Da "Umanità Nova" n.02 del 21 gennaio 2001
Dossier Turchia
Le lotte dei prigionieri, gli anarchici, la repressione
Con il sanguinoso intervento dello stato turco contro i prigionieri socialisti in sciopero della fame fino alla morte, i problemi degli anarchici turchi prigionieri nelle galere di stato è oggi all'ordine del giorno dei circoli anarchici internazionali, attraverso la commozione suscitata da una lettera di un anarchico turco già in prigione pubblicata su A Infos.
Per prima cosa vorrei chiarire alcune cose sui prigionieri in sciopero della
fame ed il progetto delle prigioni di tipo F. (tra l'altro, per inciso, il
numero dei prigionieri uccisi dallo stato è, ad oggi, almeno di 30! E
questa "morte veloce" sta andando avanti con 395 prigionieri; durante
l'intervento dello stato era stato interrotto per pochi giorni )
GLI SCIOPERI DELLA FAME ED IL PROGETTO DI PRIGIONI DI TIPO F.
Il movimento degli scioperi della fame e della "morte veloce" è condotto
dai militanti del DHKP-C e TKP/MLTIKKO. Il DHKP-C (il fronte rivoluzionario
del partito per la rivoluzione del popolo, della sinistra rivoluzionaria)
è in sostanza una organizzazione stalinista, che si ispira a un tipo di
"rivoluzione pubblica" condotta da un partito guida (che è il "loro
partito" ovviamente); è un'organizzazione molto presente in alcune aree
di occupazione di case di Istanbul ed in altre aree contadine dell'Anatolia
abitate dall'etnia Alevit. Il suo leader è Dursun Karatap e vive
all'estero, probabilmente in Europa, forse in Francia o in Belgio.
Il TKP/MLTIKKO (il partito Comunista turco - marxista leninista - l'armata per
la liberazione dei lavoratori dell'industria turca ) è un'organizzazione
di tipo maoista; molto attiva a Dersim (Tunceli) ed in alcune aree di squatter
ed è appoggiata da molti dei partiti di sinistra legali o illegali
(partiti e gruppi socialisti e comunisti).
Le azioni di sciopero della fame hanno come obiettivo principale fermare il
progetto per le prigioni di tipo F, un tipo di cella progettata principalmente
per detenervi i prigionieri socialisti dei partiti e dei gruppi "illegali".
Questo progetto era stato messo in pista dal governo turco per arrivare alla
pacificazione delle prigioni utilizzando l'atomizzazione e l'eliminazione delle
relazioni sociali tra i prigionieri, che è invece un diritto base degli
esseri umani che può essere usato per arrivare a costruire situazioni di
rivolta.
Ma poche settimane fa lo stato turco ha organizzato un'operazione violenta e
senza preavviso ed ha trasferito gran parte dei prigionieri politici nelle
prigioni di tipo F dopo aver annunciato che l'attuazione del progetto era stata
rinviata. Questa operazione è costata 32 morti (30 carcerati e 2
guardie); alcuni dei carcerati sono morti dopo essersi dati fuoco per
protestare contro l'operazione, altri uccisi durante il trasferimento, altri
ancora torturati e feriti, secondo le dichiarazioni di prigionieri anche una
delle guardie è stata uccisa dai suoi colleghi.
La resistenza adesso continua nelle prigioni di tipo F.
GLI ANARCHICI ED I PRIGIONIERI ANARCHICI
Anche gli anarchici turchi sono in lotta contro le prigioni di tipo F sin
dall'inizio (estate 2000). Ad Ankara gli anarchici sono impegnati attivamente
nelle operazioni di protesta attraverso la distribuzione di stampa in vari
luoghi (5000 copie di opuscoli in 10 giorni), l'organizzazione di dimostrazioni
fino allo scontro con la polizia, l'inizio di scioperi della fame simbolici. Ad
Istanbul la "piattaforma anarchica" si è dichiarata contro le prigioni
di tipo F. Tutte queste azioni sono tate fatte per appoggiare gli scioperi
della fame dei carcerati contro il progetto; questo non perché gli
anarchici abbiano linee di pensiero simili a quelle delle sinistra (socialisti
e comunisti marxisti) ma perché quello che lo stato sta facendo
significa più repressione contro i cittadini e più repressione
contro ogni tipo di "nemico dello stato".
Dall'altro lato, quali sono le notizie sugli anarchici prigionieri?
Ci sono carcerati che si autodefiniscono anarchici nelle prigioni turche, ma
molti di loro sono in realtà socialisti (marxisti) in prigione per la
loro appartenenza (talvolta senza neppure esserne membri) ad organizzazioni e
gruppi "socialisti illegali"
Molti di loro hanno modificato il loro punto di vista ideologico in prigione e
si sono più tardi definiti come "anarchici". Spesso provengono da
organizzazioni come PKK, MLKP, MLSPB, TIKKO, DHKP-C, Ala-Ryzgari.
La loro evoluzione ideologica ha molte motivazioni; molti si sono convinti che
i loro gruppi (e la loro ideologia) è autoritaria se non dittatoriale,
altri (in numero minore, ma comunque sostanzioso) si dichiarano "anarchici"
semplicemente per liberarsi dal peso oppressivo dell'autorità del propri
gruppi. Con questo non si vuole dire che non sono anarchici, quanto
semplicemente che non lo erano nel momento in cui sono stati arrestati. Da loro
siamo stati contattati o attraverso scritti inviati ai giornali e periodi
anarchici e libertari oppure attraverso compagni già in galera. Il loro
problema comune è "l'isolamento"; non hanno amici, né compagni,
né gruppi che li "difendano" o che si prendano cura di loro. Per di
più sono esposti alla repressione che arriva non solo dallo stato (le
autorità carcerarie) ma anche dai prigionieri socialisti. La soluzione
migliore sarebbe di concentrare alcuni di loro in un unico posto (qualche
braccio), ma questo è quasi impossibile a causa di altri problemi non
facilmente risolvibili: sono in prigioni differenti, devono spesso viaggiare
abbastanza a lungo per essere presenti ai loro processi o hanno problemi
ideologici o personali tra di loro. Ma sono convinto che abbiano bisogno di
aiuto da parte degli anarchici, non solo perché SONO anarchici, ma anche
per semplici ragioni umanitarie. Il loro numero non è chiaro; ma ad oggi
nelle prigioni turche ci sono almeno undicimila prigionieri politici (molti dei
quali del PKK) e forse un piccolo numero di loro si definisce anarchico o
antiautoritario (o antimilitarista). Per quanto posso ricordare nel 1997
avevamo una lista di circa una quindicina di prigionieri in varie carceri, al
massimo in gruppetti di due o tre. A quanto ne sappiamo nessuno di loro
è coinvolto nelle azioni di "morte veloce", ma alcuni potrebbero esserlo
negli scioperi della fame di appoggio.
Sono esposti alla repressione che arriva dai gruppi a cui precedentemente
avevano aderito o da altre organizzazioni socialiste. Le ragioni sono talvolta
qua si grottesche: ascoltare musica rock, portare i capelli lunghi, prendere in
giro le credenze della gente e alcune più "politiche": la principale
è parlare in modo negativo dei gruppi socialisti e marxisti. Sono puniti
dai prigionieri socialisti (le punizioni possono partire
dall'impossibilità di abbandonare i loro letti ed altro) e chiunque si
opponga a questi ordini può anche essere violentemente attaccato.
Abbiamo saputo di due di loro violentemente picchiati e di uno ucciso nel
settembre 1998; e se abbiamo avuto notizia di questo pensiamo che ben altro
succeda senza che ne sappiamo nulla.
Nel settembre del 1998, TIKKO rivendicò l'uccisione e di Mehmet Cakar
nella prigione di Eskisehir, con la giustificazione che era "un informatore".
Memet era in contatto con un compagno anarchico di un periodico indipendente
(Arkabahçe) di Ankara e sosteneva la lotta antimilitarista inviando
vignette di satira, ma noi non lo conoscevamo prima del suo arresto. Memet, (un
mese prima della sua morte), aveva detto a sua moglie che sapeva che
l'avrebbero ucciso. Era in prigione perché era rappresentante di Izmir
del periodico "legale " Partizan che appoggiava Tikko.
In quel periodo Tikko stava facendo un'operazione di "pulizia interna" ed in un
anno circa furono uccisi una dozzina di militanti accusati di essere spie o
informatori.
CONCLUSIONI
Quest'articolo è stato scritto non per prevenire gli anarchici dalla
lotta contro le prigioni di tipo F e neppure per invitarli a non solidarizzare
con i gruppi della sinistra (socialisti e comunisti). Io sono realmente
dispiaciuto (come i miei altri compagni turchi) che il problema dei prigionieri
anarchici in Turchia sia diventato così evidente, chiaro ed importante
proprio in questo periodo: un periodo in cui la lotta contro le prigioni di
tipo F è in pieno svolgimento, un periodo in cui lo stato uccide decine
di prigionieri per qualsiasi ragione siano in lotta.
Questo non deve dividere la lotta, come diceva Nikos Maziotis "la
solidarietà è incondizionata per tutti quelli che lottano, in
ogni luogo e con ogni mezzo, contro l'ordine politico e sociale esistente".
Io penso che questo sia il motivo per cui come anarchici sosteniamo la lotta
contro le prigioni di tipo F, non perché stiamo cooperando politicamente
con loro.
Io non li chiamo "compagni" come fa Nikos, ma appoggio la loro lotta per
ragioni umanitarie ed antistatali. Sfortunatamente io non ho mai visto nessun
articolo o notizia sul processo di Nikos in nessun giornale socialista o
comunista turco. Ma gli anarchici greci sono veramente sinceri quando
appoggiano la resistenza dei prigionieri socialisti qui. Comunque, avrei
preferito parlare di tutto questo in un periodo più "tranquillo" ma
spesso i problemi appaiono in momenti in cui non li aspetti.
Per una vita senza prigioni!
Per la solidarietà senza confini!
Articolo pubblicato nella mailing-list a-infos il 4 gennaio
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