unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.16 del 6 maggio 2001

Disertare le urne
Come prima più di prima

Tutti gli anni, in occasione delle elezioni, gli anarchici invitano a non andare a votare. I nostri motivi, per quanto storici, sono di natura pratica: l'impossibilità di essere liberi scegliendo un padrone piuttosto che un altro; la constatazione che, chiunque sia eletto, farà principalmente i propri interessi; la consapevolezza che tutti i miglioramenti collettivi sono stati frutto di lotte e non di graziose concessioni del potente di turno; la comprensione del fatto che i poteri "forti" non si presentano alle elezioni, perché sanno già di averle vinte prima che si voti.

Con le prossime elezioni l'invito all'astensionismo dovrebbe essere ancora più facile.

La teorica rappresentatività del parlamentare rispetto al collegio che lo ha eletto è inesistente, visto il metodo con cui le segreterie di tutti i partiti hanno scelto le candidature.

Dei due candidati alla carica di primo ministro con qualche possibilità di vittoria, uno si crede Napoleone, l'altro Bill Clinton.

Il dibattito preelettorale è stato tutto centrato sulla data di un referendum regionale e su quale dei due schieramenti abbia copiato il programma dall'altro.

La propaganda elettorale è stata fatta a latinorum ed inglesorum per dire nulla, se non quanto dovranno rubare, una volta eletti, per poter pagare i debiti contratti per gli spazi pubblicitari (gli stipendi da parlamentare, per quanto alti, non basteranno di certo).

Nel clamore della campagna elettorale, un silenzio di piombo ha, invece, accompagnato la decisione dell'ennesimo aumento di stipendio ai parlamentari.

A camere sciolte, il 5 aprile scorso, tutti i partiti hanno deciso di aumentare, retroattivamente dal gennaio 2000, la "diaria" mensile di 466.000 lire per ogni parlamentare. Già che c'erano hanno deciso anche di aumentare i fondi in dotazione ai gruppi parlamentari di 700.000 lire a parlamentare al mese per i gruppi fino a 20 componenti e di 400.000 lire per i gruppi fino a 100 membri, anche in questo caso retroattivamente da settembre 2000. Sempre nello stesso giorno (manco fosse stato natale) hanno deciso un rimborso "una tantum" di un miliardo e passa variamente ripartito tra i gruppi parlamentari ed hanno infine deciso di far assumere dalla camera un centinaio di portaborse in più da dividersi tra i vari gruppi parlamentari.

Nonostante tantissimi motivi come questi per non andare a votare si assiste, da parte di molte persone "di sinistra" ad un clima da ultima spiaggia per cui bisognerebbe andare a votare Rutelli per non far vincere Berlusconi.

Un'argomentazione come questa secondo cui non bisogna distinguere tra buoni e cattivi ma tra cattivi e pessimi, porterà, probabilmente, alla sconfitta chi la propugna e dimostra, casomai ce ne fosse stato bisogno, la povertà di argomenti di una sinistra che non ha saputo neanche gestire al ribasso le aspettative di chi dovrebbe essere, teoricamente, il suo riferimento sociale.

Se non ci fosse stato Berlusconi sull'altro fronte, non so davvero quali argomenti avrebbe potuto usare la sinistra per farsi votare.

Certo, il personaggio Berlusconi è inquietante. Ad uno qualsiasi che avesse dichiarato di essere "il migliore del mondo" normalmente gli si sarebbe risposto "Certo ed adesso chiamiamo l'ambulanza più veloce del mondo che ti porta nella clinica psichiatrica più bella del mondo", a lui, invece, lo faranno, probabilmente, presidente del consiglio.

È riuscito a far passare, tra la gente, l'idea che "Uno così ricco non ha bisogno di rubare", non facendogli pensare che tantissimi soldi sono più di tanti soldi e che, se vuoi rubare davvero tanto, non ti basta violare la legge: te ne devi scrivere una!

Inedita è poi l'idea di spedire a tutti un album di figurine di se stesso; mancano, però, le figurine degli incontri con Craxi e con Gelli, rare quanto quelle di Pizzaballa sugli album dei calciatori di qualche anno fa.

Al di là dei comportamenti megalomani del personaggio, che faranno la felicità degli autori di satira, è effettivamente preoccupante la concentrazione di potere che questo signore andrà ad avere una volta divenuto presidente del consiglio.

Il modo per risolvere il problema però non è quello di batterlo elettoralmente: in una nazione in cui il monoscopio fa il 3 % di audience, chi ha il controllo dei mezzi di comunicazione e fa il populista, ha la quasi certezza di vincere le elezioni. Fare come fa la sinistra, promettendo tutto a tutti per batterlo, rincorrendolo nelle offerte populiste non fa altro che legittimare la deriva autoritaria di cui Berlusconi è il portatore.

Indipendentemente da come andranno le elezioni se si vuole evitare la devastazione sociale, autocratica e neoliberista, bisogna ricominciare a fare le cose che l'avevano impedita in passato: le lotte sindacali, la controinformazione, le battaglie sociali, le mobilitazioni.

Se riusciremo nel nostro compito di far sviluppare gli anticorpi sociali a queste politiche liberticide, non sarà un problema chi vincerà la elezioni: il problema sarà il suo del riuscire a governare!

Fricche



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