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Da "Umanità Nova" n.05 dell'11 febbraio 2001

inform@zione

Pordenone sgombero e nuova occupazione
Il 30 gennaio viene sgomberato l'ex Consorzio Agrario di Pordenone. Pubblichiamo il comunicato diffuso dal Collettivo per gli spazi sociali Gatanegra dopo lo sgombero in cui si annuncia l'intenzione subito mantenuta di aprire un nuovo spazio liberato. Il 2 febbraio viene occupato l'ex-Armani.

La speculazione edilizia fa il suo triste corso ed entra, silenziosa, nell'ex-Consorzio agrario.
Lì sono ancora presenti i segni visibili della vita portata da tre mesi di attività dal collettivo per gli spazi Gatanegra. Ma che attività? Un'attività che si basa sull'autogestione e su principi libertari; quindi niente divisione utenza-promotori, niente attività a scopo di lucro, niente "prodotti" soprattutto! Il calendario é stato fitto: si sono susseguiti concerti (br stylers, Tilt-a-wirl, Arbe-Garbe, H10 e molti altri di altrettanti generi), dibattiti (autonomia scolastica - curato dal coll. skegge impazzite; anarchismo e liberalismo...), proiezioni di video (tra cui il ciclo di film sul sessismo promosso dal coll. donne Anarchiche AzucenA). Nel contempo fra un'assemblea e un'iniziativa Gatanegra ha reso più agibili gli spazi e ha aperto il colorato "local clandestino" che é diventato un piccolo punto d'incontro ove scambiarsi idee e informarsi. Erano presenti in bacheca dossier, fanzine e volantini sull'antimilitarismo, materiale sull'uranio impoverito del CUCA2000, contro i Mc Donald's - Gatanegra ha partecipato alla giornata nazionale contro questa multinazionale - sulla globalizzazione, sul sessismo e molto altro.
Ma il progetto di rendere la città un unico posto conforme, grigio ed elitario prosegue, e così i lavori per rendere l'ex-consorzio un parcheggio, un'area residenziale/commerciale di lusso (ennesima) iniziano nel silenzio ecatombale di una coscienza sempre più spenta e propensa a consumare/consumarsi. Silenziosamente, senza sgomberi eclatanti, le nostre idee, le nostre lotte, la nostra cultura sono state sfrattate in modo "politicamente corretto", lasciate cadere nella spirale di vetrine, appartamenti, macchine: tutto a "cinque stelle" e cinque milioni a metro quadro. Triste. E noi? Noi potremmo lasciarci proiettare fuori della spirale, ai margini, lontani, dove stanno quelli che non hanno i cinque milioni a metro quadro, rintanarci nell'apatia generale, camminare svogliati e bofonchianti ma invece decidiamo altro e preso atto che - bella novità - sul privato si specula e anche sul pubblico miriamo, fastidiosi, a fare, ancora una volta. Ancora una volta fare iniziative di controinformazione, di controcultura, di socializzazione. E per questo saltando da un tetto all'altro nel fumoso centro della città libereremo presto un altro cadavere urbano per riempirlo con parole e gesti che parlino di autogestione (che non vuol dire farsi gli affari propri ma auto-organizzarsi con la partecipazione e la fatica di tutti) di incontri non vincolati dall'incasso - il local clandestino ne è esperienza viva - e di iniziative già in cantiere: concerto dei jabberwackie; iniziativa/dibattito sulla globalizzazione (per festeggiare il nostro ritorno da Davos), manifestazione e festa con gli immigrati il 17 febbraio (siamo tutti clandestini) e molte altre cose. Non sarà quindi facile "cestinarci" perché per Gatanegra é importante esprimersi e proporre "altri punti di vista", forse scomodi ai blasonati/annoiati & radical-chic, ma sicuramente non sottomessi alle lecchinerie che il teatrino della partitocrazia e del mercato impongono. Insomma non faremo buon viso a cattivo gioco, come é d'uso ormai fra i più, ma seguendo la prassi dell'azione ci prenderemo un posto nel centro della mela marcia e lo renderemo vivo e indipendente.
Gatanegra

Livorno dibattito sull'immigrazione
Lunedì 22 gennaio si è svolto presso il Centro per la Pace un dibattito sulla questione del decreto-flussi in discussione al Parlamento. L'iniziativa è stata promossa dalla scuola autogestita di alfabetizzazione, alla quale partecipano anche militanti federati, e che da circa tre mesi tenta di coniugare l'insegnamento della lingua italiana ai migranti con la controinformazione e la discussione politica. Introduceva il dibattito un compagno dell'Associazione Africa Insieme di Pisa mentre la sala era affollata da un centinaio di migranti provenienti dal Senegal, dal Camerun, dal Marocco, dalla Nigeria, dalla Cina (unica comunità rappresentata esclusivamente da donne) dall'Albania e dalla Polonia. La discussione è stata ricchissima con informazioni che erano tradotte pazientemente in francese woloff e inglese, per permettere a tutti una maggiore comprensione. Ciò ha permesso un reale confronto internazionalista tra culture, quotidianità e modi di pensare confluiti in assemblea da parti del mondo così diverse. In molti interventi si respirava l'angoscia di donne e uomini costretti dallo Stato all'illegalità, eppure in quelle ore di confronto sembrava emergere la possibilità di farsi forza collettivamente: il venditore ambulante del Senegal accanto al portuale polacco, la venditrice di occhiali cinese, fianco a fianco all'artigiano restauratore camerunese, tutti senza permesso di soggiorno e sotto minaccia di espulsione, ma adesso con un volto riconoscibile, uno sguardo che non deve chinare gli occhi, un tentativo di resistenza.
Luca Papini

Torino: il Vaticano nello spazio!
La fine del Giubileo è stata festeggiata a Torino con diverse iniziative in piazza, all'università e nelle scuole contro il Movimento per la vita che anche nella nostra città ottiene sempre più spazi e finanziamenti pubblici. Ultimo scandaloso esploit l'apertura di un gabbiotto all'interno di un ospedale pubblico, il Mauriziano. Il gabbiotto, approvato e finanziato dal consiglio di amministrazione dell'ospedale, è sistemato all'ingresso del reparto ostetricia, dove le "volontarie" che lo gestiscono fanno una propaganda antiabortista volgare ed offensiva, giungendo persino a tentare di dissuadere dall'aborto terapeutico. Negli opuscoli che distribuiscono si giunge a sobillare mariti e padri perché intervengano direttamente sul lettino dell'ospedale. Il gabbiotto della vergogna è stato inaugurato alla fine di dicembre alla presenza del vescovo, senza che nessuna voce laica si levasse a difesa del diritto di autodeterminazione delle donne. Con la presenza all'università per un'intera giornata, quella nelle scuole e nella centralissima piazza Castello, finalmente riconquistata dopo un anno di sequestro da parte della Curia inizia una campagna di controinformazione che culminerà l'8 marzo con una manifestazione davanti al Mauriziano. Durante l'assemblea pubblica di venerdì 2 i presenti hanno ritenuto imprescindibile una ripresa di iniziativa contro le ingerenze clericali e per la difesa della libertà delle donne. Il presidio di sabato 3 è stato il primo passo: in una giornata soleggiata numerose persone sono intervenute nella piazza in cui campeggiava lo striscione "Né chiese, né religioni, liberi da ogni integralismo".
Mortisia

Alessandria prima vittoria contro le FS
La lotta contro la discriminazione di cui è stata vittima Vittoria Pigollo (cfr. UN 3 del 2000), la compagna ferroviera trasferita perché "improvvisamente" definita inidonea alla mansione di capostazione ha sortito un primo, positivo, risultato. Come ricorderete la vicenda ha dell'incredibile: dopo 18 anni di servizio durante una visita medica di controllo la compagna è stata "scoperta" di tre centimetri più bassa del minimo richiesto per la mansione ed immediatamente spostata ad altro incarico e ad altra stazione. La campagna di controinformazione della FLTU-CUB, cui Vittoria è iscritta sin dalla sua costituzione, ha sortito risultati forse insperati: del suo caso si sono interessati tutti i principali media nazionali mettendo in serio imbarazzo le FS che sono corse ai ripari, reintegrando nel suo incarico Vittoria in attesa della sentenza della magistratura del lavoro. Continua la battaglia della compagna e del suo sindacato perché i limiti di altezza vengano finalmente aboliti.
Euf.

Genova la polizia pesta chi contesta Bossi
Il corteo razzista organizzato dalla Lega Nord a Genova ha trovato sulla propria strada i compagni del Centro Sociale "Pinelli" che hanno tentato di bloccarne il passaggio bloccando la strada sedendosi in terra. La polizia non è andata per il sottile: un pestaggio violento, durato oltre 40 minuti è stato la risposta data ai giovani compagni che, stretti l'uno all'altro gridavano: "siamo tutti clandestini", "nostra patria è il mondo intero". Così descrive la scena in un comunicato un compagno: "... Mentre i razzisti urlavano contro di noi le solite frasi: "drogati!" o "andate a lavorare!", in un attimo è scattata la ferocia repressa dei celerini; manganello in una mano e scudo nell'altra si sono prodigati a rialzarci, non hanno neanche provato (salvo pochi, prontamente allontanati dai più esuberanti) a sollevarci. È partita una selva di calci, pugni, manganellate, colpi di scudo. Ci sono stati strappati i caschi (quando li abbiamo recuperati erano ancora allacciati!) e lanciati addosso ai compagni che stavano dietro. Uno che sono riuscito a vedere si preparava a battere un calcio di rigore... io ero la palla. Poi ho chiuso gli occhi stringendo le braccia sotto le braccia dei compagni di fianco ed ho solo sentito un gran male, alle gambe, alle braccia, alla schiena. Una bolgia, urla da tutte le parti. I passanti sbigottiti da tanta ferocia hanno insistentemente urlato ai poliziotti di smettere, alcuni hanno gridato 'basta', 'fermatevi', 'assassini', uno ha azzardato un 'fermatevi bastardi' (era un avvocato... è stato denunciato!), i giornalisti sono stati spinti via, uno (de Il giornale) ha ricevuto manganellate sulle braccia, ho visto la sua macchina fotografica schizzare via; qualcuno ci ha applaudito, qualcuno addirittura si è frapposto per arginare l'ira della celere. (...) Ci hanno messo 40 minuti, 40! Per sciogliere il groviglio di gambe e braccia e respingerci verso l'altro capo della via, così da far passare il triste corteo xenofobo e neofascista. Il commento del Bossi sull'accaduto è stato: 'un po' di allegria per scaldare una fredda giornata di gennaio'.
Ma Genova non è padania! Questo l'hanno capito anche loro, gli ottusi egoisti in camicia verde. 15 i denunciati dalla polizia, per cosa non si sa... ma anche noi intendiamo denunciarli, ma non c'interessa un procedimento penale, vogliamo denunciarli alla città, vorremmo che i genovesi aprissero gli occhi su chi sono i tutori dell'ordine, quelli che a Genova hanno istituito un gruppo di addetti alla 'prossimità' dei cittadini, quelli che fanno i calendari per ricordare tanti anni di 'duro' lavoro della sbirraglia, quelli che vorrebbero far capire ai cittadini che loro sono vicini ai problemi del cittadino... sì, così vicini da lasciargli i lividi! Problemi del cittadino che il più delle volte sono effetto del loro 'lavoro'"!
Questi sono i modi (e neanche i peggiori!) che la polizia adotta. Genova può ben immaginarsi cosa attendersi dalla polizia per il prossimo luglio 2001... in bocca al lupo!".
Forse i celerini di oggi dovrebbero ricordare che Genova è una città tenace, capace di grandi rivolte, come 40 anni orsono quando gli sbirri di Tambroni dovettero fronteggiare una vera insurrezione popolare antifascista. Allora la sola prospettiva che il congresso del Movimento Sociale si svolgesse a Genova provocò una reazione che costrinse il governo alle dimissioni e fermò una possibile svolta a destra.
Eufelia



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