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Da "Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001

Le colonie del Vaticano
La chiesa cattolica batte cassa

Che la vicenda delle "consultazioni" dei leader dei partiti politici italiani avviate dal cardinal Sodano non sia assolutamente una cosa normale lo si capisce subito.

Non è normale che il segretario di stato Vaticano (carica che corrisponde a quella di capo del governo) sia l'unica persona al mondo a credere che i programmi elettorali dei politici italiani siano veritieri. E non è neanche normale che lo stesso cardinal Sodano abbia dato questa notizia con risalto; generalmente queste cose (che si sono sempre fatte) si tengono riservate. Oltretutto che l'Italia sia un paese a "sovranità limitata", si è sempre saputo (basti pensare all'ignobile comportamento della sinistra durante la guerra in Jugoslavia), ma scoccia sempre sentirselo ricordare. Limitarsi a interpretare questa vicenda solo in questo modo però non convince troppo: che in Italia comandino gli USA ed il Vaticano è cosa nota, ma non si era mai arrivati alla consultazione pubblica, preelettorale, dei leader dei partiti.

Non convince neanche questa corsa dei partiti (tutti dichiarantesi "liberali") a far vedere al cardinale quanto siano clericali. Gli elettori, anche quelli cattolici, dimostrano sempre posizioni più avanzate della chiesa e dei politici sui grandi temi (il divorzio, l'aborto, la fecondazione assistita, etc.). Gli stessi cattolici italiani ormai sono religiosi "a la carte": prendono dalla religione solo quello che gli fa comodo e si disinteressano del resto. Un partito dichiaratamente clericale, che proponesse nel proprio programma tutte le richieste della chiesa sarebbe probabilmente votato solo da Insabato e da pochi altri invasati.

Un elemento che ha influito su questa vicenda è, senza dubbio, la gara in curia per la successione a Wojtila. Il titolare dei rapporti con lo stato italiano è, secondo il concordato, la CEI (Conferenza episcopale italiana) presieduta da Ruini, possibile rivale di Sodano stesso nel conclave. Questo è il motivo per cui "L'Avvenire" (giornale della CEI) ha dato molto poco risalto alla vicenda e Ruini stesso, infischiandosene del protocollo, se ne è andato quasi subito dal ricevimento ufficiale in cui Sodano ha esternato ai giornalisti le sue intenzioni. Che in Vaticano stiano volando i coltelli per accaparrarsi la pole position in conclave è evidente, ma se questo spiega le modalità anomale con cui la notizia è stata diffusa (intervista ai giornalisti durante un ricevimento ufficiale), non ne spiega le ragioni.

La prima ragione, come sempre quando si parla di chiesa cattolica, è il portafoglio. Questi incontri preelettorali assomigliano a quelli che i candidati fanno presso le grandi corporazioni (commercianti, industriali, etc.) e presso le varie lobby per assicurarsene l'appoggio elettorale garantendogli agevolazioni di vario tipo (sgravi fiscali, finanziamenti, etc.). Non è stata casuale la presentazione in senato, lo stesso giorno, del disegno di legge per la ratifica del trattato sulla sicurezza sociale stipulato tra l'Italia ed il Vaticano per far pagare, dallo stato italiano, la pensione ai 4.000 dipendenti vaticani, che, com'è noto, non pagano i contributi. Questa leggina, una delle tante varate per aiutare la chiesa, comporterà un esborso per l'INPS di 40 miliardi l'anno (100 milioni a dipendente!).

C'è però anche un altro motivo, più profondo e più pericoloso, di questi incontri: la chiesa cattolica sta ridefinendo il suo atteggiamento nei confronti dello stato italiano.

Con l'avanzamento del processo di integrazione europea la chiesa rischia di perdere tutti i privilegi di cui gode. Nella costituzione europea (peraltro schifosa) non è riuscita a far inserire neanche un riferimento alla religione, che è stata equiparata all'ateismo nel paragrafo in cui si parla della libertà d'opinione. Addirittura al congresso dei popolari europei è stata votata una mozione perché in ogni paese venga promulgata una legislazione che legalizzi le unioni di fatto. Se a questo si aggiunge la sempre maggiore secolarizzazione del comportamento degli adepti (pensate ai rapporti prematrimoniali o alla contraccezione) si capisce da dove derivi la necessità di cambiare atteggiamento e non ci si stupisce neanche che tutto questo sia avvenuto in occasione dell'anniversario del concordato.

Probabilmente la chiesa sta mirando, in Italia, a gestire quello che rimarrà dell'assistenza pubblica dopo gli annunciatissimi tagli che verranno fatti. Questo significherà massima discrezionalità nell'elargire gli aiuti ai soli cattolici osservanti e praticanti. Si verificherà su scala nazionale quello che, in piccolo, già è avvenuto nella regione Lazio con la benedizione pontificia: gli aiuti per le famiglie numerose verranno dati solo alle coppie regolarmente sposate, col bel risultato di penalizzare ulteriormente le ragazze madri.

Fa sorridere, di fronte a tale arroganza, l'atteggiamento di Ciampi che si è richiamato all'articolo 7 della costituzione per frenare l'invadenza di campo vaticana. Paradossalmente ha fatto riferimento proprio all'articolo, fortemente voluto dalla gerarchia cattolica, dove si stabilisce la rilevanza costituzionale del concordato, che è l'origine legale della prepotenza cattolica cui assistiamo.

Francesco Fricche



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