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Da "Umanità Nova" n.18 del 20 maggio 2001

Verso il G8

Aggiornamenti

Sono stati stanziati altri 20 miliardi (decreto legge ndeg. 160 del 3 maggio 2001), che si sommano agli altri 60 miliardi già predisposti, per completare le opere di abbellimento della città di Genova in vista del G8. Renzo Piano, il noto architetto genovese, ha progettato il simbolo del G8: una sfera gigante di ben venti metri di diametro con un peso di quattordici tonnellate. Costo dell'operazione tre miliardi e 600 milioni, finanziati da uno sponsor privato e dal Comune, che contribuirà con mezzo miliardo. Questo conferma la teoria "Ponzio Pilatesca" sui sinistrorsi di Regime, che propagandano città aperte e finanziamenti post-elettorali. Ribadiamo, dalla nostra, la volontà di non chiedere alcunché a coloro che finanziano lautamente le riunioni dei maggiori Criminali del Pianeta (compresi se stessi, ovvero il governo italico) e che, per raccattare un po' di voti, "concedono" ospizi di libertà.

Sulla stregua della prima notizia, ben 9 parlamentari ulivisti liguri chiedono a Roma spazi e finanziamenti per i contestatori contro il G8. Il rischio di perdere poltrone e scranni di potere sta rendendo estremamente democratici alcuni politicanti nostrani. Alcune organizzazioni ARCI e Rete contro il G8, per esempio, giudicano positivo, anche se tardivo, questo intervento.

I barboni genovesi ed oltremare che risiedono nelle strade centrali del capoluogo ligure non sanno che vivranno e pernotteranno in zone off-limits (zona rossa). A loro insaputa, il governo democratico cittadino ha predisposto, seguendo la più importante tradizione statunitense, di spedirli in luoghi ameni della solidarietà cristiana: più esattamente da Don Cicci a Serenega, località contadina vicino a Casella in provincia di Genova. Come già evidenziato in altri articoli per pulizia i governanti intendono: abbellimento della FACCIATA, spostamento un po' più in là della "rumenta", pulizia etnica (barboni, stranieri in regola e non, contestatori di ogni genere e sorta).

Per arrestare alcuni spacciatori del centro storico, alcune settimane orsono, la polizia ha comodamente alloggiato per svariati giorni in alcune case di genovesi, che si sono prestati, abitazioni ed apparecchiature ricettive incluse, a supportare queste azioni di polizia. Essendo questo precedente ben riuscito, si può prevedere che le prove tecniche di controllo politico e sociale del centro siano giunte ad un livello estremamente raffinato, dal punto di vista tecnologico, e socialmente, almeno in parte, condiviso. Questo fa pensare e ritenere come consolidati i seguenti propositi:

le case di alcuni genovesi ospiteranno lungo tutto il periodo che va da ora al G8 ingenti truppe di polizia.

una volta stabilitesi è difficile che le forze di polizia se ne vadano, o meglio è probabile che queste abitazioni verranno usate, nel futuro post-G8, stabilmente come succursali anonime di commissariati.

È un precedente che se non è già stato utilizzato in maniera pubblica esplicita d'ora in avanti potrà essere efficacemente sperimentato in altre realtà cittadine.

Il modello di controllo telematico (telecamere, carte di identità digitali...), supportato da un ampio(?) consenso sociale attivo, ha reso il sistema di delazione condizionata del regime di Ceausescu come un modello per principianti... e siamo soltanto agli inizi.

Pietro Stara

Questa rubrichetta segnalerà periodicamente gli avvenimenti che attraverseranno la città di Genova da qui a luglio, quando, il 20, 21 e 22, si svolgerà il vertice dei G8. Chiunque abbia segnalazioni da farci ci scriva o ci telefoni in redazione.



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