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Da "Umanità Nova" n.22 del 17 giugno 2001

Gli anarchici a Genova

Eravamo in tanti. Oltre duemila a Genova il 9 giugno per la manifestazione di "Anarchici contro il G8", una manifestazione controcorrente, che rifuggiva dallo spettacolo ormai tanto caro a troppi, per tentare la via della comunicazione, del rapporto diretto con una città, che tra poco più di un mese verrà invasa da poliziotti, carabinieri, soldati, uomini dei "servizi" che la stringeranno in una morsa di ferro per impedire alle tante voci del movimento di contro globalizzazione di contestare il vertice dei G8. Persino le sbarre erigeranno ai confini della cosiddetta zona rossa per meglio blindare il centro cittadino, il porto, le aree limitrofe. Una gabbia fortificata per separare i padroni del mondo dai tanti che vogliono un mondo altro, senza barriere, né frontiere, né padroni.

Per settimane quotidiani e settimanali ci hanno descritti come delinquenti, pazzi, terroristi, cercando di nascondere le nostre ragioni sotto il mare di fango delle penne di giornalisti senza dignità, servi infami di un potere che non bada che alla perpetuazione di se stesso. I giornali del governo, quello di oggi e quello di un mese fa, hanno fatto a gara nel criminalizzarci e renderci ridicoli, per giustificare l'occupazione militare di una città, il divieto di manifestare, circolare, diffondere volantini, parlare. In quanto a quelli dell'"opposizione", si sono limitati ad ignorarci, troppo presi a dare spazio a quel guazzabuglio di buoni sentimenti catto-comunisti raccolto sotto le insegne del Genoa Social Forum. Ma, nonostante il silenzio degli uni e le grida scomposte degli altri, quella del 9 giugno è stata una giornata importante, e non solo, vogliamo credere, per il movimento anarchico. Abbiamo camminato per le strade di Genova mostrando con le parole, i volantini, le scritte, gli striscioni il vero volto degli autentici criminali che intendono riunirsi a Genova per decidere, ancora una volta, politiche la cui unica logica è quella del profitto e del dominio, politiche per le quali le persone non sono che pedine nel grande e sporco gioco del mercato globale, un mercato feroce ed onnivoro, che divora e distrugge l'ambiente, le risorse e, soprattutto, le vite della maggior parte degli abitanti di questo pianeta.

Siamo arrivati da ogni regione d'Italia e, sebbene i gruppi più consistenti provenissero dal centro-nord, vari compagni sono arrivati anche dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Campania e dall'Abruzzo. Le solerti, sempre solerti con noi anarchici, forze del disordine statale hanno fermato e perquisito i pullman provenienti dalla Toscana, dal Friuli, dal Veneto, dalla Lombardia, dall'Emilia ed hanno identificato molti di quelli che sono venuti in treno ed in auto. Il loro bottino, ben misero, un po' di aste di bandiere, sufficienti per i vermi del Corriere Mercantile a riproporre l'equazione tra anarchici e terroristi. Un'equazione che si è sciolta, per i tanti genovesi che hanno visto il nostro corteo, sotto il sole cocente di un bel sabato di giugno, tra la musica, gli slogan e l'assemblea finale in piazza Fontane Marose, nel cuore di quella zona rossa nella quale, come belve in gabbia si chiuderanno a luglio i G8.

Il 14 luglio manifesteremo in tutte le città perché la nostra lotta, radicale e radicata, è ovunque. Torneremo a Genova per lo sciopero generale ed il corteo dei lavoratori del 20 luglio e saremo in piazza anche il 21 senza trattative con nessun governo, perché la libertà, quella vera, non si mendica ma si conquista.

Eufelia



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