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Da "Umanità Nova" n.23 del 24 giugno 2001

Un ingegnere alla Giustizia

È ben vero che la giustizia italiana è disastrata, ma, forse, era più opportuno un medico specialista in malattie terminali.

Ironia a parte, evitato il pericolo Maroni, spostato a gestire i conflitti sociali, è di tutta evidenza che il ministero della Giustizia non doveva essere diretto da pericolosi giuristi, i quali, in un delirio di disobbedienza al timoniere, avrebbero potuto condurre la barca su rotte "giuste", anche se all'interno del programma di un governo di destra.

Aspettiamoci, dunque, ponti d'oro verso la depenalizzazione dei reati dei cosiddetti "colletti bianchi", scavi di fosse per le inchieste di tangentopoli, autostrade verso la non punibilità dei padroni, soprattutto costruzioni di carceri per liquidare l'antagonismo sociale.

G. F.



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