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Da "Umanità Nova" n.17 del 13 maggio 2001
Contro le raccolte differenziate dei rifiuti
Colpo di mano nel finale
Con un "colpo di mano" effettuato alla vigilia del suo scioglimento il
parlamento ha inferto un duro colpo alla strategia della raccolta differenziata
che il decreto Ronchi del 1997 ha cercato, pur tra mille contraddizioni e
ambiguità, di affermare. L'art.12 del cosiddetto "collegato ambientale"
(Legge 93) ha difatti modificato gli articoli 6 e 24 del decreto legislativo
22/97 (Ronchi). Con la modifica dell'art. 6 è stata soppressa tutta una
parte della definizione di raccolta differenziata. Il decreto Ronchi definiva
la R.D. come "la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazione
merceologiche omogenee, compresa la frazione organica umida, destinata al
riutilizzo, al riciclaggio e al recupero di materia prima", ma ora tale
definizione viene troncata dopo la parola "compresa" con la conseguenza
che la raccolta della frazione organica non viene considerata nella R.D. e che
le R.D. non devono più essere finalizzate al "riutilizzo, al
riciclaggio e al recupero di materia prima" ma potranno essere utilizzate
per produrre il famigerato C.D.R. (Combustibile derivato dai rifiuti destinato
ad essere inghiottito dagli inceneritori) oppure essere smaltite in discarica.
Questa disgraziata modifica comporta un'altra carognata, la modifica dell'art.
24 del "Ronchi", cioè dell'articolo che stabilisce gli obiettivi minimi
di R.D. da raggiungere (15% nel 1999, 25% nel 2001, 35% nel 2003). Lo stesso
articolo del "collegato ambientale" decide che con un decreto
"successivo", emanato dal Ministero dell'Ambiente di concerto con quello
dell'Industria e con i presidenti delle Regioni, verranno stabilite
"metodologie e criteri di calcolo delle percentuali" della R.D. Il
governo di sinistra ha spianato la strada al futuro ministro dell'ambiente di
destra, probabilmente il tristemente famoso Matteoli.
Appare evidente che l'art. 12 del "collegato ambientale" è stato
sponsorizzato dalla lobby dei costruttori di inceneritori (potentissima sia a
destra che a sinistra, verdi compresi) ma anche dai gruppi dirigenti delle
regioni dove la RD è artificiosamente tenuta a livelli bassissimi, i cui
presidenti avranno diritto di intervento sul futuro decreto ministeriale.
Ancora una volta assistiamo al trionfo della collusione fra interessi economici
e politici "forti": inutile dire che le regioni più arretrate nella RD
sono le regioni dove è più forte la presenza camorristica e
mafiosa ed è altrettanto inutile dire che gli stessi che oggi
controllano le discariche abusive si preparano a controllare i cantieri per la
costruzione dei nuovi inceneritori.
Colpisce il silenzio dei verdi ma colpisce soprattutto lo stridente contrasto
tra la normativa italiana e quella comunitaria che, come più volte
sottolineato anche su questo giornale, stabilisce come prioritaria la RD
finalizzata al riuso e al riciclaggio, soprattutto della frazione organica.
È bene sottolineare che laddove, per esempio in Germania e Danimarca,
questa strategia è applicata gli inceneritori vengono chiusi. Nell'orgia
di informazioni che nei mesi scorsi hanno accompagnato sui media la cosiddetta
"emergenza Campania", molti si sono dimenticati di notare che i rifiuti sono
stati inviati in Germania perché i tedeschi hanno offerto un prezzo (200
lire al kg) estremamente basso, ma tutti si sono dimenticati di dire che essi
sono stati costretti a praticare tale tariffa per il semplice motivo che per
sopravvivere sono costretti a importare rifiuti da tutto il mondo: in Germania
stanno arrivando rifiuti anche dal Brasile!
Maurizio Zicanu
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