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Da "Umanità Nova" n.04 del 4 febbraio 2001
Senza frontiere. Brevi dal mondo
Spagna - Trentamila "non persone"
Martedì 22 gennaio è entrata in vigore nel territorio
dello Stato spagnolo la nuova legge sull'immigrazione. Dopo un processo di
"regolarizzazione" che ha visto ben 90.000 domande respinte, 60.000 delle quali
verranno probabilmente ripescate, 30.000 persone che hanno presentato la
richiesta di permesso di soggiorno sono ora esposte al rischio di espulsione:
essere senza "carte" è ora un reato. La nuova legge prevede tra l'altro
per gli immigrati senza documenti il divieto di manifestazione e di
sindacalizzazione. Come atto di disobbedienza civile, sfidando il divieto, in
diverse città della Spagna numerosi gruppi di immigrati sono scesi in
piazza rivendicando il diritto ai documenti che sono loro necessari per vivere
e lavorare. Molte chiese e uffici pubblici sono stati occupati. A Barcellona
sono otto le chiese occupate da circa 500 immigrati che hanno intrapreso da
giorni uno sciopero della fame collettivo, minacciando di passare anche a
quello della sete. Alcuni di loro sono stati ricoverati in ospedale a causa
dello stato di denutrizione in cui si trovavano già in precedenza.
Mentre non si ferma lo stillicidio di morti annegati nel tentativo di
raggiungere le coste spagnole dal Marocco, grande rilievo ha avuto nelle scorse
settimane la morte di diversi immigrati ecuatoriani: vittime dello sfruttamento
del più tipico caporalato, sono rimasti coinvolti in un incidente tra il
furgone su cui si recavano sui campi per la raccolta dei cavoli e un treno.
Vergognoso il comportamento del Governo, il quale in un primo momento aveva
proposto alle famiglie dei deceduti di incenerirne i corpi per rendere
più economico il ritorno in patria delle salme.
Dile
Australia bloccato l'ingresso di una centrale nucleare
A Sydney, lunedì 22 gennaio attivisti di Greenpeace hanno
bloccato l'accesso al reattore nucleare di Sydney Lucas Heights per impedire il
trasporto di scorie nucleari attraverso le strade della città.
In quattro si sono incatenati di fronte all'entrata della centrale, mentre i
climber innalzavano uno striscione contro il traffico di scorie nucleari:
"Nuclear reactors waste the planet". Altri tre attivisti si sono incatenati ai
cancelli dell'impianto.
L'ente nucleare australiano (Australian Nuclear Science and Technology
Organisation - ANSTO) ha previsto di organizzare 360 trasporti su strada di
scorie, fino alla località di imbarco, alla baia di Botany. Le scorie
sono poi destinate ad essere riprocessate in Francia, per poi tornare in
Australia. Il riprocessamento è vietato in Australia, in quanto
attività pericolosa ed inutile.
Argentina - un manifestante morto nello sciopero di 36 ore
Ramòn Molina, 23 anni, disoccupato, sposato con un figlio e un
altro in arrivo, è stato ucciso giovedì 23 novembre nella
città di Resistencia (provincia del Chaco). I suoi aggressori hanno
sparato a bruciapelo, uccidendolo all'istante e ferendo anche altre persone.
Tenendo conto delle caratteristiche del fatto e delle ricerche fatte dal
Movimento dei Diritti Umani gli aggressori sarebbero due persone pagate dalla
polizia provinciale. Questa provincia è tenuta ostaggio dal potere
politico che si preoccupa di conservare una immagine "pulita" pagando i mezzi
di comunicazione affinché non parlino di questi fatti (ci sarebbero
anche altre morti sospette mai chiarite). Dietro a tutto ci sarebbe non
soltanto il governo locale ma anche la complicità della magistratura e
della polizia.
(...) Abbiamo già realizzato un documento dove consideriamo come i
responsabili politici di questa morte il Ministro Roy Nikys e il prefetto
Soler. Siamo in pratica censurati dai mezzi di comunicazione (tranne poche
eccezioni) e per questo è molto difficile far conoscere a tutti la
nostra denuncia.
I sindacalisti non si vedono tranne L'Unione dei Dipendenti della Provincia. Ci
manteniamo in assemblea permanente per decidere cosa fare. Faccio quest'appello
per avere la vostra solidarietà in un momento così, e se
possibili gradirei ricevere da Voi dei messaggi per condividerli con i compagni
e i famigliari di Ramòn. Voglio anche sollecitarvi a nome dei compagni a
non dimenticare Anibal Veron (ucciso dalla polizia a Salta). Pensiamo che il
modo migliore di non dimenticare sia resistere costruendo, dare priorità
all'organizzazione e continuare nella lotta.
Marcela Acuña (Movimento Popolare in Difesa dei diritti Umani), trad. di
Lele Odiardo
Francia - migliaia in piazza contro la riforma pensionistica proposta dai
padroni
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza, giovedì 25
gennaio, a Parigi, assieme ad altre centinaia di migliaia in tutta la Francia,
per protestare contro la riforma delle pensioni proposta dal Medef, la
Confindustria francese.
I rappresentanti dei capitalisti d'oltralpe hanno presentato ai sindacati un
ultimatum: 45 anni di contributi per andare in pensione con il massimo! Questo
significa, per chi ha cominciato a lavorare a 20 anni, andare in pensione a 65;
con il prolungamento degli studi e la disoccupazione giovanile significa andare
in pensione a 70 anni e oltre... è un modo come un altro per togliere ai
lavoratori il diritto alla pensione.
Non si capisce perché - afferma un volantino della Confederation
National du Travail-AIT - nel 1945 era possibile mettere in piedi l'attuale
sistema delle pensioni, in un paese devastato dalla guerra e dall'occupazione
nazista; mentre oggi, quando la Borsa cresce, i profitti aumentano e i ricchi
sono più ricchi che mai, sarebbe impossibile assicurare una pensione ad
ogni lavoratore.
In tutta Europa i governi e i capitalisti allungano le mani sulle pensioni,
trovandosi di fronte la necessità di convincere una massa di lavoratori
profondamente contraria ad ogni taglio delle pensioni.
La giornata di lotta in Francia è sicuramente un campanello d'allarme
per i ladri di pensioni. Dopo anni, i salariati sono tornati in piazza e sono
tornati in modo massiccio a protestare contro l'ultimatum del padronato.
Assieme ai lavoratori, come il Primo Maggio dell'anno scorso, sono tornate le
bandiere rosse e nere.
Non a caso, un sondaggio nei principali paesi europei è stato commentato
così su "Il Sole 24 Ore": "Una prima implicazione della nostra indagine
è proprio che i riformatori devono destinare energie considerevoli
all'informazione dell'opinione pubblica circa i benefici delle riforme e i
costi dello statu quo. I Governi dovrebbero fornire maggiori delucidazioni ai
cittadini sul funzionamento del Welfare, strutturarlo nella maniera più
semplice e trasparente possibile e insegnare nelle scuole come i trasferimenti
pubblici sono finanziati e distribuiti. La scarsa informazione consente
altrimenti a gruppi di pressione minoritari di esercitare un potere molto forte
nell'influenzare le scelte di politica economica."
Non abbiamo alcuna fiducia sulle capacità dei sindacati di Stato, in
Francia, in Germania o in Italia, di portare a buon fine la partita delle
pensioni. I giochi comunque sono tutt'altro che chiusi.
La giornata di lotta in Francia segna un punto a favore dei lavoratori, ora si
tratta di rilanciare la battaglia contro i governi nazionali e costruire una
iniziativa di controinformazione e di agitazione a livello europeo.
Tiziano antonelli
mailto:t.antonelli@tin.it
Polonia - manifestazione davanti all'ambasciata svizzera
Una cinquantina di persone hanno inscenato una performance davanti
all'ambasciata svizzera di Varsavia. Una partita di palla a mano, dove il
pallone rappresentava il mondo: al gioco partecipavano solo "giocatori
globali", mentre gli altri, i "giocatori lavoratori", venivano tenuti fuori e
sorvegliati dai gendarmi mondiali dell'ONU. La polizia, quella vera, era
presente in modo massiccio ma non è intervenuta.
Da a-infos, trad. di Amria
Finlandia - nonsottomessi in carcere
Sami Nieminen, un giovane anarchico finlandese è stato
imprigionato il 2 ottobre e resterà in carcere sino al 18 aprile. Sami
è uno dei 33 obiettori totali finlandesi. 33 sono quelli che hanno
deciso di rendere pubblica la loro scelta ma il numero complessivo di coloro
che rifiutano il servizio militare e quello civile è più alto.
Attualmente gli obiettori carcerati sono 10, gli altri sono in attesa di
processo. In Finlandia esiste un servizio civile alternativo al carcere che
dura due volte e mezza quello militare. Una parte dei nonsottomessi lo rifiuta
perché giudica ingiusta la sua durata, ma i più rifiutano di
compiere il servizio perché ritengono ingiusta la coscrizione in quanto
tale.
Chi vuole manifestare solidarietà a Sami può scrivere a: Sami
M.J. Nieminen, Helsingin työsiirtola, PL 36, 01531 Vantaa, Finland
Da a-infos, trad. di Amria
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