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Da "Umanità Nova" n.03 del 28 gennaio 2001

letture

Cosimo Scarinzi, L'enigma della transizione. Conflitto sociale e progetto sovversivo, Zero In Condotta, Milano 2000, pagg. 104, Lire 12.000

È uscito per i tipi di Zero In Condotta un pamphlet, raccolta di articoli pubblicati su Umanità Nova da Cosimo Scarinzi.

Gli articoli che ruotano attorno al "conflitto sociale e progetto di sovversione" sono stati sistemati per essere prologo ed epilogo della tesi centrale che si svolge nei capitoli "diciotto tesi sullo stato del conflitto fra le classi" e "note sulla militanza". Vi si svolge la più classica delle riflessioni sulle condizioni oggettive e soggettive attraverso le quali si producono i movimenti rivoluzionari.

Per chi, come me, vive l'avventura di collaborare a stretto contatto con Cosimo, "l'enigma della transizione" è una sorta di memorandum del dibattito degli ultimi anni. Una sintesi (non la sintesi) dell'attività di analisi, teoria e azione quotidiana che caratterizza quella particolare cooperazione sociale che prende il nome di azione rivoluzionaria.

Vi si dimostra, infatti, in termini semplici e succinti che la rivoluzione non solo è necessaria ma anche possibile e desiderabile. Tanto più desiderabile quanto maggiore è la consapevolezza della "superiorità" del progetto sociale di cui siamo espositori e che, in qualche misura, contribuiamo a definire. L'anarchia di oggi è, paradossalmente, nuova perché attuale come quella di ieri e dei secoli passati. La storia non finisce fino a quando anche un solo individuo vorrà e saprà porre in discussione l'ordine delle cose presenti.

Prologo ed epilogo, poi, si incaricano di puntualizzare alcune polemiche "forti" che hanno caratterizzato il dibattito di questi anni. Da una parte la critica alle derive neo riformiste e neo socialdemocratiche, critica che non prende in conto gli sgambetti che avvengono nelle piazze ma va al cuore del problema circa la strategia che questi soggetti offrono al movimento di emancipazione sociale, strategia basata sul presupposto conformista ed infondato che lo stato delle cose presenti sia riformabile.

Dall'altra la critica al "libertarismo" che sovente allude al liberismo. Pur assumendo la condivisa preoccupazione delle derive "totalitarie" dei movimenti rivoluzionari si dimostra come non si possa accettare "il male minore" ma si debba raccogliere la sfida a dimostrare come il comunismo libertario sia un sistema sociale capace di rovesciare i paradigmi della convivenza.

Afone Oscar



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