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Da "Umanità Nova" n.04 del 4 febbraio 2001

Orrori elettorali

"Pensando che Silvio Berlusconi sia di plastica anche il centrosinistra ha cercato qualcosa che fosse fatto di plastica."
(M. Pannella)

L'intrattenimento è una delle divinità di questi tempi. Intrattenimento come spettacolo leggero che spiega fino ad un certo punto, che interessa fino ad un certo punto e senza troppo impegno; devastante il suo incontro con la politica.

Il ceto politico, specie in periodo elettorale, ha bisogno di comunicare qualunque sia la sua posizione all'interno dell'apparato di potere: dirigenti di partito e portaborse, ministri e futuri ministri, sindaci e assessori.; ma non potendo scendere sul terreno della comunicazione reale, questa viene sostituita dall'intrattenimento, ecco quindi che la propaganda politica diventa in-trattenimento, cioè il tentativo di trattenerti per la manica giusto il tempo necessario che ci separa dal momento del voto.

Durante questo tempo trattenuto si spiegano sempre meno cose e in modo talmente superficiale e coinciso che è difficile distinguere un intrattenimento dall'altro. Non a caso la comunicazione politica da qualche decennio è ormai la brutta imitazione della pubblicità commerciale, come testimoniano gli orrendi tabelloni con le facce di Berlusconi, Fini, Rutelli che ci guardano come Grandi Fratelli lungo ogni circonvallazione.

Nell'incapacità di spiegare la società, di dare prospettive, di usare le armi della critica, la politica dei partiti può solo provare ad offrire illusioni ed agitare paranoie per attrarre l'attenzione di un elettorato che è sempre più pubblico ed un pubblico che è sempre più elettorato.

La carta vincente di Berlusconi non è tanto la proprietà e il controllo su un rilevante numero di emittenti televisive, ma la "sua" capacità di trasformare il conformismo della maggioranza prima in audience e poi in consenso; da parte sua il centrosinistra continua a giocare di rimessa, cercando di imitare e di superare per conformismo la concorrenza, senza rendersi conto che proprio questa logica è perdente.

Il caso dei tabelloni è in questo senso esemplare.

Proprio nel momento in cui gli "spettatori" cominciavano a sentire come un'ossessione l'onnipresente immagine di Berlusconi e a coglierne la sua evidente megalomania, ecco che il centrosinistra ha dovuto rispondere con le speculari gigantografie di Rutelli, con la stessa espressione rassicurante e gli stessi richiami alla sicurezza.

Così, dopo aver fatto tanta ironia, i sostenitori del centrosinistra si sono ritrovati davanti al proprio leader che faceva, con analogo sperpero di soldi, l'imitazione di Berlusconi invece che evidenziare le differenze di stile, metodo e proposte.

Anche in questo caso l'assenza avrebbe avuto un impatto sul piano comunicativo molto più efficace di un simile apparire, ma questa "sinistra" è ormai talmente subalterna in tutto e per tutto alla destra da non essere neppure sfiorata dal dubbio che lo spettacolo è la morte della comunicazione.

Sandra K.



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