|
Da "Umanità Nova" n.19 del 27 maggio 2001
Inform@zione
Palermo: sgomberi e nuova occupazione
Settimana di fuoco a Palermo, all'insegna della repressione sbirresca e
della resistenza dal basso.
Mercoledi 16 Maggio con un'operazione congiunta di Polizia&Carabinieri
venivano sgomberati il Laboratorio Sociale Z.E.T.A. e il CSOA Rosso 77, le
uniche due realtà sociali autogestite della città.
Ecco ciò che più o meno è successo tra le 13 e le 19 di
quel pomeriggio. Allo ZETA, dopo l'irruzione delle guardie nell'edificio,
l'identificazione di quattro compagni lì presenti e la presa di possesso
del Laboratorio da parte delle divise blu (presentatesi in massa con due
camionette, diverse volanti e una ventina di agenti in borghese), una nutrita
folla composta da compagni, occupanti, frequentatori del centro, bambini e
abitanti del quartiere ha cominciato a compattarsi davanti l'ingresso dello
ZETA per esprimere il proprio dissenso nei confronti di un provvedimento
così insulso. L'atteggiamento arrogante delle guardie ha poi raggiunto
il suo culmine nel momento in cui uno degli occupanti veniva fermato mentre si
allontanava dalla zona da alcuni agenti Digos che pretendevano la consegna del
nastro della videocamera con la quale il ragazzo aveva filmato le operazioni di
sgombero. A questo punto la tensione già alta scoppia nella rabbia della
folla: una ventina di compagni abbattono il muro che alcuni operai avevano
eretto su ordine della Polizia per ostruire l'ingresso al Laboratorio e
immediatamente gli agenti in tenuta antisommossa si precipitano dalle
camionette per scatenare tutto il loro livore manganellando chiunque capiti
sotto tiro. Scene di autentico caos sconvolgono il quartiere mentre
manifestazioni di solidarietà ai compagni arrivano dalla gente
affacciata ai balconi delle case circostanti. Dopo le cariche, i rinforzi dei
Carabinieri e l'inevitabile dispersione della gente (quattro compagni
all'ospedale, altri soccorsi alla bell'e meglio dalla gente del quartiere che
metteva a disposizione ghiaccio e cerotti per le contusioni) si decide di
andare a portare sostegno e solidarietà agli occupanti di Rosso 77 che
nel frattempo erano stati sgomberati in maniera relativamente "indolore" visto
l'esiguo numero di poliziotti impiegati nell'altra operazione.
L'immediata rioccupazione di Rosso 77 è stata quindi piuttosto agevole
dopo l'uscita di scena della Polizia. In tarda serata, poi, anche il nuovo muro
eretto per la seconda volta per chiudere lo ZETA veniva giù: i due spazi
erano già stati riconquistati ed era ora necessario rispondere con
fermezza a queste gravi provocazioni.
Sabato 19 si è svolta la manifestazione indetta dai due centri sociali
per rivendicare il diritto a usufruire di spazi per l'aggregazione sociale e
l'autogestione. Una risposta politica nei confronti delle istituzioni che
credono, all'indomani delle elezioni, di risolvere sbrigativamente la questione
incanalandola in assurde esigenze di ordine pubblico. I due centri, la cui
vocazione sociale è stata assolutamente manifesta sin dall'inizio, si
sono radicati in poco più di due mesi in un territorio pieno di problemi
e forti contraddizioni qual è quello palermitano. Le attività
culturali, ludiche, artistiche e sociali messe in piedi fino ad ora hanno
colmato un vuoto che mai nessuna istituzione vorrà e potrà
colmare. Questi i contenuti di un corteo arrabbiato, teso, ma fortemente
partecipato e inclusivo. Mille persone, una risposta di piazza rivolta anche al
segretario regionale di Rifondazione Comunista, Francesco Forgione, che si
è distinto all'indomani degli sgomberi con un'intervista rilasciata a
"La Repubblica" nella quale "prende le distanze" da certi luoghi in cui si
verificano episodi di "violenza e intolleranza". Ora, nessuno ha capito bene a
cosa si riferisse il Forgione data l'estrema approssimazione, inconcludenza e
castroneria delle sue dichiarazioni. Tutti abbiamo capito bene, invece, con chi
abbiamo a che fare qui in Sicilia: un partito comunista, il PRC, che nella
persona del suo segretario regionale si esprime in maniera colpevolmente
equivoca nei confronti dell'antagonismo sociale e contribuisce a creare,
insieme ai soliti fascisti, un clima di generale ostilità nei confronti
chi non è "allineato" politicamente su certi temi.
Non è un mistero, tra l'altro, che proprio negli ultimi tempi, militanti
palermitani del PRC siano stati raggiunti da provvedimenti di disciplina
interna alla luce della loro attiva partecipazione in soggetti politici plurali
esterni al partito, come ad esempio, il Coordinamento Against Global Crime.
In attesa di chiarimenti (neanche troppo attesi, a dire il vero) noi
continuiamo per la nostra strada: durante l'assemblea e il sit-in davanti la
prefettura abbiamo ribadito la nostra volontà di autogestire gli spazi
contro l'ottusità e la miopia delle istituzioni che sanno solo
manganellare o erigere muri. Noi i muri li abbattiamo, perché la nostra
voglia di libertà non conosce ostacoli.
T.A.Z. laboratorio di comunicazione libertaria - Palermo
Friuli marcia contro i poligoni di tiro
Da Cao di Malnisio domenica 20 maggio é partita una marcia contro
i poligoni di tiro organizzata da vari comitati cittadini della zona (tra cui
il Comitato Unitario Contro Aviano 2000); la manifestazione ha potuto contare
su una discreta partecipazione della popolazione locale, più l'afflusso
di altre realtà quali il CSOA Gatanegra, alcuni compagni di Udine,
Treviso e del Germinal di Trieste.
Il corteo ha percorso la via antistante il poligono di tiro e si é
snodata poi per alcune strade di montagna costeggiando il poligono stesso. La
manifestazione si é conclusa in uno spiazzo fra i monti in cui si
é dato spazio a diversi interventi, concerti e momenti conviviali;
é stata un occasione per stringere contatti con una serie di
realtà che si muovono a livello cittadino.
Durante i concerti si sono registrate varie provocazioni di pattuglie di
militari che abitualmente attraversano tutti gli appezzamenti di terra
esterni al poligono per sgomberarli durante le esercitazioni...
dopo essere stati sfanculati a dovere hanno tentato di avvicinarsi alla gente
presente alla festa ma sono stati convinti a desistere dall'intento.
Gatanegra
Torino presidio all'ospedale Mauriziano
Si è svolto mercoledì 16 maggio un presidio davanti
all'ospedale Mauriziano che, dal mese di dicembre, ospita un gabbiotto
informativo degli antiabortisti del Movimento per la vita. All'iniziativa,
organizzata dalla Federazione Anarchica Torinese, da Zone di Conflitto, dal
Collettivo femminista Rossefuoco e dal Collettivo Universitario Autonomo, sono
intervenute un'ottantina di persone. I presenti hanno ribadito con slogan,
volantini e speakeraggi la volontà di difendere il diritto di
autodeterminazione delle donne. La lotta contro l'invadenza delle
organizzazioni clericali nella vita di ciascuno di noi continua...
Mort.
| |