unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001

Assassinio di paese in un "paese" assassino

Ed ora manca soltanto il "memoriale" del presunto pluriomicida per completare la sanguinolenta - è proprio il caso di dirlo - "battaglia di discorsi e attraverso i discorsi", come ci ha insegnato Michel Foucault nel suo splendido libro "Io, Pierre Riviére, avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello". Perché dell'efferato delitto di Novi Ligure, più che le risposte siamo certi essere le domande - e soprattutto i latori di queste - a consentirci di inquadrare tutti i soggetti/attori di un assassinio di paese in un Paese assassino.

Questa volta, però, vorremmo iniziare il discorso dai comprimari, le cosiddette "spalle" ed il loro pubblico, lasciando in ombra i protagonisti: i due giovanissimi interpreti di una tragedia che, come tutte le antiche tragedie, fanno da sfondo al coro, rappresentato da un'ordinata e linda famiglia borghese, modello della civilissima provincia italiana da sempre intenta a mostrare il "rispetto di sé" al punto da non aver il minimo "rispetto dell'altro".

Siamo a metà di una settimana stanca e stracca, in cui su tutti campa una campagna politica che annega lo sguardo degli italiani nelle facce pubblicitarie dei suoi candidati premier e li assorda attraverso i loro slogan da prodotti detergenti. Passata da tempo la sindrome dei balcani (l'uranio impoverito chi se lo ricorda più?) rimane il sottofondo preoccupato della mucca pazza e dei loro allevatori "attoniti", contornato da una Contessa Vacca precipitata da un dirupo del monte di Portofino in circostanze ancora da chiarire, da un serial-killer padovano svanito nel gabinetto chimico dell'università sotto i colpi di un figlio che uccide il padre-professore per averlo scoperto a falsificare i voti, da una diplomazia vaticana avvezza a dare ordini su tutto e a tutti (figuriamoci ai politici) e dagli ormai consueti "pirati della strada" che stendono bellamente i passanti, soprattutto se extracomunitari. Ah! Dimenticavamo: soltanto il Milan (l'enfant-terrible di Berlusconi) ha superato il turno nelle coppe europee, lasciando Parma, Roma e Inter sole solette a grattarsi la rogna.

Colpo di scena: in una villetta della ridente Novi Ligure, una donna e suo figlio sono accoltellati con ferocia assassina, mentre la figlia - di corsa dai carabinieri - denuncia l'aggressione ad opera di stranieri, senza dubbio albanesi o tutt'alpiù slavi. Ecco subito iniziare la "battaglia dei discorsi e attraverso i discorsi". Media, Magistratura inquirente, politici addentano l'osso e non lo mollano, costi quel che costi.

Ad onor del vero, il procuratore della Repubblica di Alessandria, Carlo Carlesi, che segue da vicino le indagini è il meno sguaiato attorno all'evento; anzi il suo discorso è laconico e restio, fino al punto da suggellarlo con un perentorio "il caso è chiuso" a solo due giorni dal "caso" che lascia di stucco i comunicatori di professione. Fatti, non parole, è il messaggio forte della procura, dei carabinieri, della polizia, i soli - per il momento - ad incassare a pieni mani risultati certi in una campagna elettorale che li vede protagonisti attraverso i reiterati richiami all'ordine e a chi professionalmente lo esercita.

Ben altro esito è il discorso dei Media, catalputati da una situazione di "piatto ricco, mi ci ficco", ad una figura barbina, in cui la battaglia fra i diversi attori del discorso mediatico ha assunto contorni farseschi e da primi della classe, tipo "noi siamo stati più bravi di voi, non ci siamo cascati". Di fatto l'aurea regola giornalistica delle quattro "S" (Sangue, Soldi, Sesso, Stranieri) non ha funzionato alla perfezione, e soltanto il ripristino della quintultima "S" (quella dello Specialista, da giocarsi come extrema ratio) ha potuto far recuperare il terreno della credibilità, rispolverando il discorso scientifico, del pedagogo o dello psichiatra di turno, come unica e sola fonte di verità. In vero anche il discorso religioso sembra aver fallito, dal momento che non ha potuto utilizzare la formula dei "papa-boys", essendo la famiglia De Nardo fervente cattolica e procreatrice di "papa-boys". A meno di non riutilizzare a loro volta la principesca regola della "S" di Satana e fargli metter lo zampino.

Degli ultimi due discorsi con la "P" - non di Puttanate, ma di Pubblicità e Politica - vi riferiamo, fra i tanti, soltanto due esempi.

Che i giovani adolescenti (dopotutto la categoria sociologica è stata da loro inventata) siano produttori e consumatori primari degli "spot" è tautologico. Non per nulla i comunicatori di professione non hanno potuto non richiamarsi alla pubblicità della "Mulino bianco" per sintetizzare efficacemente - ma soprattutto cinicamente - il quadretto familiare di Novi Ligure. Che poi i giovani adolescenti svezzati a merendine dalla mattina alla sera, siano dei perfetti sconosciuti ai loro genitori è l'ultimo colpo di genio dei creativi, che in un discorso pubblicitario - per ironia della sorte da pochi giorni trasmesso in televisione - hanno addirittura messo in primo piano il genere "brava-ragazzina-orgoglio-di-mammà (almeno-lo-spero)" per reclamizzare i messaggi SMS fra telefonini di coetanei in barba agli adulti; gli stessi - sembra - che Erika ed Omar si siano inviati a fatto acclarato. Probabilmente la Telecom, dovrà ricorrere ai ripari per non essere accusata d'istigazione a delinquere, tanto più se si scoprirà che i telefonini dei due giovani adolescenti di Novi Ligure avevano come operatore di rete proprio la Telecom.

Infine il discorso dei politici, che in verità non ha la scientificità categoriale di un "discorso", in quanto per definizione è spugnoso, fetido, ma soprattutto sporco. Non ci riferiamo tanto ai florilegi di Borghezio o di Zacchera (encomiabile il suo: "gli slavi sono geneticamente avvezzi all'efferatezza") che hanno - anche in questo triste evento - dato la miglior prova, quanto ai silenzi-consensi, ai distinguo, alle esecrazioni che in piena campagna elettorale hanno mostrato e ribadito la sciacallaggine del discorso politico, sempre pronto a far da cassa di risonanza alla vox populi acclamante forche, sedie elettriche, garrote e quant'altro pur di vivere in pace nel "rispetto di sé".

Jules Élysard



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