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Da "Umanità Nova" n.09 dell'11 marzo 2001

Clima rovente e Palazzi di ghiaccio

L'aria si sta scaldando. Nel senso letterale del termine. Gli esperti parlano di 5, 6 gradi in più entro il secolo e le conseguenze le possiamo immaginare tutti, poiché, anche senza essere "esperti", già abbiamo potuto scorgerne le prime avvisaglie: aumento della desertificazione, innalzamento dei mari, inondazioni, alluvioni... Un bell'intrattenimento per noi e per i nostri nipotini.

Gli otto ministri dell'ambiente riuniti a Trieste il 3 e 4 marzo avrebbero dovuto affrontare la questione e accordarsi sulle contromisure. Non è successo niente. Il Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni gassose nell'atmosfera, quelle, per intenderci, che provengono dai tubi di scappamento delle auto, dalle industrie, dal riscaldamento e dai sistemi di refrigerazione, dalle discariche e dall'agricoltura e allevamento intensivi, non solo non è stato ratificato ma la firma è stata rimandata sine die.

Varie associazioni ambientaliste da Greenpeace al WWF, passando per Legambiente, parlano di parziale successo, di primo passo in avanti. In effetti qualcosa è cambiato: i rappresentanti degli Stati Uniti, che sono tra i principali responsabili dell'Effetto Serra, oggi, a 10 anni dall'Earth Summit di Rio de Janeiro, hanno smesso di negare l'evidenza e riconoscono che, almeno in parte, il riscaldamento del pianeta è dovuto alle attività umane. Ma si guardano bene dal prendere impegni precisi per la riduzione dei gas responsabili del disastro che avanza. Il rimedio, secondo quanto sostenuto dalla rappresentante americana al G8, consiste nel ricorso alle risorse messe a disposizione dal... mercato! Nel documento conclusivo infatti leggiamo: "Utilizzare le opportunità ed i vantaggi offerti dal mercato, e inviare al mercato i giusti segnali, sono importanti fattori per affrontare con efficacia i cambiamenti climatici." In una parola chi si è arricchito inquinando potrà continuare a farlo con il grande affare del risanamento ambientale. In questa fogna di pianeta aria, acqua, terreni puliti diverranno merci preziose per chi potrà permettersele. E per gli altri? Ai poveri dei mille Sud del mondo non restano che le discariche. Per vivere e per morire.

Il ministro dell'Ambiente italiano, Willer Bordon, dichiarando la propria soddisfazione ha rilevato: "(sono) preoccupato dall'idea che gli Stati Uniti scavalchino l'Europa sul fronte ambientale conquistando la supremazia industriale in un settore cruciale". Tanto per cambiare è una questione di Business. La vita e la salute delle persone hanno valore solo se sono traducibili in profitto, altrimenti sono vuoti a perdere. La formula è quella consueta: "paga o crepa". Basti pensare allo scandalo del monopolio ventennale sui brevetti farmaceutici, sancito dall'Organizzazione Mondiale del Commercio nel '94, in virtù del quale ai paesi poveri è vietato produrre in proprio medicinali salvavita. I farmaci restano quindi inaccessibili alla maggior parte della popolazione per i costi eccessivi. Un esempio? In Africa, dove un adulto su sei è sieropositivo e dove solo un'infima minoranza ha i soldi per curarsi, il numero dei decessi per AIDS nel 2000 è quasi raddoppiato mentre negli Stati Uniti, nello stesso anno, si è pressoché dimezzato.

Le virtù terapeutiche del dollaro sono infinite. Su questo a Trieste si sono trovati tutti d'accordo.

Maria Matteo



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