è mia e me la gestisco io".

Redb

Bologna: lotte alla Ducati-Motor
Distratta da rossetti e belletti, la Ducati smantella le sue attività produttive. Mentre il management rimane incantato dai giochi di borsa e dal commercio in rete - il sito del gruppo non vende soltanto moto, ma anche accessori e make-up - lo storico stabilimento di Borgo Panigale rischia di perdere il nucleo forte della sua produzione tecnologica, quello delle teste motore. L'azienda vuole affidarlo a ditte esterne, terziarizzando il lavoro. Le cifre parlano chiaro: la Ducati si espande. Il fatturato è in costante crescita: nel '99 è aumentato del 22,6% (570,3 miliardi contro i 465,1 del '98); lo stabilimento di Borgo Panigale ha raddoppiato negli ultimi 4 anni la sua produzione: da 20.000 moto all'anno è passato alle odierne 40.000, circa 200 al giorno, con l'occupazione che è cresciuta di 300 unità. Oggi ci lavorano 869 persone, che sfondano le mille quando i picchi produttivi si alzano. Ma ci sono altri dati. L'87% della produzione è già esternalizzato e 4000 persone producono per la Ducati, ma fuori dalla Ducati. In questo modo sono meno tutelate dai sindacati. Adesso l'azienda vuole esternalizzare anche il cuore della produzione, e cioè le teste motore, e ricollocare 130 operai alle linee di montaggio, dove il lavoro è più precarizzabile. Già ci lavorano oltre 90 interinali e 60 contrattisti a termine. Un'"americanizzazione" che viene dal codice genetico dell'azienda: il 33% della proprietà, dal '96, è in mano al fondo pensione Texas Pacific Group.

Uno sciopero di un'ora contro l'esternalizzazione ha avuto l'adesione quasi completa dei dipendenti.

A cura del CRO - Bologna

Parma
La prassi politica dominante tende a regolamentare gli ingressi dei migranti in base alle esigenze di manodopera del Paese. Questa gestione dei fenomeni migratori si è, nei fatti, concretizzata nella cosiddetta "lotta ai clandestini", con espulsioni, marginalizzazione e criminalizzazione del migrante e, per chi non è riuscito a "regolarizzarsi", inevitabile sfruttamento nei mercati illegali.

Questa politica dell'immigrazione mira a garantire agli imprenditori afflussi regolati di manodopera nei settori produttivi progressivamente abbandonati dai lavoratori italiani. Il "decreto sui flussi d'ingresso" per l'anno 2000 ha così fissato delle quote di ingressi per inserimento nel mercato del lavoro, suddividendoli tra i paesi extracomunitari che cooperano con l'Italia in materia di immigrazione (Albania, Marocco, Tunisia in primis).

Anche a Parma sono così cominciati ad arrivare questi migranti entrati con visto regolare: per ora sono circa una cinquantina (altri stanno arrivando in questi stessi giorni). La concessione del permesso di soggiorno (per un anno) è subordinata al possesso di 5 milioni di lire circa da esibire alla frontiera. È una cifra che impone sacrifici sia per chi arriva che per le famiglie di provenienza.

Nei due mesi di permanenza a Parma i migranti non hanno trovato nessuna struttura pubblica di appoggio e così hanno speso quasi tutti i soldi in hotel (almeno 50.000 lire a notte!). Pochi di loro si sono per ora inseriti nel mondo del lavoro. Per tutti la mancanza di un alloggio significherà, alla scadenza del permesso di soggiorno, il mancato rinnovo dello stesso: in altri termini diventare clandestini.
In questo circuito infernale riteniamo che ci siano delle grosse responsabilità, infatti sono proprio quei soggetti istituzionali e politici che attaccano continuamente i "clandestini" a spingere questi migranti verso la condizione di clandestinità. A Parma non esiste una politica di accoglienza. Occorre garantire subito una sistemazione abitativa a questi lavoratori.
Finché non ci sarà una soluzione saremo qui a contestare un'amministrazione che non vuole prendere i minimi provvedimenti per dare un segnale di civiltà. Per questo il 27 dicembre con una conferenza stampa abbiamo cercato di rendere noto il problema e il giorno dopo ci siamo recati, in consiglio comunale. In questa sede siamo riusciti a parlare direttamente con due assessori che hanno fatto le solite promesse. I numerosi migranti presenti hanno dichiarato la loro volontà di proseguire la lotta per ottenere ciò che gli spetta.

Per ulteriori informazioni: Katia, tel 0521/294244- 03470502008- e-mail ciobinss@libero.it; Irene e Matteo, 0521/238666 - 03402442536- e-mail irenedij@tin.it

Comitato cittadino antirazzista - Parma

Rimini: iniziativa anticlericale
In seguito al susseguirsi di fatti e misfatti in parte anche a voi noti (dichiarazioni sulla immigrazione islamica del cardinale Biffi, subito sostenuta da don Oreste Benzi), alla tracotante arroganza espressa in più manifestazioni cattoliche (vedi beatificazione di Pio IX e "Meeting" di C.L., dove si è tentato di riscrivere il ruolo dei sanfedisti e del brigantaggio borbonico e papalino in chiave anti-risorgimentale e anti-illuminista); in seguito al fiorire a Rimini di iniziative pseudo-culturali di matrice reazionaria organizzate da aree cattoliche di ispirazione lefebvriana, ed in seguito al protrarsi da più di un anno dei picchetti "antiabortisti" organizzati dalla Associazione Papa Giovanni XXIII di don Benzi all'ingresso dell'Ospedale cittadino "Infermi" nelle giornate in cui si praticano interruzioni di gravidanza, i Circoli di Rifondazione Comunista riminesi ed il Gruppo Anarchico "Albert Libertad", F.A.I. di Rimini, hanno organizzato sabato 9 dicembre a Rimini una iniziativa dal titolo "Io speriamo che non mi bruciano. Alle origini del nuovo oscurantismo cattolico". Alla manifestazione hanno partecipato Pierino Marazzani ed Elena Urgnani, che hanno presentato loro testi, ed al termine si è svolto un dibattito aperto al pubblico.

Scopo della manifestazione - che ha riscosso un buon successo di pubblico - era tra l'altro la costituzione di un "osservatorio - gruppo di lavoro" riminese contro le ingerenze ed intromissioni cattoliche e religiose nella vita pubblica e privata dei cittadini, nonché contro ogni forma di intolleranza .
Si è così costituito a Rimini il Circolo Riminese Contro l'Intolleranza Religiosa, aperto ad individui o gruppi formali e non.

Per informazioni, contatti, adesioni: C.R.C.I.R., via dello Stambecco, 21, 47900 Rimini; e-mail: crc_intre@excite.it

Trieste: corteo contro l'autonomia scolastica
Mercoledì 20 dicembre si è svolto a Trieste un corteo organizzato dal Collettivo Studentesco "Fragole e Sangue".
Questa è solo l'ultima delle iniziative promosse dal Collettivo per protestare contro il progetto di autonomia scolastica portato avanti dai governi di centro-sinistra. Pochi giorni prima si era svolta su questo tema un'assemblea nell'aula magna di un liceo cittadino con Cosimo Scarinzi del sindacato CUB scuola.
Nonostante il gelo e la bora circa 200 studenti hanno partecipato alla manifestazione, che ha percorso tutte le principali vie del centro.
Un dato positivo è che, per la prima volta, i media locali hanno dato spazio al Collettivo e al problema dell'autonomia scolastica, portando una voce dissidente all'interno del generale coro di consensi.
Per il collettivo (realtà molto giovane ma in crescita) questa è stata sicuramente una prova importante, ma la mobilitazione non è conclusa.
Se ne riparla a gennaio.

Sara



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