![]() Da "Umanità Nova" n.10 del 18 marzo 2001 Al peggio non c'è mai fineL'8 marzo dalla nebbiosa Alessandria è passato il treno di Rutelli, un treno carico di doni. Il Cicciobello nazionale ha portato l'offerta di un posto in Parlamento a... Francesca Calvo! Qualche anima tenera si è domandata: "Quella Francesca Calvo? La due volte sindaco della città? Quella dei vigilantes nei giardinetti, della chiusura della moschea, della richiesta per l'ingresso all'asilo del certificato di `sana e robusta costituzione' per i figli degli immigrati? Quella che fece esporre il tricolore in Comune per la morte di una Savoia? Non è possibile: quelli del centrosinistra non possono scendere così in basso". In molti si sono scandalizzati e stupiti per quest'ultima giravolta a destra dell'Ulivo. Nel grande mercato delle vacche di questa campagna elettorale rimane sempre chi pensa che esistano dei limiti, dei confini morali, o, almeno, un po' di banale bon ton. Invece, non mi stancherò certo di ripeterlo, la classe politica di questa "seconda Repubblica" ha ben poco da invidiare a quella che l'ha preceduta. Anzi. Tra nuovi, seminuovi e riciclati pare esserci meno pudore che nella vecchia DC o nel consunto PSI: Craxi e Forlani ci fanno la figura dei dilettanti. D'altro canto, in una campagna elettorale che si infiamma solo per la qualità dei fotomontaggi dei vari candidati, le passioni politiche e civili non sono che inutili orpelli, retaggio di un passato dominato dalle ideologie, dalle grandi sfide tra modelli diversi di organizzazione politica e sociale. Oggi fa più notizia il nodo della cravatta di Berlusconi o Rutelli che i doppi e tripli salti mortali di alcuni politici. Così il sindaco di Alessandria, già leghista d'assalto e dirigente dell'Ape di Gnutti e Comino, che dichiara di "non rinnegare nulla" del proprio passato, passa all'Ulivo con elegante disinvoltura. Nella sporca partita per il potere al peggio non c'è fine. Disertare le urne oggi, prima ancora che una scelta politica di segno libertario, diventa una questione di buon gusto. Per le tante persone oneste che, vogliamo credere, ancora ci sono in questo Paese. Maria Matteo
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