unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.05 dell'11 febbraio 2001

Internet
Bavagli in arrivo?

La storia parte da lontano, dalle leggi fasciste sulla stampa che prevedono l'obbligo per tutti i periodici di un direttore responsabile iscritto alla corporazione dei giornalisti.

Uno degli sconvolgimenti portato dalla comunicazione elettronica a questo sistema è stato proprio la difficoltà di applicare norme del genere ai siti web che fanno informazione. Ma, come più volte richiesto da varie parti, sembra proprio che sia giunto il momento di rimettere le cose a posto e, aggiungiamo noi, di allungare la longa manus della legge anche sulle pagine web.

Così, all'interno di un provvedimento legislativo sulla diffamazione a mezzo stampa, attualmente in fase di avanzata discussione in Parlamento, sono state inserite alcune norme che equiparano le fonti di informazione su Internet alla carta stampata e che quindi prevedono l'obbligo (con relative sanzioni per gli inadempienti) della registrazione per chiunque voglia fare informazione in Rete.

Che una proposta del genere sia assolutamente strumentale lo dimostra il fatto che, fino ad ieri, l'ordine dei giornalisti si è opposto alla registrazione in tribunale delle testate che fanno esclusivamente informazione in Rete mentre oggi invece il sindacato chiede di allargare ai giornalisti "telematici" il contratto nazionale di coloro che operano nei media "tradizionali".

Dal mese scorso è iniziato a circolare su Internet un appello di "Peacelink", una delle associazioni telematiche storiche, che chiede di protestare contro questo vero e proprio tentativo di imbavagliare le fonti di informazione non omologate che hanno trovato in Rete, in questi ultimi anni, uno spazio dove svilupparsi abbastanza liberamente.

Ma c'è anche qualcosa di più preoccupante in agguato, vale a dire la costituzione presso la Presidenza del Consiglio di una "Commissione Nazionale per l'accesso ad Internet e alle altre reti telematiche", una sorta di organismo di controllo della Rete italiana.

Vista l'attuale situazione politica non si può essere sicuri che questi provvedimenti terminino il loro iter prima delle elezioni o se, e sarebbe una fortuna, restino impigliati in qualche commissione parlamentare. In ogni caso si prospettano tempi bui per la libera circolazione delle idee.

Pepsy



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