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Da "Umanità Nova" n.03 del 28 gennaio 2001

Forum di Porto Alegre
I 6 giorni che fecero tremare il capitalismo?

Mentre sulle nevose montagne di Davos è in corso la Conferenza Mondiale Economica (WEF), dal 25 al 30 gennaio un altro evento internazionale vorrebbe contrapporglisi: la Conferenza Mondiale Sociale (WSF) a Porto Alegre, nello stato di Rio Grande do Sul, Brasile. Da un lato gli opulenti del nord del pianeta che progettano le rappresaglie a venire nei confronti dei poveri col concorso delle élite cooptate che governano il terzo e quarto mondo, dall'altra l'intelligenza critica (anche e soprattutto quella dei paesi capitalisti) alla ricerca di una o più soluzioni per un futuro più umano del pianeta, con meno contraddizioni.

Sembrerebbe un progetto idilliaco se, esaminandolo un po' più da vicino, non presentasse dei tratti inaccettabili.

ORGANIZZATORI E PARTECIPANTI

Gli organizzatori sono il Partido do Trabalhadores, maggioritario nel governo locale e dello stato del Rio Grande, la Central Unica dos Trabalhadores (sindacato riformista), esponenti del clero cattolico (fra i relatori sono previsti gli interventi di un frate, un teologo, insegnanti di scuole confessionali e vari rappresentanti del Giubileo del Sud e i lavori si svolgeranno nell'Università Cattolica di Porto Alegre), accanto a intellettuali europei e nord americani: alcuni dirigenti di "Le Monde diplomatique", sia francesi che sudamericani, fra cui Bernard Cassen che è anche coordinatore di ATTAC (Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie per l'Aiuto ai Cittadini, quella della Tobin tax).

La lista dei partecipanti, aggiornata al 19 dicembre scorso, contempla inoltre la partecipazione di quasi un centinaio di esponenti dei principali movimenti che si sono presentati sulla scena in questi anni: dal settore economico a quello giuridico, urbanistico e sociologico, dal movimento contro il lavoro infantile dell'India ai Sem Terra brasiliani, al Chiapas, da Global Exchange alle Madri di Plaza de Majo, a imprenditori, cineasti, ricercatori e, per finire anche un ex giocatore di calcio ed un colonnello ecuadoriano.

Vi sono però anche delle assenze da segnalare, non sappiamo se casuali o causali, come ad esempio le donne afgane, i palestinesi, i curdi, i tibetani e i mapuche e tanti altri. Segno che malgrado tutti gli sforzi, l'obiettivo sottinteso di raggruppare insieme agli intellettuali progressisti i movimenti di liberazione e anti-capitalisti, non appare raggiunto.

La delegazione italiana viene annunciata con circa 100 partecipanti, coordinata dall'Arci.

Una nota va apposta al termine di questo riassunto: per intervenire in ciascuno dei settori di dibattito bisogna versare in anticipo la quota di 50 dollari americani, il che si commenta da solo in un paese dove una somma simile rappresenta una fortuna.

Il meeting di apertura dovrebbe tenersi nell'anfiteatro Por do Sol, capace di 50.000 presenze, mentre l'Auditorium attorno al quale sono concentrate le conferenze contiene fino a 2.500 persone, con servizio di traduzione.

L'ORDINE DEL GIORNO

Si presenta come una messa in discussione globale, in quanto prevede oltre 400 diversi temi che in questi mesi il comitato organizzatore ha cercato senza molto successo di raggruppare. Il che fa pensare che il WSF già da subito si propone come appuntamento da rinnovarsi annualmente in vista della prosecuzione ed approfondimento degli argomenti.

Questi i quattro temi principali

  1. La produzione di ricchezza e riproduzione sociale
    1. Come costruire un sistema che possa produrre merci e servizi per tutti?
    2. Che tipo di Commercio Internazionale vogliamo?
    3. Che tipo di Sistema Finanziario può assicurare eguaglianza e sviluppo?
    4. Come garantire le molteplici funzioni della terra?

  2. Accesso alla ricchezza e sostenibilità
    1. Tradurre lo Sviluppo Scientifico in Sviluppo Umano
    2. Come garantire la natura pubblica delle comuni risorse dell'umanità, rovesciare la loro conversione in merce ed asserire il controllo sociale sull'ambiente?
    3. Come promuovere i diritti umani per tutti ed assicurare che la ricchezza sia distribuita a tutti?
    4. Come costruire città sostenibili

  3. La società civile e l'arena pubblica
    1. Rafforzare le capacità di azione della Società Civile e lo sviluppo dell'Arena Pubblica
    2. Possibilità e limiti della cittadinanza internazionale
    3. Assicurare il diritto all'informazione e democratizzazione dei media
    4. Salvaguardia delle identità culturali e protezione dal mercato della creazione artistica

  4. Potere politico ed etica nella nuova società
    1. Le basi per la democrazia e per un nuovo potere dei cittadini
    2. La democratizzazione del potere nel mondo
    3. Il futuro degli Stati-Nazione
    4. Mediazione dei conflitti e sviluppo della pace


Anche da un'occhiata superficiale emerge subito che non si tratta tanto di mettere in discussione il sistema capitalistico quanto di individuare - finalmente - il famoso "capitalismo dal volto umano", quello "compatibile", sensibile ai bisogni dei diseredati della terra, non espressi direttamente ma, tanto per cambiare, fatti propri e ripresentati rifritti dai possessori dei 50 dollari di iscrizione.

Interpellati in proposito i compagni del Coletivo Acratico Proposta non hanno esitato a prenderne le distanze denunciando l'intera operazione come autoritaria e un tentativo del PdT di accaparrarsi il consenso di quanti sono scesi in piazza in concomitanza con il vertice di Praga e di altri appuntamenti contro la globalizzazione. Ma trattandosi comunque di un evento inconsueto per un paese ad economia sinistrata, non è da escludere che da esso possano emergere elementi e spunti interessanti.

Probabilmente, come conclude un articolo del Monde Libertaire (n. 1219) dedicato all'argomento, a firma di Steph. del gruppo di Strasburgo, da cui abbiamo in parte mutuato anche il titolo: "dietro l'innocente maschera del Forum brasiliano fanno capolino le odiose sembianze dei convenuti a Davos". Ed è giusto tempo di carnevale, tempo di travestimenti.

A. Nicolazzi



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