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Da "Umanità Nova" n.12 del 1 aprile 2001

Le antenne di dio

I fatti sono noti. La Radio vaticana, che è una delle emittenti più potenti in assoluto (notiziari in 7 lingue, trasmissioni in 44 idiomi, 34 antenne, 400 dipendenti, ecc.ecc.), irradia i propri programmi dal paese di Cesano, alla periferia di Roma, con una batteria di antenne che diffondono nell'aria quantità spropositate di onde elettromagnetiche. Studi epidemiologici condotti sulla popolazione circostante hanno evidenziato un'incidenza tumorale, in particolare di leucemie infantili, superiore di ben sei volte alla media nazionale. Incidenza direttamente proporzionale alla vicinanza alle antenne delle abitazioni. Solo dopo anni di denunce ed inchieste e dietro la pressione di una mobilitazione popolare decisa e determinata a far valere il proprio diritto alla salute, la magistratura è stata costretta ad intervenire. Ma i giudici, sempre pronti a bastonare per direttissima e in tempo reale i contestatori del G8 o i ladruncoli di paese, e altrettanto pronti a genuflettersi di fronte agli interessi costituiti, hanno pensato bene di risolvere questo "conflitto di interessi", che avrebbe potuto mettere in crisi la sonnecchiante consuetudine concordataria, utilizzando una serie di cavilli e di eccezioni procedurali che hanno fatto sì che l'atteso processo venisse ancora una volta rinviato sine die. Ma, poiché del caso si sono interessati i maggiori quotidiani nazionali, che una volta tanto hanno riportato abbastanza correttamente i termini della questione, anche il governo è stato trascinato ad intervenire: soltanto nella persona del ministro dell'Ambiente Bordon, però, e non in quella del ministro degli Esteri Dini, preoccupato di non urtare la pericolosa suscettibilità del clero romano e di far "rispettare" il concordato e la extraterritorialità vaticana.

Di fronte alla esplicita richiesta di Bordon di limitare la potenza delle emissioni della radio, il Vaticano, per bocca dei suoi esponenti direttamente interessati fra cui l'ingegnoso portavoce Navarro-Valls, l'uomo che sarebbe in grado di dimostrare dialetticamente l'inesistenza sua e del papa, ha risposto picche, sostenendo che, dato che non vi è ancora l'evidenza scientifica della correlazione biologica (anche se non epidemiologica) fra onde elettromagnetiche e tumori, il problema non lo riguarda minimamente. Mantenendo così fede ad un atteggiamento indisponente e provocatorio manifestatosi in questi anni nel più totale disinteresse per la salute degli abitanti di Cesano e degli insediamenti limitrofi. La prepotenza vaticana è stata così arrogante che perfino un don Abbondio come Willer Bordon ha dovuto fare la voce grossa, minacciando di tagliare la luce alla radio. Come poi riportato da tutti i giornali, sono seguiti accesi scambi di battute e polemiche fra il ministro e il Vaticano, cose ormai risapute e che non serve tornare a ripetere. In ogni modo, a parte l'abituale dimostrazione che il Concordato fra Chiesa e Stato italiano è una coperta comoda solo per coprire le magagne infinite del prete e non uno strumento atto a regolare paritariamente complicati rapporti diplomatici, è emersa in tutta la sua cruda rozzezza la posizione vaticana: evidentemente quello delle onde non è un problema suo ma dei bambini che muoiono di leucemia.

Sono anni ormai, da quando in Italia è in vigore la legislazione sull'aborto, che la chiesa cattolica ha fatto della cosiddetta "battaglia per la vita" uno dei suoi più fieri e costanti cavalli di battaglia. In tutti i momenti e in tutte le salse ci sentiamo ripetere bizzarre definizioni di carattere biologico, etico e filosofico sulla vita, tutte indistintamente tese ad affermare che quello alla vita è un diritto, anzi, il diritto più sacro ed inalienabile di ogni essere umano. A parte le note differenze di opinione sulle definizioni, tutti potremmo comunque trovarci concordi su un'affermazione tanto universale quanto scontata. Tutti potremmo, ma evidentemente così non è, perché è evidente che in questo caso l'abituale oltranzismo a difesa degli embrioni non si preoccupa affatto di tutelare la vita già formata dei bambini di Cesano, statisticamente destinati ad ammalarsi di leucemia in numero rilevante. Fosse mai perché il rispetto che i preti hanno per la vita si limita a quella in fieri dell'embrione, e una volta venuti al mondo chi si è visto si è visto? O perché essendo le vittime soprattutto bambini e quindi, secondo dottrina, innocenti e liberi dal peccato, la loro morte li condurrà direttamente in paradiso, facendone tanti piccoli angioletti?

Verrebbe proprio da pensare che questa clamorosa difformità di comportamenti fra il conclamato rispetto della vita e la difesa ad oltranza delle onde elettromagnetiche sia difficilmente giustificabile di fronte ad una opinione pubblica giustamente sconcertata. Eppure una spiegazione c'è! e anche abbastanza facile. Non è forse vero che la radio vaticana è un'invenzione e una creatura dei gesuiti? E non è forse vero che il gesuita è il maestro della doppiezza, l'artista dell'ipocrisia e il teorico della doppia morale? Non è vero forse che da noi, per definire una persona inaffidabile e sfuggente, la si chiama gesuita? E forse che il gesuita non va famoso per la sua affascinante capacità dialettica di dimostrare l'indimostrabile e il suo contrario? Ebbene, ecco allora la risposta: il gesuita applica qui, come da manuale, la sua doppia morale, quella doppia morale che tutto spiega e giustifica e che è la madre di ogni forma di prevaricazione e totalitarismo (e cosa c'è di più totalitario della chiesa cattolica?). Mentre il medico che pratica un aborto terapeutico o il farmacista che dispensa la "pillola del giorno dopo", evitando così una gravidanza indesiderata, sono esecrabili assassini senza attenuanti, il gesuita che sparge radiazioni elettromagnetiche su una intera città provocando la morte per leucemia di numerosi bambini è solo il fedele servitore di un interesse superiore, quello della chiesa. Legittimato a perseverare perché insieme alla nocività diffusa dalle antenne si diffonde anche la voce di dio. Con buona pace dei poveri bimbi prematuramente morti fra drammatiche sofferenze e dei loro genitori, che almeno avranno la consolazione di saperli in paradiso. Se così fosse, almeno è loro risparmiata l'onta di ritrovarsi a fianco dei loro assassini.

Comunardo



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