unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.22 del 17 giugno 2001

Governo
La squadraccia del Cavaliere

".....nell'uso negativo della parola anarchico c'è - tutto sommato - una non confessata ammirazione per l'ordine, anche statale o collettivo, che finisce col soffocare l'idea di libertà...se la destra italiana, fosse ordinata e coerente, capace di governo, a te (Valentino Parlato ndr) andrebbe bene..."
Valentino Parlato in "Il Manifesto"

Ragionare sulla squadra (la definizione è dell'onorevole Berlusconi) che il nostro (si fa per dire) nuovo leader afferma di aver scelto non è impresa facile non tanto perché manca la guardia plebea dei sottosegretari, che pure serviranno a dare un'idea più precisa dell'attuale sugli equilibri di potere interni alla destra, quanto perché si cade nel rischio di fornire una caricatura di un universo umano che effettivamente spesso si presta alla burla ed al dileggio.

Visto, però, che non siamo sospetti di eccessive tenerezze nei confronti di una sinistra parlamentare che di personaggi impresentabili ne ha pure esibito qualcuno e che, soprattutto, non riteniamo che la destra sia da criticarsi perché "incapace di governo", vale forse la pena di tentare un primo, problematico, quadro della parte più appariscente della nuova nomenclatura che allieterà i prossimi anni del buon popolo.

Può valere la pena di partire da una considerazione, come dire?, etnica: la squadra di governo sembra decisamente più nordica rispetto a quelle precedenti, il vento del nord soffia questa volta a destra e sembra voler rappresentare la volontà di contare dei ceti produttivi (di profitti in proprio) dell'Italia centro settentrionale. Se l'area che va dalla Toscana alla Lombardia è ben rappresentata manca un'adeguata rappresentanza piemontese. Quest'assenza, della quale non ci rattristiamo né ci rallegriamo, si può spiegare sia con la tenuta della sinistra nell'area torinese e con il livello indecente dei dirigenti del centro destra subalpino che con il predominio nel ceto di governo piemontese di una tradizione "istituzionale" che trova rappresentazione politica più a sinistra che a destra. La destra sembra desiderosa di rappresentare più la società (la società civile borghese e il mondo degli affari in primo luogo) che le istituzioni tradizionali alle quali lascia spazio essenzialmente con Renato Ruggiero, Ministro degli Affari Esteri ed esponente del tradizionale apparato diplomatico oltre che buon amico dei non troppo misteriosi "poteri forti" planetari.

Al gruppone del centro nord si affianca una nutrita pattuglia romana di nascita o d'adozione di politici di professione, qualche meridionale continentale ed una buona rappresentanza della Sicilia che va ben premiata per i 61 seggi portati in dote alla destra, per fare un solo caso, Enrico la Loggia agli Affari Regionali non starà certo con le mani in mano.

Un secondo carattere del nuovo governo consiste nel suo vedere la convivenza fra diversi colonnelli berlusconiani promossi in blocco al ruolo di ministri, tutti i leader della destra blindati in ruoli governativi, un gruppo di "tecnici" di spicco ed alcuni personaggi bizzarri ed interessanti.

In altri termini, il governo sembra spalmato sulla destra plurale e costruito in modo da non lasciare fuori nessuno. In alcuni casi, come quello di Umberto Bossi, pare evidente che l'incarico ministeriale ha come primo fine quello di infilare a soggetti politici "anomali" una canottiera di travertino romano in modo da impedirgli di fare troppo danno. In altri, come in quello del fascista, non pentito ma almeno non di plastica, Mirko Tremaglia sembra che ci si trovi di fronte all'esigenza di contentare una vecchia guardia missina che avrà pure qualche difficoltà a dimenticare le passate simpatie giustizialiste. Meno suggestiva ma forse più interessante la nomina di Giovanni Alemanno (destra sociale di AN) alle politiche agricole. Con la sua nomina AN sembra interessata a ritagliarsi un ruolo autonomo sul terreno dello sfondamento a sinistra. La destra democristiana ramazza alcuni gustosi ministeri minori (compensati dalla presidenza della Camera) mentre la Lega imbarca al governo, oltre al già citato Bossi, anche Maroni (Lavoro e salute) e Castelli (Giustizia). Due ministeri "pesanti" che dovrebbero rafforzarne la fedeltà alla coalizione.

Nel complesso, una squadra per molti versi mediocre con qualche personaggio non stupido. Quello che pare evidente è che si tratta di una squadra poco omogenea e che dovrà presto misurarsi con alcuni problemi importanti: il blocco del nord si presenta come garante di politiche neoliberiste hard che difficilmente saranno gradite ai controllori di pacchetti di consensi clientelari di derivazione democristiana mentre non si vede come staranno assieme un Bossi sbavante per la devoluzione e un Pisanu.

Ancora una volta, il vero problema non saranno le tensioni tra ministri ma quelle fra le forze sociali dei quali costoro sono caricaturale ma suggestiva espressione. E, per quanto essolui sembri ritenere il contrario, continuo a ritenere che Silvio Berlusconi non sia né il fratello minore di Gesù Cristo né Satana incarnato sulla terra e che, di conseguenza, faticherà a tenere allineato lo squadrone che ha messo in campo.

A breve, di conseguenza il circo equestre governativo e parlamentare dovrebbe esibirsi in sceneggiate di un qualche interesse, sceneggiate che, speriamo, saranno una manifestazione di tensioni più significative e più profonde.

Cosimo Scarinzi



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