Da "Umanità Nova" n.06 del 18 febbraio 2001
Lavoratori dei call-center
Hotlines, linee calde per dar fuoco ai padroni
Siamo una rete di lavoratori dei call-center che da Essen a Brighton, da
Barcellona a Bologna, sta cercando di promuovere un circuito di
contro-informazione e di attiva collaborazione tra i lavoratori di questo
settore. Vogliamo andare al di là delle trionfalistiche news della
propaganda sulla new-economy, facendo emergere sia le effettive condizioni di
lavoro a cui siamo sottoposti, sia le capacità latenti per aggredire
l'organizzazione del lavoro, migliorando le nostre condizioni. Non vogliamo
essere l'ennesimo organismo sindacale, ma una struttura che permetta l'azione
collettiva ed autonoma dei lavoratori.
24 ore su 24, sette giorni su sette, ogni giorno dell'anno disponibili a
lavorare...
Sembra questo il destino dei lavoratori dei servizi, e di tutti i lavoratori in
genere, qualunque sia il loro comparto specifico (grande distribuzione, settore
bancario o assicurativo, ristorazione, ecc.) e la mansione svolta,
perché così recita la liturgia degli interessi economici, di cui
i vari Dicktat delle direzioni aziendali sono gli eco che i lavoratori dei
call-center leggono sul loro terminale ogni giorno...
Affinché i padroni sfornino profitti bisogna aumentare la
produttività dei lavoratori, estendere il tempo di lavoro per sfruttare
in maniera ottimale tutti i macchinari, rendere il più breve possibile
la vita di un prodotto o di un servizio prima di essere venduta, per battere la
concorrenza, consolidare le proprie quote di mercato, fidelizzare il cliente:
questo è il credo del capitale che si riverbera sulle nostre esistenze
di lavoratori, rendendoci la vita un inferno...
Solitamente il cliente a cui un operatore di un qualsiasi servizio assistenza
risponde è un altro lavoratore che si ritaglia a fatica nella sua
intensa giornata un momento per accedere ad alcune informazioni ed usufruire di
un servizio, che solitamente esercita la stessa pressione che viene esercitata
a sua volta su di lui, perpetuando la catena dello stress, e coinvolgendo nel
proprio psicodramma quotidiano un altro personaggio, molto poco contento di
fungere da valvola di sfogo e di interfaccia dell'azienda.
Lo straordinario, l'introduzione del sabato e della domenica lavorativa, il
turno di notte sono aspetti che riguardano tutti i lavoratori, che trasformano
la vita sociale, le relazioni personali, le vite private d'ognuno e il tempo
libero di tutti... Lasciandoci la possibilità di consumare a qualsiasi
ora: unica vera libertà concessaci veramente!
Rispondere, soddisfare...Rispondere, smistare...Sempre più velocemente
L'introduzione dei computer, del fax e di altri strumenti di lavoro ha
rivoluzionato l'organizzazione del lavoro e le mansioni di ogni ufficio,
così come in alcuni casi l'introduzione del call-center è stata
usata come testa di ponte e volano per stravolgere le condizioni di lavoro
precedenti... Naturalmente Peggiorandole!
Per i lavoratori del call-center, come di altri settori, si studiano e si
applicano sistemi di intensificazione e controllo dell'attività
lavorativa, come l'Answer Satisfied Ratio alla TIM: un tot di chiamate che
devono essere ricevute per unità territoriale(il 90%), e perciò
da un lato, una pressione costante nello svolgimento della nostra mansione:
risposte puntuali, sintetiche e veloci sempre, e dall'altro, un organizzazione
del lavoro che si può adattare alle esigenze dei differenti flussi di
chiamate, mettendo in tempo reale in cuffia chi opera off lines.
In altri call-center a seconda della programmazione, costringono i lavoratori
allo straordinario quando serve mentre li mandano a casa senza essere pagati,
quando non ci sono chiamate.
Creano una cornice di falsa socialità tra i lavoratori dello stesso
gruppo, promossa e mediata dagli assistenti per nascondere il loro ruolo di
controllo; stratificano i lavoratori con differenti forme contrattuali
(interinali, CAT, CFL e assunti a tempo indeterminato) e precise gerarchie di
saperi e capacità per dividere i lavoratori, creano aspettative di
mobilità interna, di avanzamento professionale, di formazione
permanente, o semplicemente di assunzione, per smussare i quotidiani imperativi
di sottomissione ai ritmi ed ai carichi di lavoro.
Difficilmente si può pensare di risolvere e capovolgere questa
situazione, adottando quei piccoli escamotage che ci permettono di prendere un
po' di fiato al lavoro, tipo allungare le pause e socializzare un po' di
più, come di staccare per un po', magari mettendosi in mutua, proprio di
sabato o di domenica.
Bisogna essere in grado di attaccare collettivamente l'organizzazione del
lavoro sfruttandone le debolezze, ed i punti di maggiore criticità,
cominciare a riflettere sulla nostra condizione specifica, come sulle analogie
con altre aziende e settori, a livello nazionale, come almeno a livello
europeo.
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Rete dei lavoratori dei call-center
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