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Da "Umanità Nova" n.21 del 10 giugno 2001

Mercati di carne umana
Immigrazione: un decreto sinistro

Piuttosto che accordare un privilegio alla legge come manifestazione di potere, è preferibile cercare di individuare le differenti tecniche di coercizione che il potere avvia.
M. Foucault

Prima di congedarsi, il governo di centro-sinistra ha fatto il suo ultimo "regalo" agli immigrati: l'approvazione del Documento programmatico relativo alla politica dell'immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato per il triennio 2001-2003 (Decreto 30 marzo 2001, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16 maggio 2001).

Nelle oltre 90 pagine del corposo Documento, oltre a fornire una rilevante quantità di dati e statistiche ufficiali sulla presenza e il lavoro degli immigrati in Italia, vengono affrontate diverse questioni, dal cosiddetto "Contrasto dell'immigrazione illegale", agli interventi governativi sul piano internazionale, dalle politiche di integrazione alla definizione dei flussi.

Tutti questi capitoli meriterebbero un'analisi approfondita, ma sicuramente per quanto riguarda la politica di repressione si possono fare alcune considerazioni e prendere in esame alcuni dati senz'altro significativi.

Fin dall'introduzione il Documento governativo rivendica pienamente la Legge Turco-Napolitano che "ha permesso di contrastare con determinazione l'immigrazione irregolare grazie all'adozione di nuove misure specifiche" attraverso il rafforzamento del "sistema dei controlli alle frontiere nazionali, sia sotto il profilo delle risorse umane ad esso destinate, sia sotto il profilo della tecnologia utilizzata, acquistata anche avvalendosi di risorse comunitarie (radar mobili, sale operative informatizzate, sistemi radio, mezzi blindati etc.).

Inoltre "un ausilio importante in questo campo è venuto dalla realizzazione delle rete periferica di collegamento con le questure del sistema AFIS, per il confronto elettronico di impronte digitali, per il quale le risorse aggiuntive sono state previste proprio dalla Legge Turco-Napolitano"; inoltre "è già attivo un sistema aerostatico, acquistato dalla Difesa in leasing dagli USA" destinato al controllo notturno delle frontiere orientali.

Lo sviluppo dell'apparato repressivo, perfettamente in linea con le direttive del Tratto di Schengen, ha coinciso con lo spostamento dei "controlli al di fuori del territorio nazionale, verso i paesi di origine e di transito" a partire dall'accordo di cooperazione con la polizia albanese, costruendo attorno alla Penisola quella che viene definita una "fascia di sicurezza"; in tale logica s'inseriscono anche i 22 accordi tra lo Stato italiano ed altrettanti Stati esteri finalizzati alla prevenzione dell'espatrio verso l'Italia e il rapido rimpatrio forzato verso i paesi d'origine o di provenienza dei "clandestini"; "un rilevante contributo al contrasto dell'immigrazione clandestina - si ricorda - è stato offerto dalla Missione Interforze in Albania cui è stata affidata l'attuazione del progetto di consulenza, addestramento e assistenza finalizzata all'organizzazione della polizia schipetara" con un impegno finanziario di oltre 85 miliardi di Lire.

Impressionante il bilancio di questa politica, valutabile attraverso le cifre rese note a riguardo: dal 1998 è aumentato il numero di "irregolari" espulsi annualmente con intimazione (cresciuti da 44.121 a 64.734), che di quelli rimpatriati, per i quali si ha la certezza che siano stati allontanati dal territorio nazionale (72.392 nel 1999 e, con una leggera flessione, 66.057 nel 2000 contro 54.135 nell'intero 1998).

Considerevoli anche i dati riguardanti i "centri di permanenza temporanea" dentro i quali, nel triennio 1998-2000, sono stati rinchiuse 26.733 persone di cui 2 terzi senza valide motivazioni dato che poi non sono state neppure espulse; nonostante che persino dei magistrati italiani abbiano messo in discussione la legittimità costituzionale di tale regime detentivo e nonostante i rapporti di Amnesty International che ne hanno denunciato l'incompatibilità coi diritti umani, il governo nel suo Documento programmatico continua però a difenderne l'istituzione, arruolando "associazioni del volontariato e cooperative di solidarietà" per la loro gestione e affermando che "il coinvolgimento di tutte le forze sociali interessate all'immigrazione deve improntarsi alla consapevolezza che solo il contenimento dei flussi irregolari, di cui i centri rappresentano uno degli strumenti fondamentali, può consentire la regolare gestione del fenomeno immigratorio" affinando contemporaneamente "il sistema di programmazione degli ingressi, per metterlo più direttamente al servizio dello sviluppo economico e sociale".

Molti, dopo l'arrivo del governo delle "giacche blu" e delle "canottiere verdi", prevedono che in materia d'immigrazione le cose peggioreranno e con ogni probabilità così sarà, ma di certo le linee generali continueranno ad essere quelle programmate dal governo di centro-sinistra secondo le direttive dell'Unione Europea e in sintonia con la politica di organismi sovranazionali come il G-8, autentici mercati all'ingrosso di carne umana.

ANTI



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