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Da "Umanità Nova" n.09 dell'11 marzo 2001

Jesi
Tute bianche in "azione"

Sabato 17 febbraio scorso le locandine e le pagine della stampa locale (Messaggero, Resto del Carlino e Corriere Adriatico) riportavano la notizia della bagarre scoppiata in Consiglio comunale la sera prima a Jesi fra tute bianche ed anarchici. Una notizia che, seppur confinata nel piccolo circuito dell'antagonismo marchigiano, fa rivenire in mente episodi simili già accaduti in altre città italiane. Che cosa è successo di preciso? Non è facile a dirsi in due parole, e, visto che per capire bene la situazione creatasi ci vorrebbe una premessa lunga... un libro, è meglio partire solo dal fatto che i due soggetti in questione, le tute bianche (Centro sociale TNT) di Jesi e gli anarchici (Centro Studi Libertari "Luigi Fabbri" e Kollettivo Giovani Libertari) sono da mesi impegnati entrambi in una campagna per la conquista di nuovi spazi.

Il primo, preoccupato di avere una nuova sede per sé dove poter fare autonomamente concerti, lo scorso novembre ha occupato una sala pubblica, dove normalmente tutte le associazioni cittadine potevano tenere concerti e feste, e abitualmente gli anziani del quartiere organizzavano feste danzanti, trasformandola in uno strumento di loro esclusivo uso. Fatto che ha suscitato le ire degli abitanti del quartiere.

Gli anarchici da parte loro hanno iniziato da tempo a rivendicare spazi di libertà e sedi per le associazioni che ne sono sprovviste, per quelle che sono addirittura sotto sfratto e più in generale per ogni tipo di attività culturale cittadina. Dopo aver occupato, lo scorso ottobre, simbolicamente per una serata, insieme ad altre forze politiche, un palazzo comunale in ristrutturazione da decenni (sede incompiuta per molte associazioni cittadine), hanno dato vita ad una raccolta di firme per presentare una petizione pubblica sulla questione insieme ad altre dieci associazioni quali: Arci, UISP, Ass. Arbitri Italiani (che sono sotto sfratto esecutivo insieme agli anarchici del Centro Studi Libertari "Luigi Fabbri" e del Kollettivo Giovani Libertari), WWF, Amnesty International, Punto Rosso, Italia Cuba, S.in.Cobas, Astrolabio e Ass. Sergio e Gigetto Romagnoli per i bambini nel mondo.

A questo cartello di associazioni nelle ultime settimane inoltre si è unito anche il Gruppo di studio contro la globalizzazione, formato da ex-appartenenti al TNT.

Ma arriviamo a venerdì 16 febbraio, alla presentazione della petizione delle associazioni. Firmata da centinaia di cittadini, aspettava da circa un paio di mesi di essere relazionata (dal 7 dicembre scorso per la precisione) dopo un paio di rinvii precedenti: in un caso per dare precedenza ad un Comitato di genitori in lotta contro la centralizzazione delle mense scolastiche, e nell'altro per non creare inutili contrapposizioni nella maggioranza che non avrebbero giovato alle rivendicazioni.

Parallelamente anche il C.S.A. TNT presentava una sua petizione vecchia di... sei giorni e firmata da una sessantina di persone. Questa petizione "lampo" però non è stata ammessa alla discussione consiliare (per motivi di ordine burocratico) del 16 febbraio. A questo punto sono intervenute le tute bianche che, in poco più di una ventina (provenienti da varie località marchigiane) hanno "invaso" lo spazio pubblico del Consiglio reclamando la discussione sulla loro petizione. I rappresentanti delle associazioni presenti in aula, una ventina in tutto e per lo più anarchici, non hanno manifestato alcun tipo di reazione, anche se presentivano nell'aria l'odore forte della provocazione.

Di fronte alla disobbedienza civile delle tute bianche il consiglio comunale ha reagito con una sospensione di qualche decina di minuti per poi riprendere tranquillamente i lavori. La situazione è iniziata a precipitare però quando i compagni, rappresentanti le tredici associazioni, si sono resi conto che il tempo a disposizione per la discussione dei vari ordini del giorno era scaduto e che quindi la discussione della loro petizione sarebbe saltata.

A quel punto hanno rivendicato ad alta voce il diritto alla parola artatamente negato, denunciando l'evidente volontà istituzionale di non voler affrontare la questione, di fomentare tensioni e di voler mantenere in piedi, sul problema degli spazi, la solita ottica clientelare che crea figli e figliastri. Detto questo hanno invaso l'emiciclo del Consiglio Comunale bloccando di nuovo i lavori.

Risultato? Sono stati subito fischiati ed insultati dalle tute bianche con appellativi quali: buffoni, fascisti, infami, con contorno di minacce personali varie e la rivendicazione "antagonista" che se non si discuteva la petizione del TNT nessun altra sarebbe stata discussa. Un compagno ricorda di aver sentito addirittura che qualcuno del pubblico si è rivolto ai poliziotti presenti invitandoli a cacciare via gli occupanti dell'emiciclo.

Il tutto si è concluso dopo pochi minuti di tensione in cui i compagni disciplinatamente hanno resistito alla tentazione di rispondere alle provocazioni, e, dopo aver ottenuto dal Sindaco l'impegno che le due petizioni, prossimamente, non sarebbero state discusse insieme, dando precedenza alla loro, hanno abbandonato l'aula.

Nei giorni successivi si è respirata comunque un'aria pesante in città dove alle calunnie rivolte da tempo agli anarchici si è aggiunta anche qualche minaccia rivolta verso i più giovani. Attualmente comunque la situazione sembra essere quella di un armistizio dove i compagni non hanno alcuna intenzione di scatenare una guerra fra poveri, con la consapevolezza però che qualsiasi futuro attacco, verbale, o peggio fisico, non sarà ulteriormente tollerato. Inoltre hanno la consapevolezza che in tutto questo la responsabilità istituzionale, del Sindaco e della Giunta, è forte, avendo portato sempre avanti una politica, in tema di spazi e di sedi, senza alcuna prospettiva, infarcita da un pressappochismo che spesso scivola nel clientelismo, e ricca di promesse vuote di fronte ad ogni tipo di rivendicazione.

Il prossimo appuntamento sarà per il 9 marzo quando, finalmente, la petizione delle tredici associazioni dovrà essere discussa. Quello che accadrà, e quali saranno i risultati provvederemo a farli conoscere per tempo.

Giordano



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