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Da "Umanità Nova" n.20 del 3 giugno 2001
Inform@zione
Ancona: clima pesante
In un suo comunicato l'USI informa che ad Ancona la Digos sta creando un
clima di intimidazione e repressione "contro l'opposizione antagonista e contro
noti e attivi militanti dell'USI-AIT.
Dopo gli incidenti scoppiati in città il 28 gennaio a seguito di una
provocazione di nazisti e di celerini alcuni compagni sono stati denunciati
dalla Digos per "adunata sediziosa" (e tra questi un compagno dell'esecutivo
dell'USI) e dai nazisti per "lesioni, danneggiamenti, ecc".
Una nuova provocazione è scattata il 25 aprile giornata in cui alcuni
giovani compagni antagonisti e libertari hanno occupato uno stabile in disuso
dell'ex-mattatoio dove la locale amministrazione 'di sinistra' intende
effettuare nei prossimi mesi una grossa speculazione edilizia (maxi-parcheggio)
che accompagnerà l'avvio di un gigantesco asse attrezzato sopra la
città che distruggerà l'equilibrio e la salute degli abitanti dei
quartieri popolari.
Due compagni dell'Unione, arrivati per portare solidarietà ai ragazzi,
sono stati, insieme agli occupanti, circondati nel prato che attornia
l'edificio, da un vasto spiegamento di agenti (Digos, poliziotti e carabinieri)
che li hanno a lungo trattenuti dopo averli identificati. Minacce ed
intimidazioni di vario tipo sono state compiute contro gli occupanti mentre
veniva effettuato uno sgombro a tempo di record.
Nessuna identificazione o coinvolgimento da parte della polizia è stato
invece attuato nei confronti di un gruppo di alti dirigenti di Rifondazione
(tra cui una parlamentare e un assessore) anch'essi presenti. Nei giorni
successivi la procura della repubblica effettuava una delirante 'convalida di
sequestro' di una chiave e di due fantomatiche mazze che 'giustificavano' una
serie di informazioni di garanzia (per occupazione e danneggiamento di stabile
pubblico) per otto indagati (tra i quali i due compagni dell'USI e perfino un
giornalista presente).
In data odierna (pomeriggio del 25 maggio) una serie di volanti sono state
inviate nelle case di tutti i denunciati, su invito della procura, inviando un
nuovo verbale della Questura che aggrava la posizione di tutti gli indagati
rendendoli tutti responsabili della detenzione delle mazze.
La manifesta volontà persecutoria e la pesantezza della situazione che
si sta creando in città verso i nostri militanti e verso altri compagni,
collegata ad altri episodi avvenuti in altre città (tra i quali quello
di Sarno è il più sintomatico) ci inducono a lanciare un allarme
ed un invito alla massima attenzione per impedire manovre repressive in atto
che possano attentare alla sicurezza dei nostri compagni e alla loro
possibilità di poter svolgere liberamente la nostra attività
sindacale e sociale.
C.G. dell'Esecutivo Nazionale dell'USI-AIT
Palermo
Sui rom di Palermo il tempo comincia a stringere. Dopo le minacce di
sgombero al campo della Favorita, inizia l'espulsione dal centro storico della
città. Venerdì 20 aprile un centinaio tra poliziotti, carabinieri
e finanzieri hanno sgmberato una palazzina abitata da rom, ghanesi, giamaicani
e ivoriani. L'operazione di pulizia etnica ha visto come soggetti promotori
pezzi della Palermo "progressista" ed "antimafia" che da tanto tempo specula
sul centro storico grazie alle politiche normalizzanti della giunta Orlando: la
ristrutturazione del centro storico, infatti, è funzionale agli
interessi di questa nuova borghesia mafiosa che facendosi scudo della cultura
della legalità e della tutela del patrimonio artistico e architettonico,
da vita ad un vero e proprio repulisti ai danni dei soggetti sociali più
deboli. Le manifestazioni di solidarietà intraprese dal Coordinamento
Azione contro il crimine globale, dai rom della Favorita, dagli spazi occupati
e dagli anarchici a sostegno delle famiglie rom espulse da via Lungarini, sono
state additate dall'avv. Pezzino Rao (presidente dell'associazione "salvare
Palermo", appartenente a "Palermo anno uno" nonché referente legale
degli abitanti "per bene" del quartiere) come velleitarie e provocatrici dato
che, a suo parere, avremmo dovuto protestare contro le istituzioni che
permettevano situazioni di quotidiano degrado a scapito della vivibilità
della zona. Questo interesse umanitario da parte dell'avvocato Pezzino Rao non
ci incanta. Egli è portavoce di quanti hanno interesse a che il centro
storico venga ripulito da extracomunitari, rom, prostitute e palermitani
poveri. La soluzione abitativa chiesta dal nostro avvocato per i bisogni dei
rom, consiste infatti nella sistemazione degli stessi in "comodi" containers.
Noi rispondiamo che nei containers ci vadano a stare lui e tutti quelli della
sua risma! È facile manifestare per Falcone e Borsellino e poi
perpetuare una logica razzista e xenofoba di questo tipo. Noi non permetteremo
che tutto questo passi sotto silenzio. In un centro storico attraversato dallo
sfruttamento e dalla violenza sui bambini, la ristrutturazione incombe come un
marchio di infamia. Coloro che rimasero indifferenti di fronte al sacco
edilizio di Palermo, adesso stanno riscrivendo a loro immagine e somiglianza
questa città. in questa Palermo di inizio secolo il questore Oscar
Fiorolli inaugura la politica della tolleranza zero: il rastrellamento del
quartiere popolare Zen, l'attacco al laboratorio sociale zeta ed al Csoa Rosso
77 e l'espulsione dei rom di via Lungarini sono i segnali più
inquietanti di questa nuova campagna d'ordine che vuole dividere la
città in buoni e cattivi. I padroni della città ancora una volta
ridisegnano le nostre vite in una Palermo attraversata dalla globalizzazione.
Riusciranno a governarla? questa è la sfida tra coloro che vogliono
perpetuare il dominio e coloro i quali invece vogliono mandare in cortocircuito
questi meccanismi del potere. noi lottiamo al fianco del popolo rom non solo
perché ci opponiamo al razzismo e all'intolleranza, ma anche
perché riconosciamo nell'irriducibilità di questa cultura, nel
bene e nel male, il rifiuto alla statizzazione e all'inquadramento nei grandi
sistemi sui quali gli stessi stati sono costruiti.
T.A.Z. laboratorio di comunicazione libertaria
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