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Da "Umanità Nova" n.02 del 21 gennaio 2001

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Bologna - 18 febbraio 2001 - Assemblea popolare
Contro l'apertura del centro di permanenza temporanea per immigrati clandestini
I lettori di UN ricorderanno le segnalazioni circa il progettato carcere per immigrati che il Ministero degli Interni, prefetto, questore e sindaco (compreso il diessino Vitali) vogliono aprire in via Mattei a Bologna. Applicazione della "sinistra " legge Turco-Napolitano da parte del sinistro Ministro Bianco, del prefetto sinistro non solo perché poliziotto ma anche perché uomo del governo, del fedele servitore dello stato, il questore e del polista sindaco di Bologna. Per la cronaca il progetto è stato varato dalla passata giunta "sinistra" di Bologna.
L'ex caserma di via Mattei poteva essere messa in funzione in tempi brevi. Saputa della notizia (oltre un anno fa) molti compagni e compagne bolognesi avevano messo in campo diverse iniziative di contestazione e di contrasto. Non solo per l'opposizione antirazzista si sono fermati i lavori. Sono intervenute "difficoltà" politiche e burocratiche: le elezioni comunali che hanno prodotto il cambio della guardia a Palazzo d'Accursio (e l'assunzione di responsabilità di governo da parte della canea reazionaria); le elezioni regionali che hanno confermato la guardia di palazzo del centro-sinistra con allargamento a Rifondazione Comunista che ha dovuto avallare la Turco-Napolitano, CdPT inclusi; gli accordi fra i vari ministeri ed enti competenti.
Oggi il carcere di via Mattei torna agli onori della cronaca. Vi sono nuovi vetri alle finestre, c'è una gru da cantiere che ogni tanto si muove. I protocolli con CRI, polizia penitenziaria, GdF, PS e CC sono stati, da tempo, stilati. Da un momento all'altro questo carcere può entrare in funzione.
Le cronache dei palazzi cittadini dicono che è probabile che l'apertura venga rinviata al dopo elezioni politiche che potrebbero anche coincidere con qualche elezione amministrativa.
Per non lasciare nulla al caso i compagni e le compagne che avevano dato vita all'assemblea permanete per la libertà e la giustizia sociale promuoveranno una nuova iniziativa di mobilitazione, di controinformazione, di agitazione e di propaganda. Verranno stampati manifesti, diffusi volantini, organizzati dei presidi. Per sottolineare il carattere "regional" del carcere di Bologna, facciamo appello a compagne e compagni della regione di sostenere questa mobilitazione.
L'assemblea popolare che si terrò il 18 febbraio a Bologna vedrà la partecipazione oltre che degli immigrati che anno lottato in questi anni a Bologna per la case, la dignità e la libertà di circolazione anche compagne e compagni della regione.
Il confronto sulle politiche liberticide del governo e dell'opposizione istituzionale (che vorrebbe rendere ancor più incivili le attuali leggi) sarà un buon terreno di agitazione nei prossimi mesi. Mesi di campagna elettorale per i servi del sistema. Mesi di astensionismo e di lotta per i partigiani della libertà e della giustizia sociale.
redb

Riparte il confronto sulla previdenza
Per il 20 gennaio è previsto il primo incontro tra Governo, Confindustria e sindacati di Stato per definire i nuovi tagli alle pensioni.
Il governo Amato ha tutto l'interesse di concludere la verifica della riforma Dini prima delle elezioni. La coalizione di Centro-Sinistra acquisisce, con un ulteriore taglio alle pensioni, un merito di fronte alla Confindustria. La campagna elettorale si potrà svolgere senza essere turbata da una questione ancora aperta, di potenziale delegittimazione, non solo degli ormai screditati sindacati di Stato, quanto dell'intero sistema politico e del Governo.
Il Governo quindi, anziché rimandare il confronto al più tranquillo periodo estivo, ha scelto di prevenire il coagularsi di un'opposizione proletaria alla riforma delle pensioni, anticipando la verifica ad un periodo che l'esperienza storica mostra come meno opportuno per far digerire i grandi tagli all'insieme dei lavoratori.
Certo, la questione delle pensioni e della previdenza in genere non è ancora al centro del dibattito, né nei posti di lavoro, né nelle strutture sindacali e, agendo con celerità, il Governo con i suoi complici industriali e sindacali spera di arrivare rapidamente ad un ennesimo taglio del salario differito; ma le lotte di questi mesi mostrano come questa anticipazione potrebbe trasformarsi in un vero e proprio salto nel buio, e portare sia alla definitiva delegittimazione dei sindacati "maggiormente rappresentativi" e del Governo, sia alla nascita di un vero movimento dei lavoratori, capace di esprimersi autonomamente sulle principali questioni del reddito, dell'occupazione, del territorio.
Numerose lotte in questi ultimi mesi hanno interessato settori importanti, la vicenda Telecom mostra come anche nella grande industria i sindacati di Stato giungano al collasso quando si trovano di fronte avanguardie motivate e capaci di esprimere gli interessi della classe. Rimane il fatto che questi episodi sono appunto episodi.
Le avanguardie di lotta, le organizzazioni sindacali, politiche, culturali che si rifanno ad una matrice di classe e alla prospettiva dell'abolizione dello sfruttamento capitalistico sono ancora troppo separate le une dalle altre e spesse in aperta competizione.
È su questa frammentazione che gioca il Governo per raggiungere i propri obiettivi di attacco ai lavoratori.
È per superare questa realtà che si deve muovere chi ha a cuore le condizioni dei lavoratori e il futuro di un movimento autonomo di classe. Il tema delle pensioni, della previdenza offre un ottimo terreno unificante delle varie lotte settoriali.
La verifica della riforma Dini (l'ennesimo taglio al salario!) è una scommessa che lo Stato può perdere.
Dipende da noi.
Tiziano Antonelli
t.antonelli@tin.it

Il mese delle luci
Fra ipocrisia e ironia
È passato il tanto atteso mese "santo" nell'anno giubilare, tanto atteso solamente per la pausa dal lavoro (che non fa mai male) e dagli studenti perché ha significato circa venti giorni di dolce far nulla. Come ogni anno abbiamo visto alla tv le pubblicità più consumiste ed i film natalizi più patetici; i telegiornali hanno documentato i più grandi presepi in tutto il mondo, gli innumerevoli alberelli colorati, i migliori cibi da consumare nei ristoranti, gli oggetti più regalati, quanti soldi sono stati spesi e così via con le innumerevoli rilevazioni fatte dall'ISTAT, oltre agli innumerevoli consigli su diete, acquisti ecc... Inoltre non sono mancati ipocriti servizi strappalacrime, dove c'è il solito "sfigato" di turno, una o più persone perbene che accidentalmente sono cadute in disgrazia dimenticate da tutti, ma ricordate dagli "eroici e buoni giornalisti". In perfetta armonia con il più d.o.c. dei natali borghesi. Più che il mese santo io lo ribattezzerei mese del capitalismo. Le città subiscono un forte cambiamento: diventano colorate, piene di luci e poi, cosa non da poco, lasciano i negozi aperti anche la domenica dando così la possibilità di acquistare i regali da fare per il 25 dicembre (come dice una statistica gli italiani spendono sempre più per i regali a natale).
Per la chiesa questo dovrebbe essere il mese dove tutti sono più buoni (negli altri mesi invece?), così si può assistere alle comiche scenette all'uscita dalle messe dove i creduloni (che si bevono le più grandi bugie professate dalla chiesa), con riluttanza e con in faccia il più falso dei sorrisi allungano due lire in più al povero senzatetto accovacciato per terra; eppure il senza fissa dimora è lì tutto l'anno ed ha fame sempre (ha il nostro stesso fabbisogno alimentare). Anche lo "Stato" ed i suoi "figlioletti" tentano la loro buona azione pensando di diffondere il buon umore disseminando le città di luci e lucine spendendo miliardi e miliardi per accomodare l'occhio perbenista, mentre non spendono una lira per i campi rom dove i piccoli gitani muoiono di freddo e di malattie, mentre gli extracomunitari soffrono nei lager di stato o sotto i ponti assieme ai dimenticati senzatetto e gli vengono rifiutati anche i minimi diritti umani. Tutto ciò non fa parte dei servizi strappalacrime, anzi, fa parte di servizi xenofobi e razzisti, in chiave moderata ovviamente, ma con lo scopo di fomentare il razzismo. Infatti quando viene commesso un "crimine" da un extracomunitario il telegiornale si sofferma sul fatto che costui è uno straniero come se questo costituisca un'aggravante, invece di costituire, al massimo, una scusante.
A Torino non è bastata l'alluvione a portare danni, ma come regalo viene impedita la vendita da parte degli abusivi al Balôn, il mercato delle pulci. A loro si vorrebbe regalare una eterna vacanza fatta di stenti, però via Garibaldi, la via centrale degli acquisti a due passi dal Balôn, da più di un mese prima di dicembre era addobbata per il natale. Piazza Castello ha persino cambiato temporaneamente nome: è spuntato un enorme tendone pieno di presepi con su scritto: "Piazza dei Presepi". Ma qualcuno il suo dissenso è riuscito a manifestarlo persino il 24 dicembre, disseminando in un tratto di via Garibaldi tanti cartoni vuoti con scritte anti-natalizie, che hanno messo in grande agitazione commercianti e digos.
Stato e chiesa si sono dati da fare a spendere il più possibile per addobbare questo freddo falso mese, ma questo mascheramento non basta a coprire le loro subdole infamie.
Marco Martorana



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