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Da "Umanità Nova" n.02 del 21 gennaio 2001
Armi "non-convenzionali"
La guerra moderna
Entriamo ora in un settore in larga parte top secret, dal momento che fanno
parte di questo armamentario bellico prodotti specifici che convenzioni
internazionali (di qui il termine non-convenzionale) hanno bandito da tempo: a
partire dal 1993 160 paesi sottoscrissero ed altri 140 ratificarono il
protocollo sulla proibizione dello sviluppo, della produzione e dell'accumulo
di armi batteriologiche e chimiche. Al momento si sa che le cose stanno
procedendo in maniera assai diversa e che i più imponenti depositi
batteriologici e chimici sono attualmente situati negli Stati Uniti, nelle ex
repubbliche sovietiche, in Iran, in Iraq, in Cina, in Siria, in Giappone, nella
Corea del Nord, in Egitto, in Israele, in Siria ed a Taiwan.[1]
Gli albori della guerra batteriologica si perdono nella notte dei tempi quando
uso comune prima o dopo i combattimenti era quello di inquinare i pozzi e le
falde acquifere con carcasse di animali e uomini morti (ci sono svariate
testimonianze sia in epoca pre-romana che lungo tutta la storia di questi 2000
anni). La differenza tra allora ed oggi sta nella parte della ricerca e
dell'uso scientifico a scopo bellico che di queste applicazioni se ne fa, ma il
'buon' vecchio metodo di procurare danni attraverso le risorse del territorio
nemico viene tuttora copiosamente utilizzato. Una prova recente, se mai ce ne
fosse stato bisogno, lo sono state le guerre nelle ex-repubbliche jugoslave:
"se non è la nube scaturita dalla frantumazione del Petrolchimico di
Pancevo a riempire gli ospedali inermi e totalmente privi di medicinali,
sarà quella che ha appestato Novi Sad ed il suo acquedotto - quando
venne centrata con millimetrica e criminale precisione la raffineria del
capoluogo della Vojvodina - a generare un allarme sanitario che dal giorno
della prima bomba sulla città dura ancora oggi (...) In questo quadro
allarmante non va certo dimenticato l'avvelenamento del Danubio, in seguito
alle continue tracimazioni di arsenico e metalli pesanti dalle dighe rumene del
nordovest..."[2]
Il Petrolchimico di Pancevo conteneva, tra gli altri prodotti, 3.000 tonnellate di Clorovinilmonomero (Cvm) quello che in
quantità decisamente inferiore ed in più anni ha ucciso oltre 140
operai al petrolchimico di Marghera.
Le produzioni di armi biologiche, questa volta in laboratorio, hanno il
"privilegio" sia nei confronti delle armi chimiche che di quelle nucleari di
essere decisamente meno costose e di operare stragi su vastissima scala, tanto
da essere state definite 'le bombe atomiche dei poveri'. Per fare un esempio
"è stimato che un grammo di tossina può uccidere 10 milioni di
persone. Una forma di forma purificata di tossina botulinica è quasi tre
milioni di volte più efficace del Sarin, un agente chimico nervino. Un
missile SCUD pieno di tossine botuliniche può colpire un'area di 3700
Kmq, un'area sedici volte più grande di quella colpibile col Sarin.
(...) Colpire un Kmq costerebbe 2000$ usando armi convenzionali, 800$ usando
armi nucleari, 600$ usando agenti chimici e solo 1$ usando agenti
biologici."[3]
Le armi biologiche possono essere classificate in virus, batteri, rickttesia
(parassiti intracellulari umani), tossine e organismi geneticamente modificati.
I virus più noti sono l'Hanta, l'Encefalite Equina Venezuelana e l'Ebola
(non a caso molto diffuso in alcune zone di guerra africane), tra i batteri,
invece, annoveriamo il Vibrio Colera, la Yersinia Pestis, il Bacillus Anthracis
ecc. Tra gli organismi rickttesiani troviamo le maggiori cause del tifo, della
febbre Q e dell'endocardia cronica. Le due principali tossine sono il Botulinum
e il Clostridium perfringens, il primo causa di paralisi respiratoria ed
asfissia, mentre il secondo è causa della cancrena gassosa, ovvero della
necrosi delle estremità. Per quanto attiene agli OGM, quasi sempre si
tratta di un mutante degli organismi sopracitati tramite la tecnica del DNA
ricombinato, la stessa usata per produrre mais, soia, grano...transgenici.[4]
Non sarà certo un caso se
alcune delle maggiori case produttrici di alimenti geneticamente modificati
sono le stesse responsabili dei concimi e dei pesticidi atti a salvarli,
nonché in passato anche responsabili della creazione di armi
batteriologiche e chimiche utilizzate in Vietnam, Afghanistan ecc.
Tra gli agenti chimici più utilizzati e conosciuti ci sono il Sarin,
già citato, un particolare gas nervino che paralizza il sistema nervoso
e provoca la contrazione del diaframma finché la vittima muore per
soffocamento, l'Iprite detto anche 'gas mostarda', che può provocare dai
danni parziali come cecità ed altro sino alla morte ed il XV, ultima
generazione di gas nervino che porta rapidamente alla morte per soffocamento.[5] Sia il Sarin che l'Iprite
vennero usati nella guerra Iran-Iraq e sono stati abbondantemente utilizzati
nella repressione della popolazione del Kurdistan iracheno.
Pochi mesi addietro, siamo a fine 1999, comparve nella regione kosovara una
febbre particolarissima che contagiò svariate migliaia di persone, di
cui diede breve resoconto il Corriere della Sera e, a detta di alcuni studiosi,
rientrava nell'ambito dei danni provocati da agenti patogeni esterni costruiti
in laboratorio, insomma da armi batteriologiche. Sono notizie imprecise e
frammentarie, ma non mi stupirei se nel corso dei prossimi mesi, a fianco dei
danni provocati dalle bombe 'intelligenti', dai proiettili all'uranio e
quant'altro venisse fuori anche l'uso o la sperimentazione 'non ortodossa' di
armi batteriologiche e chimiche.
Pietro Stara
Note
1 AA.vv, Storia della guerra batteriologica,
in "http://www.scuolaworld.provincia.padova.it/einstein/biologia/BW.htm", pag. 4
2 Loris Campetti, Il cielo nero sopra Belgrado, in "il manifesto", 9 gennaio 2001, pag. 2
3 AA.vv, Storia..., cit. pag. 2
4 Ibidem, pag. 3
5 Giampaolo Cadalanu e Barbara Jerkov, Carbonchio e botulino,
portatori di morte, in La repubblica on-line, febbraio 1998
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