Da "Umanità Nova" n.21 del 10 giugno 2001
La guerra dell'acqua
Crisi idrica e mercificazione dell'acqua potabile
Le guerre del prossimo secolo saranno per l'acqua. Noi siamo portati a credere
che ci sia un'infinita quantità di acqua potabile sul pianeta. Ma questo
assunto è tragicamente falso.
La percentuale di acqua potabile presente sulla Terra è meno della
metà dell'1% di tutta l'acqua presente sul pianeta. Il restante 99%
è acqua di mare o è congelata nei ghiacci polari.
L'acqua dolce è rinnovabile solo grazie alle piogge al ritmo di 40 - 50
mila km cubici per anno. Il consumo globale di acqua si raddoppia ogni 20 anni,
più del doppio del tasso di crescita della popolazione umana. Secondo le
stime delle Nazioni Unite, già oggi più di un miliardo di persone
non ha accesso all'acqua potabile. Se il trend corrente persiste, nel 2025
è probabile che la richiesta di acqua dolce sia superiore del 56% alla
quantità di acqua oggi disponibile.
Più la crisi dell'acqua si intensifica, più i governi - sotto la
pressione delle aziende multinazionali - stanno invocando soluzioni radicali:
la mercificazione e il trasporto di grandi quantità d'acqua. Coloro che
propongono la mercificazione e la conseguente privatizzazione dichiarano che
questo sistema è l'unico modo per distribuire l'acqua nel mondo
assetato. Ma, nei fatti, l'esperienza dimostra che vendere l'acqua nel libero
mercato non risponde ai bisogni dei poveri, dei derelitti. Al contrario l'acqua
privatizzata è riservata a quelli che possono pagare per averla, vale a
dire le ricche metropoli, le persone ricche e le grandi aziende consumatrici
intensive di acqua come l'agricoltura e le nuove tecnologie.
Come ha dichiarato un residente del profondo deserto del New Mexico, dopo che
l'acqua della sua comunità era stata deviata per l'utilizzo da parte di
un'industria dell'high tech: "L'acqua scorre verso il denaro".
La spinta ad aziendalizzare l'acqua arriva in un momento in cui gli impatti
sociali, politici ed economici della scarsità di questa risorsa stanno
rapidamente diventando una forza destabilizzante, con i conflitti legati
all'utilizzo dell'acqua che spuntano sempre più rapidamente intorno al
mondo.
Per esempio la Malesia, che rifornisce circa la metà dell'acqua di
Singapore, ha tentato nel 1997 di tagliare i rifornimenti dopo che Singapore
aveva criticato la linea del governo malesiano.
In Africa la relazioni tra il Botswana e la Namibia sono state messe seriamente
in crisi dai progetti della Namibia di costruire un acquedotto che devii le
acque del fiume Okavango, oggi in comune, verso le zone dell'est della
Namibia.
Molto è stato scritto sul pericolo di una guerra per l'acqua nel Medio
Oriente, dove le risorse idriche sono molto limitate. Re Hussein di Giordania
prima di morire aveva dichiarato che l'unica cosa per cui lui avrebbe
combattuto un'altra guerra contro Israele sarebbe stata l'acqua perché
Israele controlla i rifornimenti d'acqua della Giordania. Intanto il futuro di
una delle più vitali risorse della Terra è determinato da coloro
che la utilizzano e ne abusano.
Al Congresso annuale per lo sviluppo economico mondiale che segue l'incontro
annuale del F.M.I. e della Banca Mondiale le corporation e le istituzioni
finanziarie si sono incontrate con le rappresentanze governative di più
di 84 paesi per raggiungere accordi su temi quali "superamento degli ostacoli
per gli impedimenti idrici" e "la trasparenza e le regole bancarie nei mercati
di capitale emergenti".
Gli obiettivi erano chiari: l'acqua deve essere trattata come ogni altro bene
commerciale ed il suo uso deve essere determinato dai principi di mercato.
Nello stesso tempo, i governi stanno rinunciando al loro controllo sulle acque
nazionali sottoscrivendo trattati come il NAFTA (trattato per il libero
commercio del Nord America) e collaborando ad istituzioni come il W.T.O.
(Organizzazione per il Commercio Mondiale).
Questi accordi danno effettivamente alle corporation transnazionali diritti
sull'acqua dei paesi firmatari mai visti in passato. Ma già oggi, le
grandi aziende hanno cominciato a fare pressioni sui governi per avere accesso
alle fonti delle acque nazionali. Per esempio, Sun Belt, un'azienda della
California sta facendo causa al governo del Canada utilizzando il NAFTA
perché lo stato della British Columbia ha vietato le esportazioni
d'acqua alcuni anni fa. L'azienda sostiene che le leggi della British Columbia
stanno violando i diritti degli investitori, garantiti dal NAFTA e
perciò sta richiedendo risarcimenti per mancati profitti per circa 220
milioni di dollari (450 miliardi circa).
Con la protezione di questi accordi commerciali internazionali, le aziende
stanno puntando i loro occhi sul trasporto di grandi quantità di acqua
tramite canalizzazione o super navi cisterna. Molte compagnie stanno
sviluppando la tecnologia grazie alla quale grandi quantità di acqua
dolce possano essere introdotte in giganteschi contenitori e portate attraverso
gli oceani per essere vendute. La U.S. Global Water Corporation, un'azienda
canadese, è una di queste e potrebbe essere uno dei più grossi
giocatori di questa partita. Ha siglato un contratto con Sitka - Alaska, per
esportare 18 miliardi di galloni all'anno di acqua ghiacciata in Cina dove
sarà imbottigliata in una delle zone di "libero commercio" di questo
paese per garantirsi i vantaggi dei bassi salari.
I depliant pubblicitari dell'azienda incitano gli investitori a "raccogliere le
opportunità in accelerazione... prima che le tradizionali fonti di acqua
nel mondo diventino improvvisamente scarse e degradate".
Vendere acqua ad alti prezzi renderà semplicemente più feroce il
già difficile impatto della crisi mondiale dell'acqua.
INEGUAGLIANZA SOCIALE
In India, alcuni proprietari di case pagano il 25% del loro reddito per
acquistare l'acqua.
I cittadini poveri di Lima, Perù, pagano a rivenditori privati circa 3
dollari (più di 6 mila lire) per un metro cubo di acqua spesso
contaminata, mentre i più ricchi pagano un decimo della stessa cifra per
utilizzare l'acqua dell'acquedotto municipale.
Nelle zone meno umide del Messico l'acqua è così scarsa che bimbi
e ragazzi la sostituiscono con la Coca Cola o la Pepsi Cola.
MALATTIE
Più di 5 milioni di persone, molti dei quali bambini, muoiono ogni anno
per malattie causate da acqua contaminata.
INSICUREZZA ALIMENTARE
La Cina sta affrontando una crisi alimentare dovuta alla penuria di grano
causata del peggioramento della qualità dell'acqua e ad una diversa
distribuzione tra agricoltura, industria e città dell'acqua, risorsa
molto limitata.
La domanda cinese di grano causata da questa crisi potrebbe superare l'intera
quantità mondiale esportabile di questa risorsa.
Durante una crisi idrica del nord del Messico nel 1995 il governo tagliò
i rifornimenti d'acqua alle aziende e alle fattorie locali per assicurare i
rifornimenti di emergenza alle industrie della regione controllate quasi
esclusivamente da capitale straniero.
DISTRUZIONE AMBIENTALE
La risposta di molti paesi del mondo alla crescente richiesta di acqua è
stata quella di costruire dighe ambientalmente distruttive e di deviare sempre
più fiumi.
Il numero delle super dighe nel mondo è cresciuto dalle 5 mila del 1950
alle 38 mila di oggi.
Negli USA, solo il 2% dei fiumi e delle terre irrigue del paese rimane libero e
non umanizzato: come risultato, il paese ha perso più della metà
delle sue terre umide.
L'80% dei più grandi fiumi cinesi sono così degradati che non
consentono la vita alla fauna ittica.
Negli USA, l'epicentro della diversità delle acque del mondo, il 37% dei
pesci di acqua dolce sono a rischio di estinzione, il 50% dei gamberi di fiume
ed il 40% degli anfibi sono in pericolo e il 67% di mitili di acque dolci sono
estinti o prossimi all'estinzione. Nel sistema dei grandi Laghi, Nature
Conservancy, ha identificato 100 specie e 31 comunità ecologiche a
rischio.
Numerosi ricercatori ed organizzatori ambientali stanno suonando l'allarme da
più di un decennio: se l'utilizzo dell'acqua continuerà a
crescere ai ritmi attuali il risultato sarà devastante per la terra ed i
suoi abitanti.
Migliaia di gruppi o comunità stanno combattendo contro la costruzione
di nuove dighe, difendendo i fiumi danneggiati e le terre umide, opponendosi
alle industrie sulla contaminazione dei sistemi idrici, proteggendo le balene e
le altre specie acquatiche dalla caccia e dalla pesca intensiva. In molti paesi
studiosi ed esperti stanno sottoponendo soluzioni nuove e creative a questi
problemi. Questo lavoro è cruciale e questi sforzi hanno bisogno di
essere coordinati e compresi per opporsi alla globalizzazione economica e al
suo ruolo nel promuovere la privatizzazione e la mercificazione del sistema
idrico.
Da un testo di Maude Barlow, trad. di Rosaria
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