Da "Umanità Nova" n.06 del 18 febbraio 2001
Verona. Spiritualmente complici
La santa alleanza clerico-padano-fascista nella città dell'amore e del pandoro
"In seguito ad un divieto notificato dalla questura di Verona la prevista
manifestazione di sabato 10/02 è stata rinviata a data da destrinarsi
(sic). Avremmo potuto decidere di manifestare comunque, nonostante divieti
polizzieschi (sic) e mobilitazioni della bassa forza al servizio del regime,
ovvero i Centri Sociali.
L'abbiamo fatto in piazze calde come Bologna e Milano, non ci spaventava
certo farlo anche stavolta. Ma a Verona non abbiamo bisogno di dimostrare
niente; a Verona abbiamo già vinto. Da poco abbiamo inaugurato la
seconda sede in provincia, gli iscritti aumentano di giorno in giorno in
maniera esponenziale e quando i nostri militanti decidono di scendere in piazza
nessun rosso si azzarda a effettuare la benché minima contestazione
(vedi le decine di banchetti e volantinaggi che si tengono tutte le settimane o
la recente manifestazione guidata da Forza Nuova Studenti che ha portato per le
strade 1000 ragazzi delle scuole superiori).
Abbiamo deciso di evitare ulteriori disagi anche ai veronesi, che hanno
già dovuto subire l'insulto provocato dal caso Marsiglia, e la
conseguenti grottesche manifestazioni degli antifascisti di regime. La politica
dei divieti a manifestare per FN è stata messa in atto all'indomani del
corteo anti gay pride dell'estate scorsa dal peggior ministro degli interni che
la repubblica abbia mai avuto: l'ineffabile Enzo Bianco. I fautori di questa
repressione del diritto di espressione secondo un tipico stile stalinista non
si illudano: Verona rappresenta un'eccezione. Forza Nuova non si fa mettere il
bavaglio, i nostri militanti amano le sfide."
(da un comunicato di Forza Nuova relativo al divieto di manifestare a Verona
per il 10 febbraio)
Fogna Nuova con Fiore all'occhiello
Al di là dei toni trionfalistici, il comunicato con cui i neofascisti di
Forza Nuova si piegano alla decisione della questura veronese di non
autorizzare la loro manifestazione nazionale dà un'idea del clima che si
è costretti a respirare in riva all'Adige. È purtroppo vero
quello di cui si fregiano: il movimento forzanovista appare come solida
organizzazione politica capace di riaggregare sui temi della xenofobia, dei
valori tradizionali "Dio, Patria e Famiglia", della lotta all'immigrazione,
quell'arcipelago nero di siglette e individualità che da anni gravitano
in città. A farne le spese per prime sono state le locali sezioni di
Fiamma Tricolore, passate armi e bagagli alla corte di Fiore e Morsello. Ma se
questo può essere un preoccupante segnale della capacità
movimentista di fare proselitismo soprattutto tra le fasce del giovanilismo
ribellistico (stadio e skins soprattutto) che informa un po' tutto lo stivale,
Verona si distingue per delle interessanti e disgustose peculiarità.
Come se ci fosse ancora bisogno di rivendicare un qualsivoglia primato su
integralismi e intolleranze!
Il pericolo vero qui è quello che con toni forse più pacati
(tiene botta però il sindaco leghista di Treviso!) ammorba tutto il
produttivo nord-est: l'affermazione di un pensiero retrivo che può
scivolare in generali atteggiamenti autoassolutori per le frequenti
manifestazioni d'odio padano. Non sono tanto le frange radicali e, diciamolo
pure, anche un po' folkloristiche quelle da cui doversi guardare quanto
l'abitudine che si sta diffondendo a ritenere normali fenomeni
d'imbarbarimento, a fare quadrato quando qualcuno insinua che la città
tutta è appestata (si veda l'indignazione cittadina scatenata dalla
puntata della trasmissione "Sciuscià" sul caso Marsiglia, il relativo
ordine del giorno del consiglio comunale che esprime "solidarietà alla
chiesa locale").
Anni orsono, alcune cassandre libertarie andavano scrivendo che il capoluogo
veneto si stava trasformando in un laboratorio d'autoritarismi in cui era
piuttosto facile smascherare le connivenze del radicalismo di destra, dei
serenissimi secessionisti, dei meno noti fuori dalle mura tradizionalisti
cattolici con alcune frange della Lega Nord, Alleanza Nazionale, Forza Italia
(coalizione di maggioranza). Esponenti locali della giunta comunale,
particolarmente sensibili alle rivendicazioni omofobe e razziste dei succitati,
da tempo hanno iniziato un proficuo scambio dialettico grazie al quale le
teorie più oscurantiste dei fondamentalisti locali trovano diritto di
cittadinanza e persino plauso in Comune.
Allarmi siam leghisti
Capita di sentire recentemente un Flavio Tosi dirigente della Lega Nord
proporre di far salire davanti gli extracomunitari sull'autobus per far
sì che paghino una buona volta il biglietto, inaugurando una corrente
neo-segregazionista importata direttamente dal mai troppo rimpianto regime
d'apartheid sudafricano. Ma l'abitudine dei leghisti a superare in
trivialità gli incappucciati del ku klux klan (al momento di andare in
stampa pare siano almeno loro ancora assenti da Verona) ha lontani natali.
In origine fu Romano Bertozzo, consigliere della Lega Nord: le sue esternazioni
hanno raggiunto livelli tutt'oggi ineguagliati. Tra le sue mozioni risplende di
luce propria quella in cui vorrebbe internare in un fantomatico centro di
recupero gli "emarginati": rom e sinti, extracomunitari, emigranti stagionali,
soci della Pecora Nera (l'ex centro di documentazione anarchica), foresti
("stranieri" nell'idioma locale) e albanesi. Nel '95 presenta in consiglio
comunale una mozione su quanto si sta discutendo in Europa, a proposito del
riconoscimento delle coppie gay: "Possiamo riconoscere le coppie gay solo a
patto che si facciano castrare come i capponi e donino i loro organi alla
scienza". Inaugura con simile affermazione una gara a chi sa essere più
squallido. Argomenta Bottoli (AN): "Non è forse meglio che la donna
ritorni a quella che è la sua vocazione naturale... che è quella
di tutti gli animali... l'aborto come metodo anticoncezionale... perché
tu hai aperto le gambe e non ci hai pensato, ma in quel momento in cui lo
fai... hai fatto quella scelta volutamente.". Si potrebbe continuare davvero a
lungo di questo passo rischiando però di annoiare chi legge con lo
stillicidio di cazzate che abbiamo subìto finora dagli scranni comunali.
Si diceva di connivenze. Nel `96 si inaugura la nascita del `Comitato vittime
dell'ingiustizia' che sancisce l'alleanza tra veneti della Serenissima
Repubblica, tradizionalisti cattolici e neonazisti del Veneto Fronte Skinhead,
tutti indagati dalla magistratura per reati previsti dalla legge Mancino. A
sancire il sodalizio ricordiamo ancora con rimpianto il parlamentare di A.N.
Nicola Pasetto, noto manganellatore nel Fronte della Gioventù ora
passato a miglior vita.
Maurizio Ruggiero, responsabile del `movimento legittimista' Sacrum Imperium
che si batte per la restaurazione di un potere assoluto emanato dal divino, di
mestiere fa l'integralista cattolico. Si reca ogni mattina in ufficio a
diffondere attraverso e-mail, fax e telefonate la Verità una e trina del
Signore. Il suo posto di lavoro? L'ufficio del gruppo consigliare della Lega
Nord in Comune.
Sub Christi Regis vexillis militare gloriamur
Modestamente a parte, noi di Verona deteniamo il record di gruppi integralisti
cattolici. Comitato Principe Eugenio, Sacrum Imperium, Famiglia e
Civiltà, Comitato per le Pasque veronesi, Gruppi di famiglie cattoliche,
sono le sigle sotto cui si celano le istanze reazionarie, omofobe, razziste,
antirazionali, filomonarchiche che tanto hanno contribuito a portare Verona
sulle prime pagine dei quotidiani. I nostri baldi rispondono alla `deriva
immigrazionista', al `catastrofismo ecologista', al `bolscevismo ecclesiale',
alla `perversione sodomitica' regalandoci perle di saggezza tramite
volantinaggi, convegni, mostre e pure parate in maschera. Tutto patrocinato e
finanziato da Comune e Provincia. La ricostruzione storica delle Pasque
veronesi, celebrante l'opposizione dei veronesi a Napoleone in nome della
fedeltà alla Serenissima Repubblica di Venezia, con tanto di sfilata e
cannoneggiamenti a salve per le vie del centro storico, viene sponsorizzata
ogni anno dall'amministrazione locale a suon di milioni. Così come
convegni che celebrano la salvaguardia della cattolicità italiana,
contro l'islamizzazione e l'espianto dei popoli, contro le sciocchezze degli
ecologisti (in sintesi: non esiste nessun rischio ambientale: la
sovrappopolazione, l'effetto serra, la mucca pazza, la deforestazione,
l'inquinamento atmosferico sono invenzioni dell'estremismo di sinistra e dei
centri sociali, scientificamente provato!).
Se vi recaste presso la chiesa di Santa Toscana la domenica mattina avreste
l'onore di assistere alla loro messa rigorosamente in latino, magari in
riparazione all'affronto del gay pride a Roma o per riconsacrare un terreno
utilizzato dagli immigrati musulmani per festeggiare la fine del ramadam. Tra i
banchi, in ginocchio e contrito, sicuramente non vi sfuggirebbe la presenza del
generale Amos Spiazzi, protagonista delle trame nere che negli anni `70 hanno
insanguinato la penisola e convinto fascista-tradizionalista.
Questi catto-fondamentalisti scaligeri potrebbero sembrare in fin dei conti
solamente dei loschi individui anacronistici, nostalgicamente innocui. In
realtà la loro influenza sulla vita culturale e politica veronese non
è indifferente, visto che amicizie nel mondo dell'informazione e
referenti politici istituzionali fanno sì che le loro aberrazioni
passino per civili opinioni di onesti cittadini.
Chi purtroppo non è raggiunto dal segnale dell'emittente locale
"Telenuovo" si perde i talk-shows animati dal giornalista-opinionista Mario
Zwirner - incrocio casereccio tra Feltri e Sgarbi - che ospita un giorno
sì e un giorno no nella sua trasmissione ormai cult "Fronte del Nord" la
crema del pensiero autoctono: tradizionalisti cattolici, skinhead vittime della
repressione rossa, leghisti con la bava alla bocca, forzanovisti gentlemen.
L'encomiabile finalità dello Zwirner (solito congedarsi dal video con un
saluto vagamente cameratesco) a nostro avviso è proprio quella di
tentare lo sdoganamento di un pensiero altrove rifiutato e condannato.
Oi oi oi, il Comune sta con noi
Il 16 dicembre scorso si scopre che l'assessorato alle politiche giovanili
(Massimo Mariotti, fascista), l'assessorato alla cultura (Luca Bajona, ex
picchiatore fascista), l'assessorato provinciale alla cultura (gen. Adimaro
degli Adimari, fascista) hanno finanziato un raduno neonazista in piena regola
in un teatro tenda cittadino: evento che ha chiamato a raccolta oltre 500 teste
rasate da tutta Europa per assistere al concerto degli svedesi Ultima Thule
accompagnati dai trevigiani Front 82 e dai londinesi Condamned 84. La serata
definita dall'assessore alla cultura come "un'occasione a livello
internazionale per la socializzazione dei giovani attraverso la musica"
è stata un successo anche secondo Piero Puschiavo (fondatore del Veneto
Fronte Skinhead, leader della nazi-band Peggior Amico e titolare dell'etichetta
nazi "Tuono records"), che si vantava di essere il vero organizzatore della
riuscitissima kermesse pelata. Puschiavo, insieme ai quattro componenti dei
Gesta Bellica (gruppo neonazista veronese che suona ormai regolarmente
finanziato dal comune in occasione di imperdibili concerti "contro lo smog" o
durante feste in maschera per il Carnevale), è indagato nel processo al
Veneto Fronte che si sta svolgendo a Verona: tra le accuse, l'utilizzo della
musica come mezzo di istigazione all'odio razziale.
Dal 22 al 25 febbraio si terrà al teatro Camploy una mostra-mercato con
annesso convegno dell'editoria minore patrocinata da Regione Veneto, Comune di
Verona, Assessorato alla Cultura e Sinergie Europee Italia (associazione di
neonazisti camuffati). Il titolo è "Alla scoperta della cultura non
conforme - prima rassegna delle edizioni 'samiszdad' italiane". La si vorrebbe
fa passare per una mostra super partes con la crema delle case editrici
alternative fuori dal circuito commerciale ma l'indirizzo a cui rivolgersi per
informazioni è lo stesso di quella "Bottega del fantastico" di Milano
(via Plinio 32) già sede della rivista nazional-comunitarista Orion e
noto covo della destra radicale meneghina.
Il tentativo di coprire la manifestazione con una patina di legittimità
culturale mascherando si tratti di una mostra dell'editoria neofascista e
neonazista si evince dal fatto che si è cercato di coinvolgere (senza
riuscirci?) anche alcune edizioni d'area libertaria in nome della comune
marginalità sul mercato. Ruolo da mediatrice di questo "superamento
della destra e della sinistra" lo sta svolgendo la casa editrice "Graphos" di
Genova: trascorsi di militanza sinistra (area bordighista), orientata oggi su
posizioni violentemente negazioniste!
L'importante per i veronesi è mantenere insomma una buona reputazione e
l'immagine di una città dove in fin dei conti si sta bene (una recente
indagine Istat sul tenore - alto - di vita conclude che l'homo scaligerus non
teme la criminalità ma l'extracomunitario sì, perché porta
criminalità!).
A rompere un po' le uova nel paniere a tutto questo benessere squadrista ci sta
pensando da qualche mese un coordinamento laico antirazzista che raccoglie
sigle e individualità differenti. Nel silenzio generale di associazioni,
partiti e sindacati, con la efferata compiacenza dei mezzi d'informazione, il
Cesar K (nome del ragazzo polacco morto tra le fiamme nei locali fatiscenti
dell'ex Pecora Nera) si muove non senza fatica in tale iniquo crogiolo di
indifferente intolleranza.
Dottor Platano
Per approfondimenti sul tema si consiglia il dossier a cura del collettivo
Porkospino consultabile sul sito www.ecn.org/porkospino
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